Del Noce perduto e ritrovato

Del Noce, perduto e ritrovato polemica. Si pubblica tutta l'opera: con critiche al «Sabato» Del Noce, perduto e ritrovato «Il vero filosofo è solo nei suoi libri» T— ROMA ANGENTOPOLI? «Vada a rileggersi certe pagine sulla società permissiva I scritte da Del Noce negli Anni 80, in particolare i riferimenti alle dichiarazioni, su una rivista, del vice-sindaco di Torino Enzo Biffi-Gentili: lì c'è già tutto». La crisi della de? «Del Noce lanciò l'allarme negli Anni 60, quando disse che la de era diventato il partito della sociologia, cioè di una scienza neutrale per definizione. Temeva la disfatta culturale». Parla con voce pacata il professor Francesco Mercadante, ordinario di Filosofia del diritto alla Sapienza, amico fin dal '46 del filosofo Augusto Del Noce scomparso tre anni fa, e curatore dell'opera. ((Abitavo in Sicilia, allora, e leggevo Del Noce su invito di Della Volpe, che ne parlava in termini entusiastici». Il marxista Galvano Della Volpe, maestro di una generazione di intellettuali comunisti? «Proprio lui. E mi diceva: avessimo noi uno straccio di marxista con la forza di Del Noce...». . Al quarto piano di via Vittoria Colonna, sede dell'«Enciclopedia del Diritto», ci sono libri dappertutto. Politica, sociologia, scienze umane: Giuseppe Capograssi e Cari Schmitt, Gaetano Mosca e Leo Strauss. E sulla scrivania di Mercadante ci sono gli ultimi volumi di Del Noce freschi di stampa e pub¬ blicati da Giuffrè: Da Cartesio a Rosmini, Filosofi dell'esistenza e della libertà. «E altri usciranno entro l'anno. Testi inediti o introvabili, che completeranno l'opera del filosofo. I titoli: Tradizione, rivoluzione, Risorgimento; Il problema politico dei cattolici; i Carteggi, con Bobbio, Dossetti, Nolte, Fortini, Spirito. Un quarto volume raccoglierà gli scritti su Gramsci, Togliatti e il pei. Né va dimenticato un libro che uscirà da Studium e del quale per ora c'è il titolo provvisorio: Magistero sociale della Chiesa e filosofìa cattolica». E i diari? A questo punto Mercadante fa una pausa. Poi misura le parole. «Dovremo aspettare anni. Si tratta di una ventina di quaderni di difficile comprensione data la scrittura pressoché indecifrabile». Il professore non lo dice, ma la pubblicazione dei diari è un'impresa delicata. Le riflessioni di Del Noce, giudizi amari e sferzanti su uomini e cose del suo tempo: ritratti in controluce dei leader de e degli uomini di cultura, lui, l'emarginato, il filosofo candidato al Senato e poi non riconfermato, che trova in Comunione e Liberazione un punto di riferimento. «Oggi c'è un gran bisogno di Del Noce: della sua lettura della storia e della sua riflessione sui valori. Ma c'è bisogno del filosofo - spiega Mercadante -, non tanto del polemista o dell'editorialista». Che cosa vuol dire, professore? Che il filosofo che scriveva sul Sabato è meno interessante del filosofo autore di volumi come Il problema dell'ateismo o Giovanni Gentile? «Sto dicendo che il Del Noce più solido lo ritroviamo nei libri. Del resto, dopo la morte, il riferimento al suo pensiero mi sembra molto attenuato anche presso quegli allievi che sembravano essersi formati con preferenze decisive sui suoi testi». Si riferisce a Rocco Buttigliene? «No di certo». Al Sabato allora? «Lì sono avvenute tante cose nuove. Del Noce aveva una stima altissima di Baget-Bozzo eravamo stati insieme alla rivista L'Ordine Civile, - ma non ne condivideva le eresie». Professore, si può allora parlare di un Del Noce «perduto», che può essere «ritrovato» anche grazie alle nuove opere in via di pubblicazione? «Ciò che mi auguro è un ritorno alla sua dottrina severa, ai grandi saggi sulla filosofia moderna e contemporanea che ci danno le chiavi per capire l'oggi e il domani». Parlando di Del Noce qualche anno fa al Meeting di CI a Rimini, lei ha detto: «Non teme il confronto con Croce e Gentile». Non esagerava? «No. Nell'esercizio non accademico della filosofia, lontano dall'aula e dai voti. Del Noce non è da meno di Croce e Gentile». Perché allora i cattolici non l'hanno capito? «Vede, lui era molto più avanti: pensava attraverso la storia e sapeva che i cattolici, anche se avevano perduto qualche battaglia, dovevano comunque continuare la guerra delle idee. Ma senza complessi. Senza sudditanza alle mode culturali che li avevano traditi». Mauro Anselmo Parla il curatore: «Cattolici traditi dalle mode culturali, lui era molto più avanti di loro» A fianco Antonio Gramsci. A sinistra il sacerdote Gianni Baget-Bozzo Il filosofo Augusto Del Noce A sinistra Giuseppe Dossetti uno dei leader storici democristiani

Luoghi citati: Rimini, Roma, Sicilia, Torino