Fulmine su Martelli: ricettazione di Claudio MartelliFrancesco Grignetti

I giudici romani hanno inviato alla Camera la richiesta d'autorizzazione a procedere I giudici romani hanno inviato alla Camera la richiesta d'autorizzazione a procedere Fulmine su Martelli; ricettazione L'accusa: titoli rubati riciclati dalla sua segretaria ROMA. Nuova pesante tegola per l'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli. In Parlamento è arrivata, assolutamente inaspettata, una richiesta di autorizzazione a procedere a suo carico, che si va a sommare a quella pendente per la bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano. La nuova accusa è altrettanto grave, ricettazione aggravata. Il documento è il risultato di una lunga indagine di due giudici romani, Achille Toro e Giulio Sarno, che si occupano di un lontano e oscuro furto del novembre 1990: in quell'occasione a Roma sparirono titoli di credito per 300 miliardi, emessi dal Banco di Santo Spirito. Una corposa tranche di quei titoli fu trovata in Svizzera, tre mesi fa, nelle mani della signorina Winnie Kollbrunner che cercava di «piazzarli» in una banca. Immediata perquisizione a casa Kollbrunner. E da un'agenda salta fuori il numero telefonico di Martelli e di buona parte della sua segreteria particolare. Ma l'ex ministro nega ogni collegamento e anzi contrattacca: «Il nostro fu un rapporto solo professionale. E' una montatura, una mascalzonata politica e una patacca giudiziaria». Il nome di Martelli - che risulta «indagato» assieme al suo segretario particolare Ser- gio Restelli e al finanziere socialista Sergio Cusani, già coinvolto nell'inchiesta sulla vicenda Enimont - emerge da un'inchiesta poderosa e divisa in mille rivoli. I due giudici hanno seguito le tracce dei titoli rubati un po' dappertutto, in giro per l'Italia e anche all'estero. Sono oltre trenta gli indagati in questa inchiesta, infatti. Undici arrestati in Italia. Nove all'estero. Per lo più si tratta di rispettabili notai, bancari e commercialisti che si sarebbero prestati a riciclare i titoli rubati. Lo hanno fatto per sete di guadagno. E magari in nome della solidarietà massonica: una pista più volte incrociata, quella massonica, che ha portato i giudici romani anche a Palmi, in Calabria, dove il procoratore capo Agostino Cordova e il sostituto Francesco Neri scandagliano da mesi le logge massoniche spurie. Il grosso del malloppo, comunque, di oltre sessanta miliardi, era finito in Svizzera. E lì, scrivono i giudici in stretto linguaggio giuridico, era pronta «Winnifred Kollbrunner ad acquistare o ricevere... i certificati di deposito emessi dal banco di Santo Spirito provento di un furto, con la consapevolezza della provenienza delittuosa». Insomma, la signorina svizzera sapeva bene che quei titoli erano rubati. Ci sono agli atti dell'inchiesta inquietanti intercettazioni telefoniche dove i complici parlano del problema di trasferire i titoli rubati fuori d'Italia. Sembra che la Kollbrunner confidasse proprio dell'incarico ricevuto dal ministro di Grazia e Giustizia. A gennaio, è stata arrestata in flagranza di reato, mentre un po' ingenuamente cercava di negoziare i titoli in una banca del suo Paese. Ma fin qui, nell'inchiesta, di Claudio Martelli non c'era neppure l'ombra. Poi la perquisizione e la clamorosa scoperta nell'agendina. L'ex Guardasigilli, adesso, sostiene essere un puro caso che il suo numero di telefono si trovasse in quella casa. «E Winnie Kollbrunner - testimonia la legale Tina Lagostena Bassi, che difende la signora ha sempre smentito un coinvolgimento di Martelli nella vicenda dei titoli. Posso dire anzi che è quell'agenda l'unico filo che collega Martelli a questa inchiesta. Non c'è nessun altro legame». Ma i giudici non sono convinti. Vogliono approfondire le loro indagini e quindi un mese fa circa hanno inviato a Martelli un avviso di garanzia. Ieri, poi, la richiesta di autorizzazione a procedere. Il sospetto è grave: «Martelli, in concorso con Sergio Restelli e Ser- gio Cusani, al fine di procurare a sé e ad altri profitti consistenti nel finanziamento attraverso la negoziazione fraudolenta dei certificati di deposito». E così facendo, Martelli «determinava, o comunque rafforzava il proposito criminoso» della Kollbrunner. Propositi criminosi, dunque, tra i due. Secondo lo staff di Martelli, invece, che ha testimoniato compatto in questo senso, invece si trattava di un semplice rapporto professionale. Winnie Kollbrunner - che di mestiere faceva la selezione del personale - era stata contattata perché trovasse due addetti-stampa per il ministro. Niente di più. Francesco Grignetti A fianco il giudice Agostino Cordova Nella foto grande l'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli

Luoghi citati: Calabria, Italia, Palmi, Roma, Svizzera