Aosta si uccide Chanoux di Enrico Martinet

Figlio del martire della Resistenza, aveva 49 anni: verso l'archiviazione l'inchiesta a suo carico Figlio del martire della Resistenza, aveva 49 anni: verso l'archiviazione l'inchiesta a suo carico Aosta, si uccide Chanoux Dall'union valdòtainepassato a Segni AOSTA. Morto in una forra di 84 metri. Si è buttato da un ponte nella notte, dopo aver annunciato il suicidio per telefono al suo collaboratore. Emile Chanoux, 49 anni, notaio aostano, politico, figlio del martire della Resistenza, da cui aveva ereditato il nome di battesimo (era nato tre mesi dopo l'uccisione in carcere del padre) e gli ideali federalisti, ha preparato il suicidio con lucidità. Ha lasciato tre lettere, alla moglie, al suo collaboratore nell'ufficio notarile, e una sorta di testamento morale. Non se ne conoscono ancora i contenuti, tutto è coperto dal segreto istruttorio. Il movente è misterioso. Le cause sono forse più d'una: Chanoux sarebbe stato schiacciato dallo sconforto per essere coinvolto, lui moralista, in un'inchiesta, e dalla crisi politica per un'iniziativa che aveva avuto code polemiche. Cause che da sole non possono averlo spinto al suicidio. L'inchiesta è alla fine e pare non avere gravi implicazioni. Era accusato, con altri cinque notai aostani, di aver trattenuto gli interessi sui mutui regionali per la prima casa. I notai, lui compreso, avevano risarcito i loro clienti e il procuratore chiederà l'archiviazione. Chanoux sapeva di uscire dalla vicenda senza condanne. Rimaneva tuttavia il peso morale a cui si è aggiunta la crisi d'identità. Ha scelto di morire proprio quando era tornato, dopo lunga assenza, alla politica attiva. Stava formando una lista (Alleanza popolare autonomista) con i seguaci valdostani di Mario Segni. «Era stanco, ma determinato», dicono coloro che lavoravano con lui per le elezioni regionali di fine maggio. La sua decisione politica ha destato sorpresa, ha anche provocato malumori, suscitato polemiche. Non era stata condivisa neppure dalla famiglia, dalla madre, Celeste Perruchon, per cinque legisla¬ ture consigliere regionale, e dalle sorelle. ' Il notaio non ne faceva mistero. Lo aveva detto anche al leader del gruppo Segni in Valle, l'ex de Armido Chiattone. Chanoux, deputato a 28 anni, dal 1972 al 1976, aveva poi interpretato il ruolo di «coscienza critica» dell'Union Valdòtaine, il movimento che ha seguito la politica federalista del padre. Il notaio era un simbolo di questi ideali e il suo coinvolgimento in una lista diversa dall'Union ha creato imbarazzo, anche se non era più iscritto. In città qualcuno aveva an¬ che accentuato le critiche, accusandolo di «tradimento». E Chanoux, uomo schivo, non incline al confronto duro, ha forse vissuto in modo eccessivo questa «guerra» sottile, fatta di voci maligne. Tutto è accaduto in un momento particolare della sua vita. Lui, moralista, non accettava quanto stava accadendo nel Paese e nella sua Valle d'Aosta. Ha manifestato l'amarezza per i fatti di Tangentopoli, sia in campo nazionale sia in quello regionale, con una lettera del 2 aprile a Armido Chiattone: «Più volte ci siamo trovati in questi ultimi mesi a parlare di politica. La crisi irreversibile dei partiti nazionali così come si erano evoluti negli ultimi vent'anni, la totale omologazione dell'Union Valdòtaine ai comportamenti dei partiti nazionali, l'incapacità di altre aggregazioni locali ad uscire dal pantano della ricerca del consenso elettorale ovvero dalla fuga nell'utopia. E, sul piano sociale, la perdita di ideali minimi comuni a tutti, il prevalere di logiche spartitorie, la fuga nel privato». Mercoledì il notaio è tornato dal mare dove aveva portato la moglie, Isabella Cavana, e i due figli, Philippe, 12 anni, e Catherine, di 15. Alle 16 ha telefonato al suo collaboratore, Carlo Jerusel: «Ho bisogno di parlarti». L'appuntamento telefonico è stato fissato per la sera. Chanoux è andato in ufficio e ha lasciato le tre lettere e un foglietto con scritto «Ponte di Introd». Venti minuti dopo mezzanotte ha telefonato a casa a Jerusel: «Vai in ufficio, troverai un biglietto. Mi vado a uccidere». Poi ha interrotto la comunicazione. Enrico Martinet Emile Chanoux Nell'altra foto il luogo del suicidio dell'esponente politico valdostano

Luoghi citati: Aosta, Armido Chiattone, Introd, Valle D'aosta