E guerra tra il filosofo e la scrittrice

E' guerra tra il filosofo e la scrittrice Marramao: «Non la querelo se mi chiede scusa». La Scarparo: «Ci vedremo in tribunale» E' guerra tra il filosofo e la scrittrice Gli intellettuali si dividono dopo la denuncia di molestie A LUCI ROSSE ■J L giorno dopo Giacomo Mar; I ramao ha letto tutti i giornali, H dice che questa storia gli «mette tristezza» e propone: «Non la querelo se mi chiede pubblicamente scusa». Anche Angela Scarparo il giorno dopo ha letto tutti i giornali. Dice che questa storia «sta diventando più faticosa di un lavoro» e alla proposta del professore ribatte: «Non ho da scusarmi. Voleva che ci stessi in cambio di appoggi al mio libro. Non ho sopportato la prepotenza e rivendico la mia scelta». Dunque non sarà transazione. Resta la parola di Scarparo contro la parola di Marramao, denuncia per molestie sessuali contro querela per diffamazione, giovane scrittrice contro filosofocattedratico-uomo di mondo conteso dai salotti internazionali. La giustizia deciderà chi ha ragione, anche se le statistiche dicono che per la denunciarne - senza prove - sarà difficile spuntarla. Intanto qualcuno si schiera. Al partito-Marramao aderiscono lo scrittore Luciano De Crescenzo, il filosofo Umberto Galimberti, il professor Vittorio Sgarbi e, tra i quotidiani, l'Indipendente e il Giorno. Al partito-Scarparo, la scrittrice Dacia Maraini e il Manifesto (apertamente), la filosofa Franca D'Agostini e l'Unità (con cautela). Equidistanti sembrano Corriere della Sera e Repubblica. Ridimensionano la vicenda lo storico Giuseppe Tamburrano, l'antropologa Ida Magli (indignati) e lo scrittore Antonio Spinosa. Commenti alla rinfusa. Maraini: «Io credo a una donna che dice di essere stata molestata. Per l'affermazione di una questione di principio è anche giusto chiedere giustizia». Tamburrano: «Di fronte alle avances, ima donna emancipata prende a schiaffoni, non denuncia. Non mi interessano le abitudini sessuali di Marramao, non vedo perché sbatterle in prima pagina». Spinosa: «Non c'è niente di male nel corteggiamento, ma anche se si è filosofi non ci si può buttare, altrimenti si è poco intelligenti». Galimberti: «Mera trovata pubblicitaria». D'Agostino: «Da tempo la filosofia ha smesso di occuparsi di verità, la logica dell'amicizia con i suoi do ut des ha preso il sopravvento. La reazione di Scarparo fa parte di una generale voglia di trasparenza, E poi Marramao siede in cattedra, Scarparo no». Magli: ((Assurdo che cose del genere trovino tanto spazio sui giornali, ma non posso credere che Giacomo Marramao sia un molestatore». Lui, il professore, racconta le telefonate di solidarietà che ha ri cevuto e dice che sono da aggiungere al coro dei sostenitori. Però, professor Marramao, lo sa che a Capalbio, la sua ((Atene tirrenica», le hanno dato un soprannome? «No, e quale?». La chiamano M'arrapao. «Beh, questa è una battutaccia. Guardi, le dico solo una cosa: non ho mai avuto bisogno di mezzucci per corteggiare una donna». Ne corteggia tante? «In periodi diversi della mia vita ne ho corteggiate, sì, sono anche stato oggetto di fiduciose aspettative. Ho avuto sempre raporti ludici con me stesso e con le donne. I miei migliori amici sono le amiche. Ma sono sempre più introverso, man mano che il tempo passa». Sua moglie ne sarà contenta. «Mia moglie è comprensiva, come lo sono io nei suoi confronti». E non è possibile che sia stato troppo ludico con Angela Scarparo? L'ideologo della svolta di Cicchetto cambia tono. Risponde: «La Scarparo ha fatto una cosa che definirei volgare. Dopo il pomeriggio a casa mia mi ha telefonato, e questo dimostra che non l'ho molestata. In seguito l'ho an- che incontrata in piazza Navona, e mi è parsa cordiale, affabile e simpatica». Fisicamente come la trova? «Carina, molto. Ma si rende conto della gravità della cosa che ha fatto? Della gravità di un sistema in cui chiunque può denunciare chiunque per qualsiasi cosa, e ci si ritrova sui giornali senza difesa, senza appello. E' spaventoso. Mi spiego il gesto della Scarparo soltanto con la smania di pubblicità, oppure con la vendetta». Quale vendetta? «Deve essersi sentita trascurata, forse si aspettava un approfondimento della nostra amicizia. Quando la incontravo mi diceva che non mi facevo mai vivo. E' una vendetta fastidiosissima. La mia condotta pubblica è fuori discussione. Lo sanno tutti: anche Angela Scarparo lo sa». «E come no». Nel dialogo a distanza, la scrittrice di «Shining Valentina» conferma: «Certo che la sua condotta pubblica è irreprensibile. Ed è proprio questo che non sopporto: le virtù pubbliche e il vizio privato. Mi fa orrore». Il professore dice che lei lo ha chiamato, dopo il pomeriggio del 6 marzo. «E' incredibile, mi ha chiamata lui. Non voglio rifare la sceneggiatura di un film di Almodovar, quindi non torno sui particolari. Non chiedo nemmeno pubbliche scuse: le faccia a me, e la chiudiamo». Qualcuno sostiene che sarebbe bastato uno schiaffone, che la denuncia è fuori luogo. «Ci ho pensato a lungo. Anche a Telefono rosa mi hanno detto che se continuiamo a far pasare tutto sotto silenzio non cambierà mai niente. Viviamo nell'ipocrisia, nella mancanza di rinnovamento, ce ne lamentiamo tutti. Ho fatto un gesto di chiarezza, che pure mi è costato e mi costa. Lui è un intellettuale di portata internazionale, io sono provinciale e procedo per principi rninimi: penso di dover essere rispettata». Eva Ferrerò Ida Magli: «Non credo che lui sia un bruto» La Maraini: «Solidale con lei»

Luoghi citati: Atene, Capalbio