I giudici :manette a Prandini

Interno Chiesta l'autorizzazione all'arresto per l'ex ministro e per il de Cafarelli I giudici; manette a Prandini «Tangenti da 25 miliardi sugli appalti Anas» ROMA DALLA REDAZIONE L'inchiesta della magistratura romana sullo scandalo delle tangenti Anas segna un passo in avanti: i giudici hanno chiesto l'autorizzazione all'arresto per l'ex ministro del Lavori publici Giovanni Prandini, e per il parlamentare de Francesco Cafarelli, ex segretario della commissione Antimafia. I due sono accusati di concussione aggravata in concorso con l'ex direttore genarale dell'Anas, Antonio Crespo, e con il consigliere comunale di Roma, Lorenzo Cesa. Il dossier dei magistrati della Procura che indagano sullo scandalo Anas (Giancarlo Armati, Cesare Martellino, Giorgio Castellucci e Sante Spinaci) è stato già inviato al Tribunale dei ministri. I giudici hanno contestato a Prandini e alle altre tre persone sedici capi d'imputazione che fanno riferimento ad episodi diversi. Dall'insieme della vicenda emergerebbe che, per l'assegnazione di numerosi lotti di lavori, sarebbero stati chiesti ed ottenuti 25 miliardi di lire di tangenti. L'ex ministro dei Lavori pubblici nega ogni addebito, la sua reazione non è stata diversa da quella fatta registrare quando iniziò la complicata inchiesta e si fece, per la prima volta, il nome di Prandini. «E' ormai scadenza fissa - è i! commento che il democristiano affida ad un comunicato - che il sabato pomeriggio ci siano indiscrezioni della Procura di Roma che preannunciano iniziative contro di me presso il Tribunale dei ministri. Per l'ennesima volta prosegue il comunicato - riconfermo di non aver mai chiesto nulla a nessuno e di non aver ricevuto alcunché. E' con profonda amarezza che devo prendere atto, ancora prima di qualsiasi indagine sia stata autorizzata (ad oggi in 21 anni di attività parlamentare mai nessuna autorizzazione a procedere è stata richiesta), che si danno per fondate affermazioni che non hanno alcun riscontro nella realtà». Il «dossier» dei giudici, definito «voluminoso», contiene gli atti e la specificazione dei sedi- ci capi di imputazione nei quali i nomi degli accusati compaiono o singolarmente o sotto il profilo del concorso. Un capitolo a parte riguarda la storia del conto svizzero, attribuito a Prandini, che però nega di esserne il titolare. I pubblici ministeri romani avrebbero accertato definitivamente la sigla del conto e conoscono i nomi di tutti coloro che, per bonifico bancario, vi hanno depositato cifre. Sembra siano state trovare tracce di ingenti versamenti (un miliardo e mezzo) effettuati dall'imprenditore Antonio Baldi. L'intestatario ufficiale di questo conto svizzero sarebbe un cittadino elvetico che gli investigatori stanno cercando di identificare. Secondo l'accusa il «contatto» fra corrotti e corruttori non avveniva per via diretta ma attraverso un complicato sistema di «collettori» dove si riversavano le somme sborsate dalle imprese. Il filone dell'inchiesta, infatti, non si è chiuso con l'invio delle carte al Tribunale dei ministri. I magistrati avrebbero già identificato altri diversi «collettori» di tangenti che avrebbero raccolto, dai cento e più imprenditori interrogati nel corso delle indagini, la prova del versamento di altri svariati miliardi di lire. In tutti questi fatti i magistrati della Procura della Repubblica di Roma hanno individuato un vero e proprio sistema per ricavare cospicui utili dall'assegnazione degli appalti. Ecco l'elenco degli appalti che, secondo l'accusa, sarebbero stati sottoposti a tangenti: statale 98 Andriese-Coratina; statale 93 Barletta-Canosa; statale 16, asse attrezzato sud; fascia tirrenica ligure-toscana, tratto autostradale; strada Foggio-Cerignola; raccordo Ascoli-Porto d'Ascoli; strada Spino d'Adda¬ ci remona; tratto stradale Follonica-Cecina; strada Pontassieve-San Francesco; strada statale 63 Cadimerlo-Casina; autostrada della Cisa (Borgo Val di Caro); tangenziale di Fossano; strada statale 131 a Carlo Felice (Sardegna); strada statale Melfi-Potenza; strada statale Bradanica-Pian di Scaccia, a Leonessa (Bergamo); lotto unico Santa Lucia. Il de Francesco Cafarelli (sopra) e l'ex ministro Giovanni Prandini