In trappola il killer del giudice Livatino

Arrestato a Fiumicino Giuseppe Croce Benvenuto, era nel commando che sparò al magistrato Arrestato a Fiumicino Giuseppe Croce Benvenuto, era nel commando che sparò al magistrato In trappola il killer del giudice Livatino Rientrava dal Canada per passare la Pasqua a casa AGRIGENTO NOSTRO SERVIZIO L'ha tradito il desiderio di trascorrere in Sicilia in famiglia le vacanze di Pasqua. Un richiamo che, dopo un anno di caccia, ha permesso alla polizia di catturarlo. E' Giuseppe Croce Benvenuto, 23 anni, uno dei «picciotti» svelti e pronti a tutto di Palma di Montechiaro. Si indaga su lui come di uno dei componenti del commando che il 21 settembre 1990 assassinò il giudice Rosario Livatino, che il 31 dicembre 1991 uccise due persone nel bar «Duemila» a Palma di Montechiaro e, ancora, che il 4 aprile 1992 attese al varco massacrandolo con un fucile mitragliatore il maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli capo del nucleo investigativo del gruppo dell'Arma ad Agrigento che da trent'anni era sulle piste dei mafiosi vecchi e nuovi della provincia. Giuseppe Croce Benvenuto, nonostante la giovanissima età, a quanto pare ha percorso a grandi passi, bruciando tutte le tappe la carriera nelle nuove cosche delle «stidde» le più recenti formazioni mafiose che per spodestare Cosa nostra hanno usato la mano pesante, ricorrendo a metodi ancora più sanguinari di quelli usati dai boss più noti, Totò Riina in testa, il che è tutto dire. La notizia dell'arresto del presunto killer, accusatojja-almeno due pentiti, era stata tenuta riservata per un giorno e mezzo. Ieri mattina infine l'annuncio con una conferenza stampa nella sede della questura di Agrigento dove, su di giri, il questore Gaetano Fiducia ha commentato: «Vista la personalità del soggetto, si può ben dire che è stato davvero un bel colpo». E a Palermo il dirigente della Criminalpol per la Sicilia occidentale, Salvatore Di Costanzo, ha confermato la soddisfazione della polizia per la felice riuscita dell'operazione che vedeva da tempo impiegati anche in Canada investigatori della Squadra mobile agrigentina. Il giovanissimo mafioso è stato bloccato alle 7 di domenica al «Leonardo da Vinci» l'aeroporto internazionale di Roma poco dopo essere sbarcato da un Jumbo proveniente da Toronto. Decine di agenti, con le foto del ricercato in tasca, si sono mimetizzati tra i passeggeri in partenza e in arrivo e tra il personale in servizio agli «internazionali». Quando Giuseppe Croce Benvenuto si è avvicinato al settore bagagli, gli hanno intimato di ar- rendersi. Il «picciotto» allora ha provato un bluff che non gli è riuscito. Ha esibito un passaporto francese ma certo gli è stato difficile farsi passare per un francese con quella sua inflessione siciliana. Gli stavano dietro da alcuni mesi, con discrezione, dopo averne scovato una traccia a Toronto nell'affollata comunità di emigrati siciliani. I telefoni, il suo in Canada e dei familiari in paese, erano stati messi sotto controllo e questa si è rivelata la mossa vincente. Sabato da Toronto Giuseppe Croce Benvenuto aveva telefonato a casa, a Palma di Montechiaro, annunciando che sarebbe atterrato l'indomani mattina a Roma. Ed è scattata l'operazione per l'arresto messa a punto dal nuovo capo della Squadra mobile di Agrigento Marco Mariconda trasferito qui tre mesi fa da Mantova. Il giovane era fuggito il 10 aprile dell'anno scorso a poche ore dalla «Gattopardo», l'operazione tra Sicilia-Lombardia-Germania che aveva consentito ai carabinieri e alla Bka, la polizia criminale tedesca, di rintracciare numerosi «pendolari» di Palma di Montechiaro residenti per lo più a Mannheim in Germania e assoldati di volta in volta per delitti da compiere in Sicilia o altrove, pronti a tornare in Germania subito dopo, con compensi di pochi milioni. Per l'omicidio Livatino l'anno scorso la corte d'assise di Caltanissetta ha condannato all'ergastolo Paolo Amico e Domenico Pace, altri due giovani di Palma di Montechiaro. In seguito è stato trasferito in Italia Gaetano Puzzangaro, altro giovane del paese, accusato dal pentito Gioachino Schembri che avrebbe fatto anche il nome di Croce Benvenuto che per il momento è formalmente incriminato «soltanto» per associazione per delinquere, rapina e illegale detenzione di armi. Antonio Ravidà Secondo i pentiti sarebbe colpevole di molti delitti nell'Agrigentino tra cui l'uccisione del maresciallo Giuliano Guazzelli Il corpo del giudice Rosario Livatino coperto con un lenzuolo e, nella foto piccola, Giuseppe Croce Benvenuto