«Scarcerato» dalla poesia

Vincenzo Andraous, 4 omicidi, scrive e vince premi letterari Vincenzo Andraous, 4 omicidi, scrive e vince premi letterari «Scarcerato» dalla poesia Coi poemi e la buona condotta ha avuto il lavoro fuori cella e la licenza pasquale IL KILLER CONVERTITO AVERONA VEVA quattro anni e vedeva suo padre di là da un vetro spesso. Ci appoggiava le dita aperte: «Ma perché non posso toccarlo? E se.voglio dargli un bacio?». Ogni volta la nonna inventava nuovi capitoli per quella storia così difficile da raccontare a una bambina senza farle male. Ariano Irpino, Foggia, Trani. Poi l'Asinara, Trieste, Torino, Napoli, Pianosa. Dice adesso la nonna: «E' andata avanti in quel modo, su e giù per le carceri italiane. Non so quanti treni e quante navi abbiamo preso, Ielenia e io, dal 1977. Ielenia l'avevano affidata a me, dopo la morte di sua madre. E io a quello che dicevano i giudici minorili non ho dato retta mai. "Non ce la porti, in carcere" dicevano. Ma una figlia ha diritto di vedere il padre, e un padre, anche se sta in prigione, delle sue responsabilità si deve rendere conto. Alla fine, ho avuto ragione io». Oggi Ielenia ha 19 anni, a giugno l'aspetta l'esame di diploma. Non ci sono più vetri spessi a separarla da papà: è stato «ammesso al lavoro esterno» (legge Gozzini, articolo 21 ), e viene a casa, a Cavalcasene, sul lago di Garda, 45 giorni l'anno. Ma ha trovato un modo d'esserle vicino anche quando è in cella, al supercarcere di Voghera: scrive di lei, poesie. Nei versi la chiama «la mia Madonna in jeans». Vincenzo Andraous, 40 anni, una condanna all'ergastolo, in attesa di giudizio definitivo per altri tre omicidi, con i poemi per Ielenia ha vinto tre volte il premio letteraio «Gronchi» a Pontedera, e al premio «Il Graal» di Lovere ha avuto una menzione speciale nel 1991. Della giuria faceva parte il segretario democristiano Mino Martinazzoli. Vincenzo Andraous, figlio di un egiziano scomparso a Suez nel '67, infanzia «a rischio» per le strade di Verona, primo scippo nel '68 e primo arresto per, rapina nel '76, evasione dal carcere di Treviso, primo omicidio nel '77. Il suo nome compare nelle cronache della rivolta al carcere di Novara nel marzo 1981 accanto a quello di Renato Vallanzasca. Cinque mesi dopo, a Nuoro, Bad'e Carros, è accusato d'aver ucciso in cella Francis Turatello. Vincenzo Andraous, l'uomo che ai processi dichiarava: «Sono il giustiziere degli infami, non mi pento di nulla, non l'ho mai fatto per denaro». Vincenzo Andraous, l'uomo che adesso scrive: «Padre mio, non fu il timore dell'Ade che mi portò a conoscerti... ma la pena di esistere, abbattuto nell'incedere lento delle colpe e dei riscatti». «Lo chiamavano il boia. Adesso dicono che si è convertito. Come madre non mi piace la definizione di prima, e trovo esagerata, mistica, l'idea della conversione». Allora che cosa è stato, signora? «Credo che Vincenzo abbia soltanto cambiato il suo carattere. Per fortuna è ma! turato con l'età». Romana An- draous Gandini, veronese, 60 anni, ha inventato favole finché Ielenia non è stata in grado di capire, ma a se stessa storie non ne ha mai raccontate: «Mio marito mi ha mollata con due figli. La autorità hanno messo i timbri su tutti i documenti, "morte presunta". Secondo me è sparito e basta. E io i ragazzi li ho cresciuti come ho potuto, lavorando sempre, con un sacco di guai con Vincenzo già.quando era piccolo. Ha incominciato a 15 anni. In casa mancava tutto, a volte la faceva troppo grossa e lo picchiavo, poi mi dispiaceva, e allora gli compravo la motocicletta a cambiali. Devo aver sbagliato tanto. Ho chiesto spiegazioni a Vincenzo, quando hanno ammazzato Turatello. Mi ha risposto: "Mamma, vivo lui e morto io ti sarebbe andato meglio?". Non voglio e non posso dare giudizi, per quello ci sono i magistrati. Ma non era un boia prima, e nemmeno adesso è un santo. E' solo una persona che ha capito, che è cambiata». E che cosa l'ha cambiato? «Sua figlia, di questo sono certa. Vincenzo ha cambiato carattere per gradi, da quando Ielenia ha incominciato a fare a lui le domande che faceva a me. Essere padre comporta responsabilità, ci vogliono risposte. Ai ragazzi non si possono raccontare frottole. Ti mettono di fronte a te stesso». Scrive Vincenzo Andraous: «Ielenia, mia Madonna in jeans. Ielenia, che oggi mi giudichi severa e io divento piccolo». Da sedici anni in carcere, con la buona condotta Andraous ha ottenuto nella primavera '92 il lavoro esterno. Il cappellano di Voghera, monsignor Giuseppe Baschiazorre, dice: «Gli errori si pagano, spesso pagarli insegna a vivere. Mi pare che quell'uomo abbia imparato». Vincenzo Andraous fa il giardiniere, e con i permessi corre a casa, in quella casa sul lago dove Ielenia lo aspetta con la nonna. E' là anche adesso, in carcere rientrerà dopo le feste. In una delle sue poesie, il passato «è un eremita che muore», il presente «un airone che incanta se stesso», la voce della verità «ardua, nuda e stridente». Oggi Ielenia ha dimenticato i vetri spessi. Dice, timida: «Mio papà scrive bene le poesie. Ma io gliele leggo negli occhi quando ci guardiamo». Eva Ferrerò I suoi versi sono dedicati alla figlia «Mia Madonna in jeans che mi giudichi severa, e io divento piccolo» Qui accanto Vincenzo Andraous A destra Renato Vallanzasca • (a sinistra nella foto) e Francis Turatello nel carcere di Rebibbia in occasione della loro «riconciliazione» nel 1979 Due anni dopo Turatello è stato ucciso a Nuoro