L'ecologia viaggia sulla rotaia

Ferrovie dello Stato, Cemat e 18 operatori vogliono incentivare un settore che punta sul risparmio e sull'ambiente Ferrovie dello Stato, Cemat e 18 operatori vogliono incentivare un settore che punta sul risparmio e sull'ambiente L'ecologia viaggia sulla rotaia Camion e treno, insieme e più «puliti» Strada più rotaia uguale aria più pulita. E ancora. «E' meglio la sicurezza unita alla velocità, il rispetto per la qualità della vita, la flessibilità e il risparmio, l'affidabilità e l'ambiente». Parte così, con il primo slogan in scritta azzurra accattivante, circondato dal logo che rappresenta con un tratto verde il prato e sopra una freccia dal binario al sole, la campagna per il trasporto pulito. E' la campagna congiunta della Cemat, la società che gestisce il trasporto combinato in Italia, insieme con l'area merci delle Ferrovie dello Stato e ad altri diciotto operatori che lavorano nel nostro Paese. Per questa campagna, la prima del genere in Italia, l'obiettivo è unico: sensibilizzare l'opinione pubblica sulla fondamentale valenza e forza ecologica che possiede il trasporto combinato. E così i colossi del settore, Ferrovie e Cemat in testa, distribuiranno oltre tremila adesivi agli operatori per farli attaccare su camion, semirimorchi, casse mobili e containers affinché il messaggio arrivi in ogni angolo italiano. Basta che ci sia una strada, una ferrovia o un porto, e l'adesivo ecologico attrarrà inevitabilmente l'attenzione. Che «il trasporto combinato è un trasporto pulito», come recita l'imminente campagna pubblicitaria sui principali quotidiani nazionali, nessuno lo mette in discussione. E, anzi, recenti analisi e inchieste del governo tedesco hanno dimostrato che ogni trasporto che passa dalla strada alla ferrovia garantisce un risparmio sociale pari a duecentomila lire. Bazzecole, certo, se non si sapesse che in Italia ogni anno sono 400 mila i trasporti che implicano l'uso della rotaia e della strada e che quindi il risparmio oscilla fra i 60 e gli 80 miliardi. La conoscenza del risparmio sociale e della sicurezza, come è emerso dalla conferenza stampa a Milano sulla campagna, è solo una pietra miliare di un'iniziativa di più ampio respiro condotta dagli operatori. Il loro sogno infatti, è di raggiungere una rete ferroviaria, simile a quella giapponese, che è differenziata a seconda del trasporto effettuato. Esistono cioè linee che vengono utilizzate solo per il trasporto dei pendolari, altre per i passeggeri ad alta velocità. E poi troviamo le linee riservate al trasporto delle merci, con quelle ad uso esclusivo dei treni merci veloci ed altre per il traffico locale. Gli spazi e le capacità di sviluppo in Italia del comparto dei trasporti combinati sono potenzialmente enormi. E' sufficiente riflettere che si è passati dai 1407 trasporti combinati del 1979 agli attuali 400 mila, ma eppure il trasporto combinato italiano rimane un terzo di quello tedesco ed è in grado di coprire appena il 4 per cento del traffico merci stradale su lunghe distanze. In altre parole il trasporto combinato tra camion e treno lascia fuori dall'autostrada e limita il ruolo nella distribuzione dei Tir, fonte rile- vante di inquinamento e di rischio stradale. Gli operatori, in merito, sono convinti che il mercato del trasporto combinato in Italia, qualora superasse le «barriere tecniche, economiche, strutturali e psicologiche che ne limitano lo sviluppo», potrebbe tranquillamente, entro il Duemila, eliminare dalle strade oltre un milione di Tir all'anno. Tutti sanno, del resto, che il traffico autostradale contribuisce non poco al degrado dell'ambiente: è quindi opportuno trovare una soluzione di tra¬ sporti che rispetti la qualità della vita e il patrimonio ambientale, ma che sia competitiva con i mezzi di trasporto tradizionali. In effetti l'abbinata strada/rotaia può essere una scelta vantaggiosa. Soprattutto se si considera che il treno è notoriamente più economico e pulito, mentre ai camion sarebbe riservata la distribuzione capillare all'arrivo delle merci al terminal e la relativa consegna. Il trasporto combinato, a differenza del traffico merci con i Tir, soffre solo di costi fissi. E punta in ogni sua fase, carico/scarico, trasporto e consegne, al massimo risparmio. «Diventa vantaggioso — dicono alla Cemat — soprattutto quando si superano i 600 chilometri di tratta. Se poi si spediscono merci ad esempio da Verona a Catania o da Bologna a Palermo ecco che il risparmio supera il 40 per cento rispetto all'uso tradizionale degli autotreni». Inoltre con i treni merci ad alta velocità e soprattutto con gli shuttle che percorrono senza soste lunghe tratte a velocità sostenuta, si evita il rischio sempre crescente di rapine della merce o del mezzo. Per questi motivi i maggiori operatori del settore del trasporto combinato si sono uniti in questa campagna di sensibilizzazione. «E' la prima volta che viene realizzata un'iniziativa — ha commentato Mauro Ferretti, presidente della Cemat — che riunisce, in piena sintonia di intenti, tutti i soggetti coinvolti nella catena del trasporto merci». E l'elenco di questi operatori è davvero lungo. Si parte con le ditte Arcese, Autamarocchi, per arrivare a Crisafulli, Danzas ed Esperia, che partecipano insieme con Fercam, ai Fratelli Di Martino, a Gottardo Ruffoni, all'Interlaziale e all'Intermodaltrasporti. Troviamo tra i partecipanti anche Merzario, Passa1 acqua, la Saima-Avandero; e Samec, Sav e Saves per chiudere con la Spedisystem e la Zust Ambrosetti. .% Hi jui ^^^^^^^ llF^lk*:' m * w Hi % ■

Persone citate: Ambrosetti, Arcese, Crisafulli, Gottardo Ruffoni, Mauro Ferretti, Merzario

Luoghi citati: Bologna, Catania, Italia, Milano, Palermo, Verona