Una reggia per i lumbard

Alla periferìa Nord di Milano la nuova casa dei seguaci di Bossi Alla periferìa Nord di Milano la nuova casa dei seguaci di Bossi Una reggia per i lumbard La Lega compra sede da 13 miliardi lilll 1:1 Pili:: CITTADELLA CON 250 UFFICI E MILANO CCOLA, la nuova sede della Lega. Tre piani di un ex stabilimento farmaceutico, stile Anni Settanta, facciata finto marmo, finestre in alluminio e una lunga cancellata tutt'intorno. Enorme. Sei ingressi, 7 mila metri quadrati, compresi i due seminterrati, parcheggi abbondanti e persino il giardino. Sì, è deciso, sarà qui il nuovo quartier generale di Umberto Bossi. Qui, nella periferia milanese che corre verso Nord, lungo la superstrada che va verso Varese, verso la casa del leader, verso Como, Meda, cittadelle e paesi che hanno dato forza (e voti) al senatur. Via Bellerio angolo Enrico Fermi, la toponomastica leghista si arricchisce di un nuovo nome: dopo le sedi della prima ora, l'appartamentino romantico di piazza Massari, i due piani sempre troppo pieni di riunioni di via Arbe, ecco i settemila metri quadri di via Bellerio. Il movimento avanza, gli iscritti superano i centomila, le elezioni prossime venture, quelle su cui punta il senatur per fare della Lega il primo partito al Nord, prima o poi verranno e per quella data, la Lega deve essere pronta. «Dobbiamo arrivare alle prossime elezioni con una mega struttura elettorale a pieno ritmo, per questo abbiamo bisogno di spazi e di strutture adeguate», ammette Maurizio Balocchi, l'uomo dei conti che ha trattato decine di palazzi prima di puntare deciso sull'ex stabilimento che ospitava la Mezzi, piccola impresa farmaceutica, ora di proprietà del costruttore comasco Virginio Battanta, coinvolto anche lui in uno dei tanti filoni di Mani pulite. Tredici miliardi. Due in contanti alla firma del compromesso do¬ po Pasqua, gli altri undici coperti con un mutuo bancario decennale per il quale sono già state contattate la Cariplo, il Sanpaolo di Torino e il Banco di Napoli. Non badano a spese, gli uomini della Lega. «Niente affatto, abbiamo fatto bene i conti, la nuova sede ci costerà un milione e 700 mila al metro quadro, poco in confronto ai prezzi che circolano di questi tempi a Milano», taglia corto Rino Fiordalisi, responsabile organizzativo milanese. Mentre Marco Formentini, il capogruppo alla Camera, l'uomo che Bossi ha candidato alla poltrona di sindaco nella città di Mani pulite, la butta sul politico: «La storia docet, i nobili decaduti si sono mangiati l'eredità e devono sloggiare, gli artigiani operosi investono i loro risparmi nelle quattro mura». Scontato che i nobili decaduti siano i vecchi partiti che Tangentopoli ha costretto a cedere le loro sedi per pagare i debiti e che gli artigiani operosi siano loro, i seguaci del Carroccio, gli unici in grado oggi di trovar credito in banca per un palazzo da 13 miliardi. Ma guai a pensare che il passo sia più lungo della gamba. Formentini protesta: «Siamo parsimoniosi, non abbiamo mai speso una lira e adesso ci facciamo una sede come Dio comanda». Avrà 250, forse 300 uffici, la sede come Dio comanda. Tutti gli uffici necessari per la Lega Nord, per il Sai, il sindacato leghista, per l'Alia, l'organizzazione degli imprenditori leghisti. E il senatur? Bossi aveva un sogno: insediare nel quartier generale la scuola di formazione dove gli amministratori leghisti imparino l'arte del buon governo. Aveva raccomandato: «Dovrà essere ima sede tanto grande da ospitare anche un college». Accontentato. [a. z.l Da sinistra: il leader Umberto Bossi e il capogruppo Marco Formentini

Luoghi citati: Como, Milano, Napoli, Torino, Varese