L'UTILITÀ DI IMITARE TRAPATTONI di Ro. Be.
L'UTILITÀ' DI IMITARE TRAPATTONI L'UTILITÀ' DI IMITARE TRAPATTONI BERLUSCONI è eccessivo in tutto, anche nelle piroette. Il sabato di InterMilan e Juventus-Torino viene attraversato dalle scariche elettriche di una fragorosa scelta di campo. Il Milan spettacolo retrocesso al rango di Grande Ragioniere è notizia che fora i taccuini, semina sorrisini, accende dibattiti. Ma come, ci sia lecito chiedere, non era Fabio signorsì Capello a pendere dalle antenne del Dottore? Qui, a prendere alla lettera l'editto di Milanello, sembra esattamente il contrario. La cosa buffa è che, mentre Berlusconi detta il nuovo decalogo, a Bergamo Marcello Lippi annuncia che, a fine stagione, toglierà il disturbo: e questo perché, al di là delle frasi fatte, l'Atalanta non giudica «bello e moderno» il suo stile di gioco. Sinora, per tornare a Berlusconi, il Milan aveva marciato su binari per fortuna indipendenti rispetto alle rotaie delle tv Fininvest: per conquistare au* dience, forniva spettacoli di prim'ordine e non recite populistiche di basso profilo. Nello stesso tempo, sarebbe superficiale ridurre il tutto al classico colpo di teatro. Come filosofia, già il primo Milan di Capello non era, né poteva essere, identico a quello di Sacchi: figuriamoci il secondo, questo di oggi, e il terzo, quello che verrà. Arriva il giorno in cui gli schemi devono inchinarsi all'età degli interpreti. Per il presidente, questo giorno è arrivato. A Goteborg. Voce di popolo: ma non sono, questi, concetti cari a quel Trapattoni ormai inviso alla maggioranza dei tifosi juventini? Non esageriamo. Alla normalizzazione, avviata da tempo, il Milan giunge dopo aver elargito spettacolo a piene mani e sulle ali di un ragionamento, magari discutibile, ma di sicuro rispettabile: la mancanza di giocatori così bravi da non far rimpiangere i titolari odierni, da Baresi a Tassotti, da Rijkaard a Gullit. In pratica, un atto d'amore, puntellato da travi di un assoluto tecnicismo. E allora, più che all'ultimo scorcio di una stagione segnata, noi guardiamo al futuro. Berlusconi conferma in blocco il Milan attuale, con la zavorra, per tutti, «di un anno in più». Paradossale ma vero, sembra una mano tesa alla concorrenza. Basterà per ridurre il gap? L'orchestra lascia spazio ai solisti. Agli schemi viene tolta quella eretica sacralità che tanto piace all'Arrigo. Juve e Inter aspettino a cantare vittoria. Cambia solo l'indirizzo tattico. Non quello, societario, di Van Basten e Maldini. [ro. be.]
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