Il Milan delle vittorie è già in finale

Coppa Campioni: i rossoneri, qualificati con un turno d'anticipo, ora attendono di conoscere l'avversario Coppa Campioni: i rossoneri, qualificati con un turno d'anticipo, ora attendono di conoscere l'avversario Il Milqn delle vittorie è già in finale Un gol di Massaro chiude il conto con il Goteborg GOETEBORG DAL NOSTRO INVIATO Protetto dal «totem» di Gunnar Nordahl, il Milan supera anche l'Ifk Goteborg e approda di slancio alla finale della Coppa dei Campioni, la terza dell'era Berlusconi. Nove partite, nove vittorie: trattasi del nuovo record come serie iniziale, e di record eguagliato in assoluto (Borussia Moenchengladbach). Che poi la sfida risulti tutt'altro che esaltante, questo è un altro discorso. Al Diavolo bastava il pari. Difesa accorta e contropiede: ecco la ricetta di un successo non epico, inseguito con parsimonia, ma estremamente redditizio. A deludere sono, soprattutto, gli svedesi: sempre a testa bassa, mai un lampo. Risolve Massaro, imbeccato da Lentini. Il Milan si adegua all'emergenza. Eranio magari no, ma Van Basten, Baresi e Albertini sono satanassi difficilmente sostituibili. Ancora una volta, la «salvezza» arriva dalle risorse della rosa. E dal carattere. E dalla classe dei singoli. Capello alza robuste palizzate, privilegia la sostanza, infischiandosene dello spettacolo. Chiede sacrifici tattici a Boban e Savicevic. Aspetta, con astuzia, il momento propizio. Non è notte da rime baciate, questa. Il Milan si piazza sull'uscio di casa, chiavi in mano, e lascia che sia il Goteborg a farsi sotto. GÌ svedesi si muovono in branco, sul filo di improvvise accelerazioni. E' un Milan strano, ma tosto, con Boban nove di maglia e terzino destro di fatto (su Nilsson), e Massaro laterale sinistro, fra Johansson ed Eriksson. Fuorigioco da una parte, fuorigioco dall'altra: e questo sarebbe il calcio del Duemila? Rijkaard (piede infiammato, niente rifinitura) ed Evani si alternano su Mild e Rehn, secondo e primo violino dell'Ifk. In difesa, Tassotti e Nava affiancano spesso la coppia Costacurta-Maldini, mossa giustificata dal fatto che Ekstroem e Martinsson giocano quasi incollati l'uno all'altro, e che dalla metà campo piovono parabole per tutti i gusti. Il tifo è caloroso, e civilissimo. La squadra di Capello tiene bot- ta con lusinghiera disinvoltura. Agli avversari non concede che qualche bordata dalla media distanza: al 13', per esempio, ci prova Rehn, e al 22' Nilsson, su punizione, ma in entrambi i casi Rossi si oppone alla grande. I problemi, se mai, insorgono in fase di contrattacco. Sbilanciandosi, il Goteborg offre spazi generosi, e quel Ravelli, a proposito, si macchia di un paio di comiche uscite. Lentini e Savicevic, ecco il punto, non ricevono munizioni adeguate e risentono di un'intesa assolutamente precaria. Johansson a destra, Bjorklund e Svensson in mezzo, Kamark a sinistra: non sono fenomeni, e per questo andrebbero stanati con più malizia. Gli assalti dell'Ifk non danno mai l'impressione di essere irresistibili, un po' perché sorretti esclusivamente dalla ciccia, e un po' perché frustrati da sentinelle molto spicce. Il Goteborg non ha fantasia, il Milan non cerca rogne, e date queste premesse diventa francamente arduo scaldarsi al fuoco delle modeste emozioni che i protagonisti dispensano. Ogni tanto Rijkaard va in attacco a raccogliere, di testa, improbabili spioventi. In materia di off-side, i guardalinee non fanno differenza fra attivo e passivo, e agitano la bandiera al minimo accenno di «pericolo». Al 56', il Milan arriva per la prima volta a stuzzicare Ravelli: con Lentini, su servizio di Massaro. La solfa non cambia, il livello resta mediocre. I campioni d'Italia badano al sodo. Gli svedesi finiscono per lasciare mani e artigli nella «marmellata» milanista. Alto, al 67', un destro di Lentini sugli sviluppi di un'azione Tassotti-Savicevic. Un impatto aereo fra Maldini e Martinsson fa gridare al rigore: l'arbitro è un tedesco, figuriamoci se si commuove. Piano piano, il Milan cresce, e i rivali calano. L'operazione che al 71' segna risultato e partita ha, come chirurghi, Lentini e Massaro. Un contropiede implacabile, Lentini, in versione ala, lo propizia con un raid dei suoi, e Massaro, tornato per l'occasione nel ruolo preferito, quello di punta, lo suggella con un sinistro al volo di rara bellezza: un colpo di bisturi degno del miglior Barnard. L'Ifk si sgonfia. Il Milan è padrone del campo. Gambaro avvicenda Massaro, Ekstroem impegna Rossi. Lentini spopola. Missione compiuta. La partita del 21 aprile, con il Psv a San Siro, non conta più. Sotto col derby, adesso, e fino al 26 maggio, in attesa di conoscere l'avversario, Marsiglia, Rangers o Bruges?, precedenza al campionato. Roberto Beccantini IFK G0ETEB0RG |lk MILAN RAVELLI 5,5 ROSSI 7 JOHANSSON 5 TASSOTTI 6 BJORKLUND 6 NAVA 6,5 SVENSSON 6 EVANI 6 KAMARK 6 COSTACURTA 6,5 ERIKSSON 5,5 MALDINI 6,5 REHN 6,5 LENTINI 7 MILD 6 RIJKAARD 6 NILSSON 5 BOBAN 6 MARTINSSON 5 SAVICEVIC 6 EKSTROEM 5 MASSARO 7 (87' GAMBARO) sv All.: GUSTAFSSON 6 All.: CAPELLO 7 1 Arbitro: ASSENMACHER (Germ) 7 Reti: 71 ' Massaro Ammoniti: 17' Lentini. Spettatori: 40.323. Grande festa (fianco) a fine gara per i rossoneri; sopra: occasione fallita da Lentini Fabio Capello per la vittoria in Svezia e per aver raggiunto la finale di Coppa dei Campioni

Luoghi citati: Italia, Lentini, Marsiglia, Svezia