Dopò le Br, Tangentopoli

Popò le Br, Tangentopoli Popò le Br, Tangentopoli // capitano Arlati ricercato per corruzione MILANO. Dall'antiterrorismo alle tangenti. Da indagini, scontri a fuoco, latitanti, alla nuova realtà: ricercato lui stesso, da ieri, per aver maneggiato mazzette destinate al psi di Bettino Craxi. Roberto Arlati, capitano dei carabinieri alto e grosso, è l'ufficiale che per primo entrò nel covo di via Monte Nevoso: ottobre 1978, cinque mesi dopo l'assassinio di Aldo Moro. E fu il primo a mettere le mani sugli scritti del presidente de. Un uomo tutto d'un pezzo, scelto dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per i suoi «Nuclei speciali antiterrorismo». Coincidenza vuole che l'ordine di arresto porti la data del 7 aprile, come nel '79 per l'arresto di Toni Negri. Lo stesso giorno dell'uscita dal carcere di Renato Curcio. Delle Brigate Rosse, Arlati era uno dei migliori esperti. In via Monte Nevoso, quando arrestarono Franco Bonisoli e Lauro Azzolini, l'operazione la comandava lui. Ebbe encomi e poco dopo se ne andò dall'Arma. Poi, quando 12 anni dopo, 10 ottobre '90, si scoprì che dietro un tramezzo c'erano ancora 418 fogli battuti a macchina, 60 milioni in banconote, una pistola e un mitra, l'ex capitano provò qualche imbarazzo: «Avevamo lavorato bene, ora è tutto sciupato». Lasciata la Benemerita agli inizi degli Anni '80, Arlati aveva provato con il giornalismo. Tutte le domeniche in tribuna stampa a San Siro, poi giù negli spogliatoi a sgomitare con i ragazzi delle prime radio private per le domande ai giocatori («Che effetto fa giocare alla Scala del calcio...?»). E il giorno dopo la sua firma era sulle pagine sportive del «Giornale nuovo». Nessuno, in tribuna stampa, poteva immaginare che aveva arrestato metà Br. Poi aveva aperto un'ufficio di consulenza: vigilanza, sicurezza e affini. Ma adesso l'ex capitano Arlati entra in Tangentopoli con ben altra divisa. L'ordine di custodia cautelare è per «corruzione». Secondo la Procura della Repubblica avrebbe incassato 200 milioni dall'ex consigliere dell'E- nel Valerio Bitetto (psi), con destinazione provvisoria Mauro Giallombardo segretario di Craxi, ultima tappa le casse del tesoriere Vincenzo Balzamo. Arlati sapeva di queste accuse: «E in questi giorni - dice il difensore Francesco Locurcio, - aveva chiesto di essere sentito da Di Pietro...». Si scopre che Arlati, in questi anni, era diventato un uomo d'affari e mediazioni. Amministratore unico di una dozzina di società, una con sede a Lugano e un'altra in Inghilterra: assicurazioni, finanziarie, editoria, inter¬ mediazione immobiliare, sistemi di difesa, macchine agricole, import export. Il suo difensore ammetterà d'aver ricevuto da Bitetto una busta, «ma senza conoscerne il contenuto. E comunque al massimo gli si potrebbe contestare la violazione della legge sul finanziamento dei partiti». Un cronista domanda: «Scusi avvocato, ma non è che è proprio Arlati l'ex ufficiale dei carabinieri che ha indagato sui giudici di Tangentopoli per conto di Craxi...?». E l'avvocato, stupito e indignato: «Assolutamente no». [f. poi.] Entrò nel covo di via Monte Nevoso Ha preso da Bitetto duecento milioni L'ispezione nel covo di via Monte Nevoso

Luoghi citati: Bitetto, Inghilterra, Lugano, Milano