L'aereo s'inabissa salvato il fegato da trapiantare di Fabio Galvano

L'aereo s'inabissa, salvato il fegato da trapiantare GRAN BRETAGNA Blitz di tre uomini-rana della «Royal Navy» L'aereo s'inabissa, salvato il fegato da trapiantare LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il trapianto è riuscito, ma grazie agli uomini-rana. Il piccolo «Cessna» che nel cuore della notte portava a Edimburgo il fegato di un donatore, per un trapianto d'emergenza, ha avuto un guasto ed è stato costretto ad ammarare nel Firth of Forth. Ma il delicato intervento è stato ugualmente effettuato, sia pure con un piccolo ritardo, grazie alla bravura di tre uomini-rana della Marina britannica, che sono riusciti a recuperare dal relitto sommerso l'involucro a tenuta stagna contenente l'organo. «L'ho subito riconosciuto, l'avevo visto alla televisione», ha commentato uno dei sommozzatori. La scatola d'accaio inossidabile non era danneggiata, il suo contenuto non aveva risentito dell'urto. Ieri sera, mentre i due piloti si rimettevano dallo spavento e i sommozzatori raccontavano l'incredibile storia, un'anonima donna di 25 anni ricominciava a vivere con un fegato che è davvero da Guinness dei primati. Era l'una di notte quando l'aereo, proveniente da Birmingham, ha avuto l'avaria. In piena oscurità, il pilota ha ritenuto che fosse più prudente evitare la costa e ha preferito dirigersi verso una lingua di mare poco profondo, nei pressi di Musselburgh. E' riuscito nell'intento; ma dopo pochi secondi l'aereo è affondato, a un centinaio di metri dalla spiaggia. Il pilota e il suo accompagnatore sono riusciti a mettersi in salvo, a nuoto; ma non hanno ovviamente potuto trascinare con sé il pesante involucro con il fegato di ricambio, appena prelevato da un donatore morto in seguito a un incidente stradale. I due hanno subito dato l'allarme; e a quel punto sono entrati in funzione i potenti mezzi della Royal Navy. Tirati giù dal letto nel cuore della notte, i tre sommozzatori erano pronti in poco più di un'ora al loro intervento, alla base navale di Rosyth. A sirene spiegate sono arrivati sul luogo dell'incidente. I vigili del fuoco erano ormai sulla spiaggia, e con i loro potenti riflettori illuminavano la coda dell'aereo, che affiorava appena nei dieci metri d'acqua del Firth of Forth. Dal personale medico, fatto venire dall'ospedale, le ultime raccomandazioni di come maneggiare il delicato involucro. Gli uomini-rana hanno raggiunto il relitto, poi si sono immersi. «Una sola cosa era molto chiara», ha raccontato in seguito John «Yo-yo» Ravenhall, il sommozzatore che ha recuperato l'organo sommerso: «Non c'era tempo da perdere. Mi sono spinto sotto un'ala dell'aereo e ho trovato il portello. Ho cercato di capire rapidamente come fosse la struttura del velivolo, poi ho cercato di entrare. Ma ogni volta il portello mi si chiudeva sulla schiena. Alla fine sono riuscito: e subito, dietro il sedile del pilota, ho visto quello che cercavamo. L'ho riconosciuto facilmente, si vedono sempre i poliziotti che li maneggiano in «Pronto soccorso» (è il titolo di una telenovela ospedaliera inglese; ndr). In un paio di minuti avevo recuperato la scatola d'acciaio. Per fortuna il tempo era buono e il mare tranquillo, altrimenti sarebbe stato molto più difficile». Il resto è ordinaria amministrazione. Un rapido controllo, per verificare che il contenitore una scatola alta 60 centimetri, larga 40 e profonda 40 - fosse ancora in buone condizioni, poi un'altra corsa a sirene spiegate verso l'ospedale, dove medici e paziente attendevano. Era l'alba, la delicata operazione con il fegato venuto dal fondo del mare poteva cominciare. Fabio Galvano

Persone citate: Firth

Luoghi citati: Birmingham, Edimburgo, Gran Bretagna, Londra