Ciao Europa il Mondiale va in fumo

All'alba si è gareggiato in Malesia, in futuro si parla di Thailandia e Indonesia MOTOCICLISMO All'alba si è gareggiato in Malesia, in futuro si parla di Thailandia e Indonesia Ciao Europa/ il Mondiale va in fumo Gli sponsor (sigarette) cercano nuovi mercati SHAH ALAM. Per parecchi anni dal 1949, data della sua istituzione, il campionato mondiale di motovelocità è rimasto confinato in un ambito europeo salvo rare sortite oltreoceano. E' solo dal 1987 che la sfida ha assunto stabilmente una fisionomia davvero mondiale con l'inserimento dei Gran Premi del Giappone, prima, poi del Brasile, Argentina, Stati Uniti, Australia, Malesia e Sud Africa. A immagine di quanto accaduto per la Formula 1 lo spettacolo, divenuto molto «telegenico», va a interessare nuovi Paesi e nuovi mercati. Ma gli interessi in gioco rischiano di condizionare la geografia del campionato senza tenere in considerazione aspetti importanti quali il richiamo per il pubblico locale, la diffusione del prodotto moto, la tradizione. L'esempio più significativo arriva dal G. P. della Malesia, disputato questa mattina (in prova i più veloci erano stati Kevin Schwantz nella 500, Loris Capirossi nella 250 e Dirk Raudies nella 125), giunto alla terza edizione. Suscitò scalpore all'inizio del 1990 l'inserimento di questa gara. E per giustificare la decisione vennero addotte motivazioni di sapore romantico, come la passione motociclistica del sultano di Shah Alam che voleva una gara mondiale nel suo territorio. A decidere il Gran Premio in Malesia sono stati, in realtà, i fabbricanti di sigarette, primi finanziatori dello sport motociclistico. Nella fattispecie, a spingere per questa gara, fu la «Lucky Strike», oggi sponsor della Suzuki e, all'epoca, del team Yamaha-Roberts. I fabbricanti di sigarette, infatti, vogliono continuare a poter utilizzare lo sport motociclistico come veicolo pubblicitario dei propri prodotti, ma sono attaccati in questo dalle leggi «antifumo» che nei Paesi europei diventano sempre più diffuse e sempre più rigorose; e che dal 1996, con la nuova normativa comunitaria, potrebbero bandire completamente la sponsorizzazione dei produttori di sigarette. Ecco che le multinazionali del tabacco preparano le contro¬ mosse spingendo per un'alternativa in Paesi dove non esistono restrizioni di sorta e dove, tra l'altro, a differenza di quanto avviene nell'Europa Occidentale, il consumo di sigarette non è in contrazione ma in espansione. E dunque l'area del Sud-Est asiatico, ma anche i Paesi dell'ex Europa dell'Est diventano le alternative. Per questo c'è un Gran Premio della Malesia, per questo si parla con insistenza, in questi giorni, di prossime gare in Thailandia e Indonesia; per questo è stato recuperato già quest'anno il G. P. della Cecoslovacchia, che perlomeno può contare su una solida tradizione esuun impianto, quello di Brno, assolutamente adeguato. Poco importa se poi, come avviene qui in Malesia, la qualità dell'organizzazione e delle strutture dell'autodromo siano al livello di quanto avveniva in Europa una quindicina d'anni fa. E poco importa se un Mondiale costruito su molte gare oltreoceano mette in crisi i bilanci di squadre alle prese con budget di spesa quantomeno raddoppiati nel giro di cinque anni. E' quasi un circolo vizioso: il motociclismo non trova finanziatori alternativi ai fabbricanti di tabacco e deve piegarsi al volere di chi, avendo bisogno del motociclismo come veicolo promozionale, cerca di portarlo nelle aree dove questa promozione è possibile. Così il motociclismo va verso il 2000 guardando sempre più ai Paesi esotici e rischia di dimenticare nazioni come Italia, G. Bretagna, Germania, Spagna, Francia e Olanda che sono state la culla delle due ruote. Cario Ganzano Loris Capirossi miglior tempo nelle prove della 250 in Malesia Si è gareggiato quando in Italia era l'alba

Persone citate: Dirk Raudies, Kevin Schwantz, Loris Capirossi, Shah Alam