I rifiuti portano in Svizzera
Dal carcere l'ex segretario di Saragat accusa anche Andreotti I rifiuti portano in Svizzera Manette al socialista Milani «grande accusatore» di Craxi Sono intanto partite per Roma altre due richieste di autorizzazione a procedere. Riguardano Renato Altissimo, segretario pli dimissionario, e Antonio Cariglia, ex segretario psdi. Entrambi erano già stati «avvisati» per violazione della legge sul finanziamento ai partiti. Continua intanto il braccio di ferro tra la procura e il giudice per le indagini preliminari. Il giudice Ghitti, malgrado il parere contrario di Di Pietro, ha detto nuovamente no alla scarcerazione di Valerio Bitetto, l'ex consigliere Enel in quota al psi. Secondo Ghitti non è contestato nel capo d'imputazione l'episodio (tangenti Fiat Avio) per cui Di Pietro ha dichiarato concluse le indagini. Ma il giudice Ghitti non dice solo «no». E infatti ha accolto il parere della procura sulla remissione in libertà di Gianni Dell'Orto, il presidente Saipem agli arresti domiciliari dal 18 marzo. E' ancora a San Vittore, invece, Gabriele Cagliari, il presidente dell'Eni arrestato il 9 marzo. Il difensore di Cagliari ha presentato una istanza di scarcerazione al Tribunale della libertà. Scrive l'avvocato Vittorio D'Aiello: «Cagliari ha ammesso gli addebiti, ha riconosciuto l'esistenza di fondi neri Eni e ha rivelato le modalità di finanziamento dei partiti. Ammesso e non concesso che, secondo il teorema dell'accusa, Cagliari fosse inserito in un certo sistema, con la sua condotta ne ha preso le distanze». Infine due scarcerazioni. Hanno lasciato San Vittore Claudio Bonfanti, psi, arrestato il 29 gennaio per le tangenti sulle discariche, e Saverio Damiani, ex magistrato del Tar del Lazio. Damiani, che ha il record della detenzione più lunga, era stato arrestato il 23 settembre, 192 giorni fa. Fabio Potetti MILANO. Rifiuti. Portano in carcere e ai conti cifrati nelle banche svizzere, intestati a un de e a un pds, le inchieste delle Tangentopoli lombarde sui «rifiuti d'oro». Due gli arresti a Monza. E' finito «dentro» l'ex parlamentare socialista Gianstefano Milani, uno dei «grandi accusatori» di Bettino Craxi. A lui, strenuo oppositore dell'allora segretario del garofano, si devono le ultime rivelazioni sulla gestione amministrativa del partito, che fecero decidere ai magistrati di Milano di inviare il primo avviso di garanzia in via del Corso. Milani, definito uno dei «moralizzatori» del psi, prima di diventare parlamentare era stato consigliere e assessore a Milano. Con Milani è finito in carcere a Monza un'altra vecchia conoscenza del giudice Di Pietro. Si tratta dell'imprenditore Gregorio Paonessa, amministratore delegato della Igm spa. Paonessa era finito a San Vittore il 3 dicembre, accusato di aver promesso una mazzetta per ottenere l'appalto della discarica di Carimate. Milani e Paonessa sono accusati di corruzione e di violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Secondo i magistrati Paonessa, nella sua veste di amministratore delegato della Igm spa, ha pagato tangenti a politici per ottenere l'appalto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Seregno, in provincia di Milano. Un affare da due miliardi con mazzetta al 10%. A svelare ai giudici il nuovo capitolo dell'inchiesta è stato Gianmario Cazzaniga, ex segretario psi di Seregno, già arrestato per le tangenti sulle licenze commerciali a Monza. Cazzaniga, che ora è agli arresti domiciliari, ha confessato di aver ricevuto ordine da Loris Zaffra, ex segretario regionale del garofano, mandato a San Vittore da Di Pietro, di versare 160 milioni a Milani, come sostegno alla sinistra socialista. Zaffra, interrogato a sua volta dai giudici, ha confermato di aver preso accordi con Gregorio Paonessa per una tangente di 200 milioni in cambio dell'appalto. Finite le confessioni sono scattate le manette. E dai «rifiuti d'oro» di Mantova spuntano i conti cifrati aperti nelle banche svizzere. [f. poi.] Domenico Modugno, mister Volare, ex parlamentare del partito radicale
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