I notabili se ne vadano » di Francesco Grignetti

Chi sono i 500 che a Modena hanno messo sotto accusa il mancato rinnovamento della de Chi sono i 500 che a Modena hanno messo sotto accusa il mancato rinnovamento della de I notabili se ne vadano » Autoconvocati, ultimatum a Martinazzoli ROMA. «L'idea è venuta a me, lunedì scorso, davanti al degrado accelerato del quadro politico racconta Emilio Sabattini, consigliere regionale dell'Emilia, area Zac -. Qualche telefonata, una chiacchierata tra colleghi del Consiglio regionale, il solito tamtam. Mercoledì a Venezia ho incontrato Rosy Bindi. Ci siamo trovati d'accordo su tutto e abbiamo mandato un appello all'esterno». Nasce così l'assemblea degli autoconvocati de, a Modena. Il primo passo verso la Cosa Bianca. I promotori si aspettavano un centinaio di persone al massimo. Ne sono arrivate cinquecento. Ma chi erano i militanti de che Sabattini ha chiamato per primi? «Ho pensato a chi per primo ha sostenuto la candidatura Martinazzoli. Era settembre, con Forlani in sella. Quel giorno Martinazzoli venne da noi, a Modena, e ci chiese di dare un segnale a favore del rinnovamento. Noi ci dimettemmo dalle cariche di partito in centocinquanta». REALISTI PIÙ' DEL RE. 0 meglio, più martinazzoliani di Martinazzoli. Rosy Bindi, acclamatissima, pretende una rivoluzione intema. Fuori i vecchi notabili, dentro tutti gli altri cattolici che nel frattempo se ne sono andati nella Rete o nelle Leghe. Subito un congresso costituente aperto a tutti. Grave errore quell'esposto sul presunto complotto dei pentiti. Insomma, roba da far saltare sulla sedia ogni residuo di nomenklatura democristiana. Adesso i cinquecento si beccano l'etichetta di «giacobini, khomeneisti e snaturati». Ma chi sono? Prima notazione: sono medi dirigenti del partito, tutti settentrionali, alle prese con lo smottamento del partito. Vengono in particolare dall'Emilia-Romagna e dal Triveneto. Secondo: i più sono della sinistra interna e hanno«masticato amaro nell'era forlahian-andreottiana. Ma ci sono anche i quarantenni che si sono bàHM'allarnorté per Martinazzoli. Né mancano i fuorusciti dalla corrente del Grande Centro, in crisi di identità. E poi i pattisti di Segni, sbandati anche loro. LIBERA USCITA. Il più illustre «transfuga» è Ermanno Gorrieri, conteso finora tra Segni e Martinazzoli. Poi ci sono quelli che hanno rotto con il passato. «Io dieci anni fa ero forlaniano - rac conta il consigliere regionale emiliano Ermanno Vichi -, adesso non saprei come definirmi Non direi che è nata una nuova corrente politica, ma esistenziale. Comune a noi tutti è l'insofferenza e anche la solitudine». Come Vichi, a Modena erano in diversi quelli che hanno ripu diato le correnti. Dei sette consiglieri regionali dell'Emilia (su tredici eletti) che sono andati all'assemblea, tre vengono dal Grande Centro: i consiglieri Fausto Frontini, Fabio Garagnani e Angelo Marabini. Da Padova è arrivato il consigliere regionale veneto Graziano Tovo, pattista. Da Rovigo il consigliere provinciale Gabriele Frigato, seguace di Segni, ex doroteo. E ancora: Gaetano Fontana, assessore all'Agricoltura del Veneto, ex doroteo. Hanno partecipato anche lo storico Giorgio Campanini, l'ex presidente dell'Azione cattolica Alberto Monticone e il filosofo Antonio Da Re, esponenti del gruppo «Carta '93». Spiega Aldo Sala, sindaco di Verona: «La nostra caratteristica comune è la posizione di frontiera, con un piede dentro al partito e un altro nel mondo professionale o in quello cattolico. Siamo quelli che sentono prima di tutti il vento della società». LE DONNE. Nume tutelare e modello, Tina Anselmi. Ma loro sono giovani, combattive e lanciatissime. Di Rosy Bindi, segretario regionale del Veneto, si conosce l'intransigenza. «Attenzione, però - avverte -, questa assemblea è la dimostrazione che dalle aree più diverse ci si interroga sul futuro, ma non certo per ribellarsi a Martinazzoli». S'impegnano la consigliere regionale veneta Margherita Miotto; la collega lombarda Gabriella Sironi; il segretario provinciale di Pordenone, Teresa Tassan Viol. E proprio ieri, un'altra «pasionaria» de, Giulia Longo, segretario regionale del Friuli, ha aderito alla proposta di una Convention democristiana del Triveneto, idea lanciata da Carlo Fracanzani. I CARBONARI. «Io pure sono un autoconvocato, anche se a Modena non c'ero - dice Roberto Di Giovampaolo, membro della direzione, area della sinistra -. I miei amici erano tutti lì. Chi siamo? Quelli che hanno fatto l'opposizione dura sotto Forlani. Poi ci sono i cani sciolti. Ormai s'è rotta la catena che legava il leader nazionale al referente regionale, al militante locale. Adesso che tutto è in movimento, è giocoforza riflettere sulla sorte del partito. Ma non guasta ricordare che Zaccagnini è vissuto davvero. Che non è una statua di cera». Francesco Grignetti Parola d'ordine «Recuperare quei cattolici che hanno scelto la Rete e la Lega» Foto grande: Rosy Bindi In alto: Alberto Monticone In basso: Giovanni Galloni