Garuzzo ordine di cattura

«Spero che l'indagine prosegua rapidamente» Il direttore generale Fiat indagato per gli appalti dell'Iveco Garuzzo, ordine di cattura «Io avevo chiesto di essere sentito» MILANO. Giorgio Garuzzo, direttore generale della Fiat Spa, ex amministratore delegato dell'Iveco, è finito nel mirino dei magistrati milanesi. Secondo i giudici Garuzzo, contro il quale è stato spiccato un mandato di cattura, c'entra con una mazzetta da oltre un miliardo, legata ad un appalto per gli autobus dell'Atm, la municipalizzata milanese per i trasporti. Il mandato non è stato però eseguito perché il top manager si trova da giorni all'estero per lavoro. Attraverso il suo legale, Cesare Pedrazzi, sono comunque iniziati i contatti con la procura. Ma altri arresti sono in vista a Tangentopoli. Sette, una valanga, i mandati di cattura firmati dal giudice Italo Ghitti prima del suo viaggio a Roma, dove è andato a interrogare l'imprenditore Giuseppe Ciarrapico. Di due si sanno anche i nomi. E uno ha del clamoroso. Si tratta di Roberto Arlati. Ex capitano dei carabinieri, era a capo del nucleo, agli ordini del generale Dalla Chiesa, che nell'ottobre '78 fece irruzione nella base delle Brigate rosse in via Monte Nevoso a Milano. Arlati deve rispondere di concorso in corruzione. Con lui, per lo stesso episodio, ha ricevuto un secondo ordine di cattura Mauro Giallombardo, ex segretario personale di Bettino Craxi. Giallombardo è latitante dal 9 febbraio, ricercato per una mazzetta versata dall'impresa Belleli di Mantova. L'episodio che ha fatto scattare questi due provvedimenti nasce dalle rivelazioni di Valerio Bitetto, l'ex amministratore Enel in quota al psi, finito due volte a San Vittore, e che per due volte ha riempito pagine di verbale raccontando appalti e mazzette sulle centrali elettriche. Valerio Bitetto, in sostanza, ha accusato Arlati di aver preso una busta, con dentro duecento milioni frutto di tangenti, da consegnare al psi. Soldi arrivati a Mauro Giallombardo, da qui il nuovo mandato di cattura, e finiti poi all'ex cassiere nazionale del psi, Vincenzo Balzamo, morto d'infarto lo scorso autunno. E Arlati, attraverso il suo legale, ha già manifestato l'intenzione di presentarsi ai giudici. Degli appalti sugli autobus arancioni per l'Atro si parla invece nel mandato di cattura firmato contro Giorgio Garuzzo. E' un filone su cui da tempo stanno lavorando i magistrati milanesi e che ha già portato sulla strada dei magistrati Luigi Caprotti, responsabile della concessionaria Iveco di zona, finito a San Vittore per una mazzetta da 1 miliardo e 400 milioni versata a Sergio Radaelli, per conto del psi e ad Augusto Rezzoni- co, ex senatore de. Entrambi sono stati arrestati mesi fa. Altro arresto per la stessa vicenda è stato quello di Riccardo Ruggeri, ex direttore commerciale dell'Iveco. Da questa vicenda scaturisce il mandato di cattura contro Giorgio Garuzzo, che all'epoca dei fatti contestati era amministratore delegato dell'azienda del gruppo Fiat. Ma ci sono altri quattro mandati di cattura, firmati nelle ultime ore dal giudice Ghitti, che devono essere eseguiti. Per chi sono? Non si sa. Bocche cucite a palazzo di giustizia. In attesa degli arresti l'inchiesta continua su altri filoni. E a San Vittore si è tenuto un confronto tra Attilio Bastianini, vicesegretario pli, detenuto, e Antonio Crespo, l'ex direttore generale dell'Anas che ha portato i giudici romani ad indagare su Arnaldo Forlani. Al centro del faccia a faccia, che non ha trovato concordi i due imputati, una tangente da 500 milioni pagata per gli appalti Anas dall'imprenditore Bruno Binasco, e poi finita al pli. Cinquecento milioni sono anche i soldi che Roberto Buzio, l'ex segretario di Saragat, dice che sono finiti a Domenico Modugno, il cantante iscritto al partito radicale e nell'89 candidato nelle file del psdi. Il mezzo miliardo sarebbe finito al cantante sotto forma di compenso per alcuni concerti elettorali. Modugno, contro il quale non esiste alcun provvedimento dei giudici, è tornato in Italia dopo una vacanza in Grecia. Circondato dai fotografi che attendevano «Mister volare» all'aeroporto di Fiumicino, il cantante ha detto solo: «Io ho fatto il mio dovere, quindi sono tranquillo». E per oggi Modugno ha promesso una conferenza stampa. Nuovo interrogatorio in procura, infine, per Giovambattista Zorzoli, ex consigliere Enel per il pei, già arrestato e poi scarcerato, dopo l'annullamento di un primo mandato di cattura. Fabio Potetti

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