Un trono d'avorio nella fortezza del Terribile di Sergio Trombetta

Un trono d'avorio nella fortezza del Terribile Icone, reliquiari, gioielli e la corona di Pietro il Grande: in mostra a Torre Canavese gli ori del Cremlino Un trono d'avorio nella fortezza del Terribile I simboli delfasto barbarico e le raffinatezze bizantine dal museo di Mosca N~~H TORINO EL 1682 a sei anni dalla morte di Aleksej Romanov, i due figli, i fratella I stri Ivan V e Pietro I, furono incoronati entrambi Zar nel Cremlino di Mosca. Era una finzione, perché il potere era stabilmente nelle mani della reggente Sofia, sorella di Ivan. Ma le apparenze dovevano essere salve: per i due giovani granduchi fu costruito un trono a due posti e i gioiellieri di corte confezionarono due uguali corone di foggia orientale: due dorate emisfere splendenti di diamanti, smeraldi, rubini, bordate di zibellino. Inutile cercare il doppio trono, lugubre e mostruoso, fra i «Tesori dal Cremlino», la ricchissima esposizione che si apre oggi al pubblico al Castello di Torre Canavese. Ma alla corona di diamanti di Pietro non ha rinunciato certamente Marco Datrino, il mecenate e antiquario che questa mostra ha voluto ottenendo dai musei statali russi le cose più belle e clamorose conservate al Cremlino. Non solo perché è uno dei pezzi più pregiati, ma perché storicamente fra i più significativi. Colui che sarebbe passato alla storia come Pietro il Grande, cioè l'imperatore che spese la vita per fare della Russia una grande e moderna potenza, fu incoronato secondo un rituale antico che accomunava il despotismo orientale, retaggio della dominazione tartara, allo splendore dei cerimoniale religioso bizantino. Stato e Chiesa dunque. Altri due fra i 108 preziosi pezzi della mostra, che resterà aperta sino al 3 luglio, simbolizzano bene questa dualità di potere: il trono d'avorio di Ivan IV il Terribile del XVI secolo e il coperchio in argento dorato e pietre rare che chiudeva il reliquiario di San Cirillo Belozerskij del XVH secolo. Realizzato in legno e ricoperto di placche d'avorio incise a soggetti mitologici, il trono è di fattura occidentale. Perché è vero che fu Pietro il Grande ad aprire con la sua città, Pietroburgo, una finestra sull'Europa, ma già dai tempi di Ivan il Terribile nella seconda metà del '500 i rapporti con le potenze occidentali erano fiorenti e intensi. Proprio allora i russi concedevano agli inglesi il permesso di commerciare attraverso la Muscovy Company sulle coste del Mar Bianco ad Arcan- gelo. Ivan meditava di sposare una nobildonna della corte di Elisabetta e fra i due sovrani intercorse uno scambio epistolare e di ambasciatori. Come testimoniano i numerosi oggetti di squisita fattura inglese in mostra: boccali, bricchi, coppe, fiasche, candelieri in argento dorato, realizzati fra il '500 e il '600. Ma non solo da Londra giungevano ambasciatori carichi di doni. Dall'Aia e da Amsterdam arrivavano soprammobili in oro. Da Amburgo una esotica profumiera in argento a forma di montagna per guarnire la sfarzosa tavola imperiale. E ancora da Norimberga, da Augsburg , da Parigi provenivano doni e gioielli. A testimoniare la devozione ortodossa, e lo sfarzo del patriarcato moscovita, non c'è soltanto il gemmato coperchio del reliquiario di San Cirillo. Ecco, risalente alla seconda metà del '500 e voluto da Ivan il Terribile, un Vangelo racchiuso in una copertina d'argento dove le immagini in rilievo di Cristo e i santi emergono da un mare di arabescata filigrana. Ecco un'icona da viaggio, racchiusa in un involucro d'argento, dove la Madonna di Vladimir è ricoperta d'oro e tempestata di perle. Simbolo di purezza, le perle adornano l'icona di Sant'Aleksej e una croce d'altare, entrambi del '600. Con il passaggio del potere nelle mani dei Romanov, nel '600, il Cremlino perde definitivamente le sue caratteristiche di fortezza e all'interno delle sue mura realizzate da architetti italiani si anima una reggia sfarzosa. E proprio al '600 risalgono molti degli oggetti esposti, comprese le armi pregiate: pistole in avorio e argento, archibugi e carabine intarsiati di madreperla. Con l'inizio del '700 la capitale si sposta a Pietroburgo, ma i molti oggetti risalenti ai secoli successivi ci dicono che i palazzi del Cremlino continuano a racchiudere tesori. Per esempio l'orologio «Tempio di gloria» in bronzo, oro e smalto dove sopra al quadrante un'aquila ogni cinque secondi fa cadere una perla nel becco di un aquilotto, e ogni tre ore al suono di un organo meccanico i battenti del mobile si spalancano per lasciare ammirare una cascata di cristallo. Sergio Trombetta Dall'Europa del '500 doni per lo Zar che cercava moglie fra le dame della corte inglese Cinque secoli di sfarzo: la lunga gara tra patriarcato e sovrani La corona di diamanti di Pietro I

Persone citate: Aleksej Romanov, Cirillo Belozerskij, Cristo, Ivan Iv, Marco Datrino, Romanov, Terribile