Siberia Cernobil nella città segreta di Cesare Martinetti

«L'Onu vuole l'apocalisse» Si sviluppa una nube radioattiva, mille ettari contaminati: avvelenati per 24 mila anni Siberia, Cernobil nella città segreta Incidente a Tomsk, polveriera atomica russa MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una nube radioattiva si aggira per la Siberia carica degli orrori e delle paure di Cernobil: mille ettari di terreno sono già contaminati da questo nuovo disastro nucleare, il più grave dopo quello ucraino dell'86. Forse, come ha ammesso il consigliere ecologico di Eltsin Alexej Yablokov «quella zona rimarrà inquinata per 24 mila anni». L'incidente è avvenuto a Tomsk 7, centomila abitanti che tuttora vivono a 3 mila chilometri da Mosca dietro il filo spinato di una delle città segrete del misterioso ventre geografico del continente russo, una delle decine di sgangherate polveriere nucleari lasciate in eredità dal dissolvimento dell'Urss. Qui nel «Kombinat» chimico dove si produce plutonio per armi atomiche e si lavorano le scorie dei reattori nucleari alle 14,30 di martedì in un contenitore di rifiuti atomici è improvvisamente aumentata la pressione, in sei minuti di reazione incontrollabile, come ha raccontato il direttore dello stabilimento Ghennadi Khandorin, l'apparecchio è stato distrutto e i gas radioattivi contenenti uranio 238 e plutonio 239 si sono diffusi nell'atmosfera. La direzione della fabbrica, l'amministrazione di Tomsk, il governo di Mosca assicurano che non c'è stata reazione a catena. L'incendio è stato spento quasi subito, non vi sono morti né feriti, Khandorin ha detto alle Izvestija che la squadra di pompieri intervenuta sull'incidente ha subito una radiazione di 0,6 ber, circa un decimo della «dose annuale» sopportabile, appena sei volte superiore alla massima irradiazione che si subisce quando si fa una radiografia. In questi casi le fonti ufficiali tendono sempre a sdrammatizzare. Ma comunque l'incidente di Tomsk è classificato ad un grado di gravità «3» in una scala di valori che va dall'I al 7. Cernobil, tanto per fare un paragone, era stato classificato di grado 6-7. Georghi Kaurov, portavoce del ministèro dell'energia nucleare, ha dichiarato che l'incidente di Tomsk è il più grave dopo Cernobil, ma «non paragona¬ bile» a quello. Tuttavia le informazioni si sono inseguite con varie contraddizioni per tutto il giorno. Da un lato si diceva che gli effetti radioattivi erano registrabili solo nella zona dell'esplosione e cioè all'interno della gigantesca fabbrica chimica; dall'altro si ammetteva che significative tracce di radioattività erano state registrate lungo una striscia larga un chilometro e lunga otto sull'autostrada che da Tomsk va a Samus. Nonostante le smentite in serata si è capito che una nube radioattiva si è formata. Secondo fonti della difesa aerea della zona si troverebbe a 2 mila metri di altezza e avrebbe una velocità di 36 chilometri orari. Il vento la spinge in direzione Est, ora a Nord, ora a Sud. Potrebbe arrivare oggi sulla città di Ienisseisk. Secondo la protezione civile di Tomsk le scorie radioattive si dovrebbero disintegrare in un periodo di tempo variabile tra i 30 e i cento giorni. Al suolo, nel villaggio di Samus, è stata registrata una radioattività di 400 microroengten per ora. A Tomsk e a Tomsk 7 (nella zona vivono circa un milione di persone) in serata le rilevazioni davano livelli di radioattività «normali». Ma non è chiaro cosa voglia dire «normalità» in queste città nate nel dopoguerra dal nulla. La storia dice che nel 1949 fu il dito di Lavrentij Beria (il feroce capo della polizia politica di Stalin) a indicare sulla mappa la zo¬ na accanto al fiume Tom come luogo ideale per concentrare le produzioni belliche «segretissime». Proprio a Tomsk 7, nell'estate del '55 entrò in funzione il primo reattore nucleare battezzato «Ivan 1». Fino al 1990 per ufficiali e funzionari di Stato era persino vietato pronunciare il nome di questa città-fantasma. Negli ultimi due anni sono usciti rapporti-choc sulla situazione della contaminazione atomica nella zona: una spedizione francese ha registrato nell'acquedotto cittadino una radioattività di 300 microroengten/ora, venti volte superiore a quella accettabile. Nel terreno è stata rilevata la presenza di cobalto 58, plutonio 238,239,240,242. Fino al '92 in laghi e fiumi sono stati scaricati 32 milioni di metri cubi di scorie radioattive. L'acqua di Tomsk contiene una quantità di cesio 137 uguale a quella nei dintorni di Cernobyl. Qui gli abitanti vivono con il dosimetro in tasca, vanno in pensione a 50 anni; ieri i bambini non sono andati a scuola, la gente (a quanto pare senza manifestazioni di panico) ha fatto scorte di latte e di iodio. Un ufficiale ha invitato i suoi uomini a tornare a casa e a bere alcol, apprezzato antidoto del nucleare. Centotrentacinque incidenti (13 di livello 1 e 2) nell'ultimo anno dicono che la vera eredità dell'Urss è un impero radioattivo incontrollabile. Cesare Martinetti Tomsk, la città siberiana dov'è avvenuto l'incidente Sopra, un'immagine di Cernobil

Persone citate: Eltsin, Ghennadi Khandorin, Kaurov, Khandorin, Lavrentij Beria, Stalin

Luoghi citati: Cernobil, Mosca, Siberia, Tomsk, Urss