« Stavolta facciamo sul serio» di Giuseppe Guarino

« « Stavolta facciamo sul serio» Baratta: con questo piano torniamo credibili IL MINISTRO DELL'ACCORDO ALTRO che retromarcia: il piano che abbiamo varato oggi è molto ambizioso, il più ambizioso di quelli finora considerati. Ma è anche il primo che ci restituisca quella credibilità di cui l'Italia ha bisogno sui mercati internazionali». Paolo Baratta, ministro per le privatizzazioni, non dissimula neanche un grammo della sua soddisfazione. E' stato tra gli artefici, forse il principale, del piano d'azione che i ministri hanno appena approvato, all'unanimità, sulle privatizzazioni e lo difende con energia dalle possibili critiche che una materia così complessa ed una serie di provvedimenti così articolati non mancheranno di sollevare. Ma, signor ministro, non le sembra che il governo abbia rinunciato, ad esempio, al progetto di quotare subito in Borsa Agip e Snam e di vendere l'Ina? «Bisogna distinguere tra gli enunciati e la loro concreta possibilità di attuazione. La cosa più importante delle decisioni di questi giorni è che siamo riu- sciti a precisare le condizioni per la vendita di alcuni importantissimi beni dello Stato». Si spieghi meglio... «Nel mondo, sui mercati internazionali che contano, dire che vogliamo vendere l'Enel e la Stet ai privati, senza aver prima presentato le autorithy che dovranno sovraintendere alla politica tariffaria all'indomani della privatizzazioni, non è serio: non ci credeva nessuno. E invece su questa prima, fondamentale questione abbiamo raggiunto un accordo e nel prossimo Consiglio dei ministri vareremo un disegno di legge delega». E sull'Ina? Non avete, di fatto, rinunciato? «Al contrario: abbiamo avuto il consenso del ministro dell'Industria a presentare entro il 15 maggio una nuova legge di tutela delle polizze vita, strumento indispensabile per poter dividere le cosiddette "gestioni speciali" dell'Istituto nazionale per le assicurazioni, dalla sua attività assicurativa tipica. Anche in questo caso, una premes- sa fondamentale per poter vendere, che prima mancava». Lei parla del 15 maggio. Pensa che per quella data il governo ci sarà ancora? «Guardi, nessuno fa pronostici: tutt'al più auspici. Ma, fermi restando i rischi di possibili degenerazioni delle norme impostate oggi, crediamo che stavol- ta le nostre direttive possano rimanere una base sicura anche per il futuro. Il governo aveva il dovere di dare direttive di fondo, chiare e credibili, in grado, se necessario, di sopravvivere allo stesso esecutivo». Ma perché non quotare subito Agip o Snam? «Su questo settore il governo sceglierà, in pochi giorni, tra le tre opzioni possibili: quotare Agip e Snam, creare ima subholding energetica dell'Eni e quotarla, quotare lo stesso Eni». E per la Stet? Proprio mercoledì Pierre Suard, capo dell'Alcatel, vi accusava di non aver ancora deciso nulla... «La delibera del Cipe dell'altro giorno, insieme con le norme sull'autorithy di oggi, permette di parlare ragionevolmente della privatizzazione del sistema delle telecomunicazioni. Prima, qualunque discorso al riguardo peccava di velleitarismo». Ci scusi, ministro Baratta, ma questo improvviso idillio all'interno del governo ci sembra poco credibile... «E invece abbiamo superato le divergenze di vedute che esistevano tra i ministri. Un risultato molto importante, che rientrava tra i miei compiti e che credo sia stato conseguito». E chi ha fatto il miracolo? «Il miracolo? Lo ha fatto il marco a quota mille, se vuole che le risponda con franchezza». Cioè? «Cioè l'emergenza di un'Azienda-Italia sempre meno credibile sui mercati internazionali, non solo per i ritardi delle privatizzazioni ma, certo, anche a causa loro». Sergio Luciano «Abbiamo risolto un conflitto all'interno dell'esecutivo Un miracolo? No, ci ha costretti l'emergenza dell'Italia» Paolo Baratta, ministro per le Privatizzazioni, principale autore del documento approvato ieri dal governo Il ministro dell'Industria Giuseppe Guarino

Persone citate: Paolo Baratta, Pierre Suard, Sergio Luciano

Luoghi citati: Italia