Federica e il pugnale del bruto di Ferdinando Camon

Dialogo americano Cagliari, una bambina di sei anni difende la madre e lo stupratore l'accoltella Federica e il pugnale del bruto CAGLIARI. Una bimba di sei anni è stata accoltellata mentre cercava di difendere la mamma da un tentativo di violenza da parte di un bruto mascherato. La lama le ha perforato un polmone. Dopo 48 ore di indagini gli inquirenti avrebbero identificato il responsabile del grave episodio, un cameriere incensurato di 24 anni che avrebbe già confessato. Teatro del tentativo di violenza una villetta di Porto Columbu, ad una ventina di chilometri da Cagliari. Lì vive una donna sola, non sposata, con una figlia. Nella notte tra martedì e mercoledì, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il cameriere si è introdotto nella casa pensando a una facile avventura: ma la donna ha reagito e le sue urla hanno svegliato la figlia, che si è scagliata contro lo sconosciuto. Rabbiosa la reazione dell'uomo che ha colpito la bimba al petto e alle braccia. Corrado Grandeuo A PAGINA 11 UNA bambina assiste a un tentato stupro sulla madre, cerca di opporsi, viene trapassata da una pugnalata che le squarcia un polmone: è successo ieri vicino a Cagliari, e conferma come meglio non si potrebbe la teoria che il violentatore «odia» la donna: la donna adulta perché è donna e la bambina perché sarà una donna. Il violentatore non cerca sesso, cerca altro. Che sesso è quello praticato contro una non-consenziente, in presenza di una minore urlante? E' il problema degli stupri dei militari sulle prigioniere: il maschio che si soddisfa sulla donna che si dispera, il maschio che vuol super-vivere sulla donna che vuol morire. Non c'è soltanto un brutto rapporto maschio-femmina, ma anche un brutto rapporto viventevita. La notizia da Cagliari è così perfettamente simbolica, che pare inventata: la bambina, 6 anni, si sveglia, non capisce, intuisce che è una scena di violenza, che la madre non vuole, che è un suo diritto non volere, e che il maschio, più forte, mascherato, è eccitato da questo non-volere, non si fermerà: la piccola subisce uno choc che le creerà per sempre difficoltà con la vita, avrà una vita guasta, già incrinata. Nella realtà riceve una coltellata che le trapassa il torace, gliel'hanno aperto per ricucirle un polmone, avrà sempre un polmone più debole dell'altro, se ne accorgerà ad ogni respiro. Già il rapporto normale, uomo-donna consenzienti, in presenza di una bambina, è una violenza: la bambina non può dire sì. Ma il rapporto violento moltiplica la violenza sia sulla madre che sulla figlia. La donna stuprata sta al mondo maschile come il negro impiccato dal KKK sta al mondo bianco: per l'impiccatore è l'emblema di una inferiorità che rimanda alla creazione. Ma questo cameriere sardo, se è lui, voleva lasciare due cadave¬ ri sulla soglia del suo potere maschile; la donna-adulta e la donna-bambina. Affinché la prima non dimentichi e la seconda impari. In questo caso, la donna è una madre non sposata, il che vuol dire che è già stata di un uomo, e se è stata di uno può essere di tutti; è come se il primo uomo l'avesse marcata come si marchiano le mandrie nel Texas: «Questa è nostra». Non può più dire no. Se dice no, seleziona uomo da uomo, stabilisce l'inferiorità di un uomo rispetto ad altri; offende, e l'offeso può punirla a sangue. L'altra, conta meno di niente: un ostacolo da stracciare con una coltellata, come una ragnatela. La giustizia è portata a sentire la presenza dei bimbi, in questi reati, come irrilevante, puro contorno; c'è la violenza sessuale, e poco altro. E' chiaro invece che quel contorno cambia completamente le cose: c'è una bambina, il sesso non è più sesso. Ferdinando Camon

Persone citate: Columbu

Luoghi citati: Cagliari, Texas