Si conclude la «Storia del Piemonte a fumetti» di Luciano Curino

Si conclude la «Storia del Piemonte a fumetti» Oggi l'ultima puntata, domani in omaggio ai lettori con «La Stampa» il fascicolo degli indici Si conclude la «Storia del Piemonte a fumetti» // ritratto dell'homopedemontanus? «A l'é question d'nenpiessla» Concludiamo queste annotazioni alla «Storia del Piemonte a fumetti» (domani escono gli indici) con tre citazioni. Norberto Bobbio, qualche anno fa a San Salvatore Monferrato, nella sua relazione al convegno su Piemonte e letteratura nel '900 ha detto: «La letteratura piemontese, o meglio piemontesistica, ci ha tramandato un ritratto dell' "homo pedemontanus", che ci è familiare: laborioso, leale, probo, di poche parole, riservato nell'espressione dei suoi sentimenti, misurato nei gesti, obbediente ma non servile, un po' testone ma rassicurante, un po' tardo ma fermo nei suoi princìpi. Le cui massime capitali sono: "Fa él tò dover e chèrpa", che è la traduzione volgare del kantiano imperativo categorico; "A l'é question d'nen piessla", che rappresenta la quintessenza della saggezza popolare, della gente che le legnate della dea bendata è abituata più a riceverle che a darle; "Esageroma nen", ovvero il senso dei propri limiti e la conseguenza diffidenza per chi siede a scranna. Einaudi è stato un piemontese di razza, un'incarnazione perfetta del tipo. Lo descrisse mi¬ o,&o«wo A , OU A PRAUCE -1 rabilmente '[ "L'uomo, a] 1 nosciuto, is S da fiducia. : t< Qualità di rabilmente Gobetti: appena coispira soli, Spoglio di qualità decorative, libero dagli atteggiamenti falsi - enfatici o conciliativi - che la società convenzionale impone a chi se ne lasci dominare. Esercitò, senza teorizzarla, una morale di austerità antica di elementare semplicità». Valdo Fusi in Torino un po' (1976): «La storia delle città, nei primi millecinquecento anni, non figura tra le più sfolgoranti, ma da quando Emanuele Filiberto la promuove capitale del suo ducato, diventa un'officina; un'officina che ha sfornato prodotti, quasi tutti ineccepibili, e un capolavoro: Massimo d'Azeglio». Guido Piovene in Viaggio in Italia (1963): «Se dovessi gettare qualche aggettivo alla rinfusa che ci suggerisca il miscuglio con cui Tonno si presenta, ebrei francese, gesuitica, padana, montanara. E poi anche, paradossalmente, graziosa, vezzosa, leziosa. Il motto "piemontese falso e cortese" è il più ingiusto dei motti, perché il piemontese è sincero. Forse deriva dal contrasto tra il suo carattere angoloso, spinoso, e un certo rococò di parole e di modi». E i torinesi, sempre secondo Piovene, sono «resistenti alle opinioni altrui, avari di consensi e, se provano ammirazione, portati a tenerla per sé piuttosto che a manifestarla in applausi; gli unici italiani forse che possiedano più opinioni che idee, in un Paese come il nostro, nel quale le idee sono molte ma le opinioni rade». Luciano Curino la uorr& ftesueure al. -to &uy-io,&o«wo PI eUTQATA IU SUESBA PCU," ITALIA , OU A •xaOAPRKSUA PI BOViBAB.pl EQ.) PRAUCE SI ATTACCA TDftlUO S 1'[1St<

Persone citate: Einaudi, Emanuele Filiberto, Gobetti, Guido Piovene, Massimo D'azeglio, Norberto Bobbio, Piovene, Valdo Fusi

Luoghi citati: Italia, Piemonte, San Salvatore Monferrato, Torino