«Artrosi ?Basta non esagerare»

«Artrosi? Basta non esagerare» «Artrosi? Basta non esagerare» / medici assolvono le macchine del freddo «Tutta colpa dell'aria condizionata». Quante volte si sente nei mesi caldi questa frase? Basta un raffreddore, un dolore alla spalla ed ecco che i condizionatori finiscono sul banco degli imputati. Ma queste «mini fabbriche del freddo», demonizzate da interi battaglioni di artritici, sono davvero dannosi? I climatologi non sono d'accordo: «In realtà l'uomo ha sempre cercato di modificare l'ambiente a suo favore, fin dai tempi dei trulli di Alberobello. E' chiaro che chiunque non sia masochista preferisce vivere e lavorare in un ambiente gradevole, diminuire gli sforzi del corpo per mantenere i 37 gradi. Il problema è calcolare il rapporto costo-beneficio, valutare le eventuali controindicazioni che l'aria condizionata può comportare. Ci sono pericoli derivanti dall'entrare e uscire spesso da ambienti raffreddati, dai fili d'aria fredda che arrivano direttamente sul corpo. A patto di usare una certa prudenza, però, non mi sembra che si possa condannare l'uso dell'aria condizionata». Lo stesso parere è stato espresso in una ricerca sul condizionamento dell'aria nei treni, condotta dall'Università di Roma alcuni anni fa: «In questo camposl vero pericolo è l'eccesso. La gente che arriva a casa stremata dal caldo e gira al massimo la manopola del condizionatore. Eppure eliminare i rischi non sarebbe difficile. Basterebbe tenere costantemente sotto controllo tre elementi: temperatura, umidità e ventilazione». Vediamo perchè. Innanzitutto il dislivello tra ambiente esterno e interno non dovrebbe superare i 6-8 gradi, in modo da evitare il possibile riaccendersi di forme di artrosi o di infiammazioni alle vie respiratorie, dal raffreddore alla bronchite. Poi c'è l'umidità, che va mantenuta intorno al 60-70 per cen¬ to perché l'eccesso di acqua nell'aria crea difficoltà di traspirazione e sensazione di pesantezza, ma la mancanza di umidità si avverte subito nella gola, che diventa secca e arida. La ventilazione, invece, non deve superare gli 0,03-0,05 metri al secondo il che, tradotto in termini più comprensibili, vuol dire 32 metri cubi di aria all'ora, la quantità sufificiente per una persona non sottoposta a particolari sforzi fisici. «Congestioni, raffreddori sono spesso dovuti a contraccolpi eccessivi, nei passaggi da ambienti interni tenuti a 19-20° ad ambiente esterno che può superare i 30° - scrive su «Tuttocome» Gudrun Dalla Via - Mentre 1820° durante l'inverno sono una temperatura ragionevole, dato anche l'abbigliamento adeguato alla stagione, nei mesi estivi il condizionatore andrebbe regolato in proprozione alla temperatura esterna, per esempio sui 25°. Opportuno anche un regolare controllo del tasso di umidità relativo. Un ambiente con umidità relativa superiore al 60 per cento rende spesso il caldo più difficilmente sopportabile. Un ulteriore accorgimento per 'vitalizzare' l'aria condizionata: l'abbinamento con uno ionizzatore d'aria, apparecchio che trova sempre maggior impiego in ospedali, uffici e case private». L'ingegner Genori della Dinamys da Novara sottolinea come gli impianti split-system consentano di superare qualsiasi inconveniente, con l'applicazione in alto: la distribuzione dell'aria avviene sopra le teste, poi cade, annullando così i rischi connessi a eventuali movimenti d'aria. Ma c'è un'altra verità. Spesso il sistema di condizionamento viene utilizzato in modo sbagliato, alternando così i valori della temperatura, deU'umidità, della purezza dell'aria. L'errore più comune è di girare il termostato su valori polari. Molti poi, spinti dal desiderio di ottenere un refrigerio immediato, orientano il lancio d'aria direttamente veso se stessi: niente di più sbagliato! Occorre evitare che colpisca le vertebre cervicali o lo stomaco. Un terzo grossolano errore è utilizzare con la porta aperta un condizionatore dalla dimensione idonea a rinfrescare una sola stanza, nel tentativo di sentirne il beneficio anche nei locali vicini. In questo modo si sovraccarica soltanto la macchina senza ottenere risultati in alcuna stanza. Un'operazione da non trascurare mai, anche per gli effetti sulla salute, è la pulizia del filtro dell'aria che dovrebbe essere ripetuta ogni 15 giorni. Se il filtro si intasa, il rendimento dell'apparecchio diminuisce vistosamente mentre aumenta il consumo di energia elettrica. Non solo: quando l'umidità è elevata, si possono formare nei filtri micosi, una specie di microfunghi che, immessi nell'ambiente, possono dar luogo a forme infettive e allergiche. Ultimo consiglio: applicare sui vetri delle finestre una pellicola autodesiva, capace di limitare notevolmente l'irraggiamento senza sottrarre luminosità alla stanza.

Persone citate: Dalla Via

Luoghi citati: Alberobello, Novara