La strana trappola di Caifa

La strana trappola di Caifa La strana trappola di Caifa Tutti i dubbi suU'«Operation Jesus» L A riabilitazione di Giuda, dai romantici a Borges, è ormai cosa ovvia. La vittima stessa del tradimento (Gesù) ne riconosce esplicitamente la funzionalità: senza il traditore, ciò che le Scritture profetizzavano non potrebbe avverarsi. Giuda è quindi indispensabile, prima strumento che personaggio. E' tuttavia Satana a ispirargli il gesto, anche se l'attimo decisivo non risulta chiaramente dai testi. Già prima della Cena il Diavolo era entrato in lui, riferisce Giovanni. Ma più tardi si contraddice: quando Gesù, turbato, annuncia che uno dei presenti lo tradirà, e gli viene richiesto di indicarlo, la risposta è: «"Egli è colui al quale io darò il boccone dopo averlo intinto". E avendo intinto il boccone lo diede a Giuda Iscariota, figliolo di Simone. E allora, dopo quel boccone, Satana entrò in lui». Giovanni è del resto il solo degli Evangelisti a riportare un dettaglio d'importanza, è il caso di dirlo, cruciale. Sottovoce, in modo che gli altri non sentano, Gesù dice a Giuda che sta per uscire: Ciò che devi fare, fallo in fretta. Dove il tradito si fa addirittura complice del traditore. Ma guardata da vicino, con gli occhi non di un biblista ma di un semplice lettore di Le Carré, tutta l'«Operation Jesus» appare strana. L'eliminazione del sedicente Messia ha moventi politici, come si sa. Caifa teme che gli Ebrei, eccitati da questo arruf- fapopolo, si sollevino contro la dominazione romana, e vuole evitare le prevedibili, spietate rappresaglie degli occupanti. Lo scomodo personaggio è dunque visto come un agitatore di successo, pericolosissimo per la comunità. E nei quattro Vangeli si allude più e più volte alle «moltitudini» al seguito di Gesù, la cui predicazione (per non dire dei miracoli) è nota ovunque. Per giunta l'errabondo Figlio di Dio è in questo periodo a Gerusalemme, dove insegna dal mattino alla sera in un Tempio sempre gremito. Che bisogno hanno, allora, i suoi nemici di pagare un traditore che glielo indichi? E' curioso che tra le guardie, i sacerdoti, i notabili venuti «con spade e bastoni» per arrestarlo sul Monte degli Ulivi, non ce ne sia uno che può riconoscere il personaggio, che l'ha già visto, gli ha magari perfino parlato. Il bacio di Giuda sembrerebbe piuttosto superfluo. Curiosa, almeno in apparenza, anche la modalità dell'arresto con «spade e bastoni». Ma gli informatori di Caifa hanno probabilmente caricato le tinte, inducendolo a temere uno scontro armato con i seguaci del mestatore. D'altra parte Pietro, e forse non solo lui, è effettivamente in possesso di una spada, con la quale trancia d'impulso un orecchio (subito miracolosamente riattaccato) al servo del sommo sacerdote. Data l'oscurità e gli ingannevoli riflessi delle fiaccole, la scena risulta drammaticamente confusa, con quel giovinetto che per il terrore lascia cadere la tunica e fugge nudo nella notte. Quanto al traditore, diventa un eroe soltanto a tradimento compiuto. I trenta denari d'argento scaraventati nel Tempio, la corsa fuori città, l'albero scelto per l'impiccagione, hanno sempre fatto di Giuda l'incarnazione del Rimorso. Non è però impossibile vedere nel suo suicidio la disperazione di chi si accorge d'essere stato usato, e buttato, sia dal Diavolo sia dal Buon Dio. Cario Frutterò Franco Uicerrtini

Persone citate: Borges, Franco Uicerrtini, Gesù

Luoghi citati: Gerusalemme