Musica:e poi ci troveremo al Roxy Bar di Gabriele Ferraris

Musicare poi ci troveremo al Roxy Bar Dietro le quinte dello show di Red Ronnie, il primo varietà di Videomusic, rete «cult» dei giovani Musicare poi ci troveremo al Roxy Bar Guccini racconta barzellette, la figlia del conduttore studia BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Francesco Guccini sta al bar con Victor Sogliani dell'Equipe 84. Appoggiati al bancone, fumano e ridono. Al tavolino accanto, due ragazzini fanno i compiti. Jessica, prima media, è la figlia maggiore di Red Ronnie. «Vedi? - fa Red -. Portando la tivù a Bologna, lavoro e sto con la famiglia». «Roxy Bar» è il primo varietà tentato da Videomusic, la tivù della musica da vedere. Un varietà strano, decisamente informale. Affidato all'estro del momento, a «riunioni di preparazione» che finiscono in grandi risate e senza preparare niente, «vabbè, cominciamo e vediamo quel che succede». Tra prestigiatori, maghi che leggono i tarocchi, e tecnici disperati perché, con tutta la gente che s'aggira per lo studio, muoversi con le telecamere diventa un'impresa da slalomisti. E forse sono proprio precarietà e improv¬ visazione a trasformare un programmino senza pretese in un «cult» giovanile. Ci sono molti modi per parlare di musica in tivù. C'è, per esempio, lo zuccheroso tele-oratorio di don Gelmini. E poi c'è la squinternata via scelta da Red Ronnie, ex deejay, fuggito dalle reti della Fininvest per inventarsi il suo ((Roxy Bar». Un bar finto (o vero? La macchina del caffè funziona, i biliardini e i juke-box pure) ricostruito nel capannone di un cen- tro commerciale. Pareva una mattana senza futuro: invece funziona. «Non abbiamo dati d'ascolto precisi, Videomusic non è rilevata dall'Auditel - spiega Valentina, la segretaria di produzione -. Però ci accorgiamo che andiamo bene, i sondaggi indicano un pubblico in crescita, riceviamo posta a sacchi». Sono lettere di adolescenti smaniosi di gridare amore e devozione a Vasco Rossi o ai Nomadi, ma anche giovani e meno giovani che dicono la loro sullo «stato delle cose». E già: al «Roxy Bar» non si parla soltanto di canzonette. C'è il giovane attivista che vuol lanciare un appello per l'ex Jugoslavia; si discute di ecologia, educazione, o droga; o va in onda un video sulla scuola di chitarra che Francone Mussida - quello della Pfm, ricordate? - ha creato a San Vittore, e adesso persino i secondini hanno un complessino. Quel bar immaginato diventa un posto dove accadono cose, e dove i cantanti sembrano esseri umani. Ecco qui Grazia Di Michele. E' stanca, tirata: ma per rimetterla in sesto è pronto un massaggiatore, un amico di Red Ronnie che si occupa del benessere di chiunque passi per il «Roxy Bar». Intanto, Andrea Libero vici prova la sua canzone: quand'ha finito, qualcuno gli parla del padre, Sergio, il grande compositore scomparso. Gli dicono che si sente, nella sua musica, l'eredità di famiglia, e lui un po' si commuove. E' molto casalingo, il «Roxy Bar»: non ci sono «ottimizzatori», ma una signora che guarda l'orologio e si sbraccia disperata quando si rischia di tirare troppo per le lunghe. Nessun «addetto al catering», bensì la moglie di Red incaricata di preparare panini e vassoi di frutta. Agli inizi, in novembre, quelli del «Roxy Bar» avevano qualche problema a convincere i cantanti a partecipare alla trasmissione. «Nessuno capiva che cosa succedesse, qui». Succe- de, per esempio, che Guccini, Sogliani e Vandelli si ritrovino e decidano di cantare «Auschwitz», ma anche un motivetto scemo che scrissero quand'erano ragazzini a Modena. «Asciugati gli occhioni / e afferra le mie mani», inneggiano i tre vecchi ragazzacci, e l'ilare Guccini commenta con il vocione serio serio «viene spontanea un'altra rima, ma sappiamo trattenerci...». Gabriele Ferraris . • "7 Red Ronnie

Luoghi citati: Bar Guccini, Bologna, Jugoslavia, Modena