Senna è ancora il signore della pioggia di Cristiano Chiavegato

Suo il miglior tempo a Donington nelle prove cronometrate del Gran Premio d'Europa Suo il miglior tempo a Donington nelle prove cronometrate del Gran Premio d'Europa Senna è ancora il signore della pioggia Sotto il diluvio precede le due Williams di Hill e Prost Migliorano le Ferrari: Alesi e Berger al 5° e 6° posto DONINGTON DAL NOSTRO INVIATO Chi poteva emergere in testa dal primo turno di qualificazione del Gran Premio d'Europa somigliante più ad una gara di motonautica che ad una prova di Formula 1 se non Ayrton Senna? Il «re della pioggia» non si è smentito. Su una pista inondata dalla pioggia, caduta per tutta la giornata, è stato un gioco per il pilota brasiliano conquistare la pole provvisoria. Grazie anche a una McLaren che sembra viaggiare in maniera perfetta sullo scivoloso asfalto del circuito del Leicestershire, il tre volte campione del mondo ha rintuzzato tutti gli attacchi portatigli dalle più potenti Williams di Prost e Hill. In un finale frenetico, fra mille spruzzi e scie lunghe decine di metri, Senna seppure di un soffio ha ottenuto il miglior tempo: l'23"976, alla considerevole media di 172,976 km orari, se si tiene conto delle condizioni della pista. Alle sue spalle Damon Hill, staccato di soli 38 millesimi (l'inglese, impegnato in casa, ha attaccato come un matto). E poi il solito Prost, prudente ma deciso, uno dei pochi che non ha neppure accennato un principio di testa-coda, mentre gli altri concorrenti sono finiti a grappoli nei prati. Posti d'onore per il finlandese Lehto (lui preferirebbe addirittura la neve alla pioggia) quarto con la Sauber e per Alesi e Berger, in quinta e sesta posizione con le Ferrari. Prestazione onorevole della scuderia di Maranello, anche se, viste le premesse - nella mattinata l'austriaco durante le prove libere era stato quarto -, poteva anche andare un po' meglio. Ma Alesi non stava bene per un forte raffreddore e la sua vettura sculettava un po' troppo a causa di un assetto non ancora millimetrico. Berger invece si è trovato nel momento decisivo con le sospensioni attive che facevano i capricci. «Sono un po' deluso - ha detto il tirolese - perché il potenziale era migliore. Tuttavia stiamo facendo passi avanti e non appena riusciremo à far quadrare i tanti problemi che ci affliggono, saremo vicini a McLaren e Benetton. Abbiamo incrementato l'affidabilità, ma non basta ancora per essere tranquilli». Intanto il pendolare Senna si è preso un'altra soddisfazione. Se mai dovesse centrare l'obiettivo di partire in pole position (le previsioni meteo sono incerte, anche se propendono per il brutto tempo che aiuterebbe Ayrton) il brasiliano potrebbe anche pensare di vincere la sua seconda gara stagionale domani e a incrementare il vantaggio di leader della classifica mondiale. Strana situazione quella del corridore brasiliano. Ieri Ron Dennis, team manager McLaren, pur senza fare cifre, lo ha pubblicamente screditato: «Con Senna non ci sono problemi tecnici - ha spiegato l'ex meccanico inglese -. Ha capito che gli abbiamo preparato una vettura competitiva. Con lui è soltanto una questione di soldi». Pare che il ragazzo di San Paolo non receda dalla sua intenzione di avere 23 milioni di dollari l'anno, circa 37 miliardi di lire. Così va avanti a tiramolla, dovendosi «accontentare» di un ingaggio di un milione di dollari a gara, tanto per non rompere un rapporto che fa comodo anche a lui. Dennis, parlando poi di altre vicende, ha aggiunto: «Ci sono solo tre piloti di grande valore: Senna, Schumacher e Prost. La Fer- rari? Ha fatto qualche progresso, ma se fossi io a gestirla la farei più "italiana". Barn a rei è un talento, ma non può legare più di tanto con la squadra. Non è una questione di linguaggio, ma di mentalità. Per quanto ci riguarda, invece, firmerei subito un accordo anche trentennale con la Ford, se la Casa america¬ na diventasse nostra fornitrice di motori. Ora invece siamo solo clienti». E' evidente il riferimento alla battaglia in corso con la Benetton che ha un contratto di esclusiva per le ultime versioni dell'8 cilindri della Ford. E la McLaren tenta disperatamente di inserirsi per aumentare le sue chances. Ieri c'è stata anche una visita «pastorale» di Mario Andretti che domenica scorsa a 53 anni è tornato a vincere in Formula Indy, aggiudicandosi la gara sull'ovale di Phoenix. Lo straordinario campione italo-americano ha parlato del figlio Michael, un po' in difficoltà nel suo debutto in FI. «Ha provato troppo poco - ha detto -. Non conosce le piste e l'ambiente. Abbiate pazienza, perché è un ragazzo che va forte, più di me, mi ha sorpassato. Fra qualche tempo forse proverò anch'io la McLaren, magari potrò consigliarlo». Riferendosi invece a Nigel Mansell, suo attuale compagno di squadra, Andretti ha raccontato: «Abbiamo un discreto rapporto, anche se ognuno lavora per proprio conto. Se mi chiede qualcosa sono felice di rispondergli». Poi ha aggiunto: «Le piste ovali? Non sono così difficili da domare. Ma bisogna rispettarle, perché in quei circuiti non c'è la sabbia che ti ferma, ma i muretti. Che sono molto più duri». Come dire: Mansell si era illuso di poter usare il piede pesante sull'acceleratore in una situazione che non conosceva bene, ha commesso un errore ed è finito contro un muro. Oggi e domani SuperMario sarà spettatore: il duello fra Senna e Prost lo diverte molto. E i due rivali hanno sempre intenzione di dare spettacolo. Cristiano Chiavegato Senna (a lato) è in pista e Prost (sopra) è preoccupato

Luoghi citati: Europa, Maranello, Phoenix, San Paolo