Anche la Mercedes piange
Anche lu Mercedes piange Anche lu Mercedes piange Reuter: veniamo da un anno duro ma questo sarà ancora peggiore STOCCARDA DAL NOSTRO INVIATO Un '92 diverso da ogni aspettativa. Molto realisticamente Edward Reuter, presidente del consiglio di amministrazione della Daimler Benz, prende atto che le sue valutazioni erano sbagliate. «Nel '91 eravamo convinti che gli anni difficili appartenessero ormai al passato, che la prevedibile flessione tedesca sarebbe stata compensata dagli altri mercati europei. L'illusione è durata sino a metà del '92 e da allora stiamo facendo i conti con una realtà che possiamo definire in un modo solo; drammatica». Il dramma del signor Reuter si evince dalle cifre del bilancio: a fronte di un fatturato pressoché uguale a quello del '91 (98,5 miliardi di marchi) ci sono un utile in calo di mezzo miliardo di marchi (da 1,9 a 1,45 miliardi), un taglio di 18.000 posti-lavoro (cui seguiranno altri, per ora non valutabili in termini numerici, anche quest'anno), un dividendo identico a quello del '91 (13 marchi per ogni azione da 50 marchi: e ciò per non scoraggiare l'investitore in una fase così delicata). E c'è, in prospettiva, un 1993 che, a sentire il signor Reuter, sarà «parecchio più difficile del '92». Oggi, dice il numero uno della Daimler, le valutazioni ufficiali devono essere riviste in difetto: sono sorpresi persino i pessimisti di professione, ma la verità è che ci si trova di fronte ad una rottura strutturale drammatica, dove si impongono strategie a lungo termine e provvedimenti anche duri nel breve. Come reagisce la Daimler Benz ad una crisi ormai generalizzata? Sostanzialmente seguendo due di¬ Edward Reuter rettrici: la ricerca di capitale fresco (vedasi l'ormai imminente quotazione a Wall Street, cui seguiranno la presenza alle Borse di Shanghai, San Francisco, Singapore e fors'anche Milano) ed un massiccio investimento in ricerca e sviluppo (9,3 miliardi di marchi nel '92, qualche milione in più nel '93). Tra le società del gruppo (Mercedes Benz automobili e veicoli industriali; Aeg elettronica, sistemi ferroviari, elettrodomestici; Dasa, aerospaziale; Debis, attività finanziarie) le perdite più significative sono imputabili alla divisione veicoli: 1% il fatturato (66,5 miliardi di marchi), -5% le vendite totali (527.500 auto), 10% circa la produzione (529.400 auto, con un picco di -13 per i veicoli industriali). In questo settore la Daimler ha i progetti più ambiziosi: la costruzione di uno stabilimento in Usa (probabilmente in Carolina) per la costruzione di un fuoristrada che, a ritmo, raggiungerà le 60 mila unità/an no; la presentazione, tra poche settimane, della rinnovata serie 190, che d'ora in avanti si chiamerà classe C, da compact; una jointventure con la Ssang Yong Motor Company, Sud Corea, per la costruzione di una berlina derivata da quella dell'attuale serie intermedia; un'offensiva, con i veicoli commerciali, nell'area asiatica, cioè in un mercato potenzialmente in forte espansione. Il tutto con una attenta politica di riduzione dei costi e di ottimizzazione degli impianti. Infine, le prospettive '93: «Forse - dice - raggiungeremo i cento miliardi di fatturato, ma l'utile scenderà ancora: del 25%, come nel '92, se non del 30». Eugenio Ferraris Edward Reuter
Persone citate: Edward Reuter, Eugenio Ferraris Edward, Yong
Luoghi citati: Milano, San Francisco, Shanghai, Singapore, Stoccarda, Usa
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