«Andreotti ci inquina» di Guido Tiberga

«Andreotti ci inquina» «Andreotti ci inquina» Ma l'Europeo non cancella la rubrica GIORNALI E INQUISITI MILANO A vetrina di lusso a zavorra ingombrante. A Giulio Andreotti succede anche questo: pochi giorni dopo la notizia del primo avviso di garanzia, quello per mafia, nove giornalisti dell'Europeo - tra i quali il caporedattore Eugenio Tassini e il vice responsabile della redazione romana Claudio Provvisionato - prendono carta e penna. I nove chiedono «non senza travaglio» al direttore Myriam De Cesco la soppressione della rubrica BlocNotes, che Andreotti tiene da tredici anni sul settimanale: «Sappiamo bene che in uno Stato di diritto l'avviso di garanzia non può e non deve essere sinonimo di condanna - dice la lettera -, ma la questione non è solanto giudiziaria, ma anche morale e politica...». Il pericolo? Andreotti «inquina la credibilità del giornale», proprio nel momento in cui la testata cerca il rilancio. La lettera, che i redattori definiscono «più personale che sindacale», non ha ancora avuto risposta. Anche perché nel frattempo i giornalisti dell'Europeo si riuniscono in assemblea. «Il problema esiste dice Riccardo Catola, inviato e membro del cdr, il sindacato interno alla redazione -. Non solo per Andreotti, e non tanto per l'avviso di garanzia: l'Europeo ha molte rubriche, e quasi tutte sono appaltate a uomini del Palazzo: Andreotti, Rutelli, Fava. E' giusto che un giornale come il nostro lasci tutto questo spazio a politici che, alla lunga, finiscono tutti per tirare acqua al loro mulino?». L'assemblea, in breve, si spacca, da un lato i «garantisti», dall'altro quelli che di Andreotti non ne vogliono più sapere. I ribelli chiedono il suo allontanamento, o perlomeno vogliono esprimere sul giornale la perplessità dei giornalisti. «Sarebbe stato un modo per rimetterci all'onore di Andreotti», spiega Catola. Come dire: quando saprà che non lo voghamo più, sarà lui a fare fagotto. Al momento della conta, la spaccatura è totale: i garantisti presentano una mozione che passa con 11 voti favorevoli, 10 contrari e 6 astensioni. «Dopo un aperto confronto in cui è stata discussa l'ipotesi di chiedere la sospensione della rubrica - si legge nel testo della mozione vincente i giornalisti dell'Europeo respingono l'idea di allontanare Andreotti dal giornale. Tengono co¬ munque a sottolineare che il senatore è un ospite di questo giornale e non un editorialista. Per quanto riguarda l'inchiesta in corso, ogni intervento di Andreotti in sua difesa non significa in alcun modo una linea innocentista». Una bordata che non nasconde soltanto un'affermazione di principio: nell'ultimo numero Andreotti, pur sbeffeggiato in apertura da una vignetta di Chiappori, spara a zero su Leoluca Orlando. «Per lui devo fare la fine di Lima», recita lo strillo nel sommario. E il direttore? «Sono contenta che abbia vinto la linea garantista, che è anche la mia linea - dice Myriam De Cesco -. Andreotti scrive per noi dal 1980, e noi non siamo mai stati un giornale democristiano. Il patto tra direttore e collaboratore è sempre stato chiaro: la pagina era a disposizione di Andreotti, politico, uomo di cultura, scrittore e protagonista di rango della vita pubblica italiana. Il giornale era e sarebbe sempre rimasto libero da ogni condizionamento. E quindi anche di scrivere articoli sgradevoli per Andreotti, o di esprimere opinioni contrastanti con il Bloc Notes. Un patto tra gentlemen. Mai tradito». Guido Tiberga La redazione approva la mozione garantista In nove scrivono al direttore «Devi mandarlo via» Giulio Andreotti la sua rubrica «Bloc Notes» fa discutere i giornalisti dell'' Europeo-

Luoghi citati: Lima, Milano