E adesso spunta l'ammoniaca

ULCERA ULCERA E adesso spunta l'ammoniaca Prodotta da un germe, danneggia la mucosa gastrica STRESS, fattori costituzionali, farmaci, alimentazione, possono tutti influire sulla formazione di un'ulcera dello stomaco o del duodeno. Il meccanismo con cui agiscono è però sempre lo stesso: si determina uno squilibrio tra la quantità di acido cloridrico presente nel succo gastrico e le difese contro la sua aggressione, costituite essenzialmente dal sottile strato di muco che riveste le pareti dello stomaco. Fondamentale per curare l'ulcera è quindi diminuire l'acidità. Ancora vent'anni fa l'ulcera era una malattia potenzialmente mortale. Non esistevano farmaci veramente efficaci per cui la lesione, inizialmente limitata, si poteva approfondire sempre più, fino a perforare le pareti dello stomaco. L'unica terapia radicale era l'intervento chirurgico, spesso eseguito in condizioni di drammatica urgenza. Ma quando sono stati scoperti i cosiddetti farmaci «anti H2» (rannidino, famotidina, nizatidina, cimetidina) e, più recentemente, gli «inibitori della pompa protonica» (omeprazolo), capaci di ridurre la produzione di acido cloridrico, la situazione è cambiata radicalmente. Non solo sono diventate minime le complicazioni più temibili, ma si può avere anche la rapida scomparsa dei sintomi più fastidiosi (dolore, acidità, nausea, diarrea) e la successiva guarigione dell'ulcera. L'unico inconveniente è dato dal fatto che, se si sospende il trattamento, nella maggior parte dei casi l'ulcera si riforma, tant'è vero che si discute se convenga continuare la cura indefinitamente, farla a cicli stagionali o riprenderla al minimo accenno di disturbo. Il perdurare della malattia ulcerosa può essere in parte spiegato dal persistere di un determinato terreno genetico o dal protrarsi della tensione emotiva che la scatena. Recentemente però, è stata avanzata un'ipotesi che può valere almeno in un certo numero di casi. Sulla parete dello stomaco di alcune persone affette da ulcera, tra il muco e le cellule sottostanti, è stato infatti trovato un microrganismo che, per la sua forma a spirale, è stato chiamato Helicobacter Pilori. Esso produce ammoniaca, che danneggia la mucosa gastrica, e tossine, che scatenano un processo infiammatorio. Indebolisce quindi le difese naturali favorendo la formazione di un'ulcera. In questi casi, per avere una guarigione definitiva, sarebbe quindi necessaria l'eliminazione del germe. In un primo tempo è stata proposta una terapia con tre farmaci: un antibiotico come la tetraciclina o l'amoxicillina, sali di bismuto e un nitroimidazolico solitamente utilizzato come antifungino. Spesso però essi erano mal tollerati e procuravano sgradevoli effetti secondari. Ora si usa con minori fastidi e migliori risultati l'associazione tra l'antibiotico e un farmaco che inibisce la secrezione di acidi. Marina Levi