GIUDA un posto in Paradiso? di Fabio Galvano

La tv inglese mette in scena la sua tragedia e gli chiede perdono: non è «traditore», ma una nostra vittima La tv inglese mette in scena la sua tragedia e gli chiede perdono: non è «traditore», ma una nostra vittima GIUDA un posto in Paraàso? LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con quei 30 denari comprerebbe ben poco al supermercato. Viene allora da domandarsi perché Giuda abbia venduto per una manciata di soldi l'immensa speranza di un'umanità nuova. Non è stato piuttosto anche lui protagonista di un disegno universale, in cui senza il tradimento di Cristo non ci sarebbe stata la redenzione del mondo? E allora basta con la condanna popolare, basta con il facile simbolismo del Giuda ebreo a cui si è aggrappato l'antisemitismo cristiano, basta con quella «pessima reputazione» durata duemila anni. Scusaci, Giuda: è il titolo di un documentario-sceneggiato andato in onda ieri sera su Channel 4. Sorry: alla «vittima della propaganda» di San Paolo e dei suoi seguaci l'ha detto l'autore e protagonista della trasmissione Howard Jacobson. Attraverso una ricostruzione storica e biblica, ha cercato di riabilitare la figura dell'apostolo più bistrattato. Ha anche proposto, con evidente intento provocatorio, di avviare una procedura di canonizzazione «per rimediare ai torti del passato». Nei primi secoli del Cristianesimo, ha ricordato, il tradimento di Cristo era stato per gli gnostici una missione divina, e Giuda un eroe, vittima sacrificale piuttosto che traditore: un tema ripreso da Jorge Luis Borges nel racconto Le tre versioni di Giuda, in cui un teologo finisce per sostenere che Giuda e non Gesù era tiglio di Dio. A tanto forse non si arriverà mai; né in realtà ha voluto arrivarci Jacobson. Ma forse c'è oggi spazio per un compromesso. Hyam Maccoby - autore l'anno scorso di un libro in cui contesta l'immagine tradizionale di Giuda Iscariota ebreo malvagio, e soprattutto la sua identificazione con il popolo ebraico - propone una riabilitazione molto meno spettacolare: che si riconosca in Giuda un personaggio in fondo ammirevole, bistrattato semmai dai nemici della Chiesa di Gerusalemme (San Paolo è l'illustre sottinteso) formata da quei protocristiani che si consideravano ancora ebrei; e soprattutto che il suo nome finisca «per comune consenso dei popoli» di essere un termine d'odio e di disprezzo. Il fatto che il documentario sia andato in onda nella Settimana Santa dovrebbe essere garanzia sufficiente di serietà, anche se l'amore di Jacobson per la battuta e il paradosso - la scena di Giuda al supermercato, per esempio - sembra a volte superare la necessità di alleggerire un tema così arduo. Attorno a Giuda si è infittita una selva di domande - teologiche, storiche, morali, psicologiche - che attendono ancora una risposta. Quali i suoi moventi? Perché il traditore doveva essere un apostolo? Quali i suoi rapporti con il Giuda fratello di Gesù (Matteo) e con l'oscuro apostolo «Giuda, non Iscariota» (Giovanni)? L'unica certezza, per Maccoby come per Jacobson, è che il Giuda della tradizione è stato lo strumento principale per la nascita dell'antisemitismo. Gli stessi Vangeli rivelano la progressiva tenebrosità del personaggio, che non traspare dalle parti più antiche. Ma persino Giovanni, cronologicamente l'ultimo degli evangelisti, non identifica Giuda con il mondo ebraico. Quello è accaduto dopo, anche se tutti gli apostoli - e lo stesso Cristo - erano ebrei. E' accaduto, secondo Maccoby, quando si è ritenuto di dover trovare un alibi ai romani per l'uccisione di Gesù, grazie ai Padri della Chiesa e a quegli spettacoli fra il sacro e il profano che erano i Misteri della Passione, in cui il Giuda avaro e traditore ha finito col rappresentare un intero popolo. Grazie anche, dice qualcuno, alla somiglianza fra il nome «Giuda» e la parola «giudeo», il tradimento dell'uno è venuto a simbolizzare il ruolo traditore di un intero popolo. E' una concatenazione che va cancellata. Giuda nelle vesti di bravo ragazzo. Chi l'avrebbe mai detto? L'inizio potrebbe essere quel timido «sorry». Fabio Galvano «Perseguitato dalla propaganda di San Paolo e dei suoi seguaci» Il sacerdote Calfa, capo del sinedrio che condannò Gesù, si straccia le vesti. A sinistra il bacio del tradimento (affreschi di Giotto)

Persone citate: Calfa, Gesù, Howard Jacobson, Jacobson, Jorge Luis Borges

Luoghi citati: Londra, San Paolo