la dc sotto assedio replica a Occhetto

Dopo le critiche delle opposizioni, piazza del Gesù non rinnega la tesi del complotto Dopo le critiche delle opposizioni, piazza del Gesù non rinnega la tesi del complotto la de sotto assedio replica a Occhetto Martinazzoli: l'esposto è un gesto di legittima difesa ROMA DALLA REDAZIONE La de non torna indietro. Certo precisa, puntualizza, o, al massimo, come fa Guido Bodrato, sostituisce la parola «complotto» con l'asserzione convinta che esiste «un tentativo di distruggere questo sistema». Detto questo, però, l'esposto per cospirazione contro ignoti presentato dai gruppi parlamentari democristiani alla procura di Roma, di fatto non viene rinnegato, malgrado la sortita abbia suscitato delle reazioni negative. Anche perché quelle due paginette firmate da Bianco e De Rosa, se pure non hanno avuto l'imprimatur diretto della segreteria, sono nate quasi come un atto dovuto, per dare uno sfogo alla rabbia che c'è nelle file democristiane. Così, ieri in un convegno a Ravenna, Mino Martinazzoli è stato il primo a spiegare il senso di quell'«esposto». «E' stato - ha detto - un gesto di legittima difesa, un gesto di tutela della democrazia». Con Occhetto, invece, che ha paragonato le tesi de a quelle di Riina sui pentiti, il segretario de è stato durissimo: «E' il tipico sillogismo cretino». E con altrettanta veemenza ha risposto a chi dice che la de ha perso la testa. «E' un'ingiuria alla quale dovrei rispondere con un'ingiuria. Ma non è nel mio stile». Il segretario ha difeso, quindi, l'iniziativa dei due capigruppo de e non avrebbe potuto fare altrimenti: Martinazzoli pur non avendo partecipato all'ideazione dell'iniziativa e alla sua formalizzazione era stato messo al corrente di tutto e non aveva espresso dubbi. Per compensare i toni duri sull'argomento magistratura, il segretario de ha compiuto altri due passi sul terreno del rinnovamento del partito accompagnandoli da un ricordo: a Ravenna ha confermato l'intenzione di voler cambiare il nome alla de; e poi, ricordando tra le lacrime la figura di Zaccagnini, ha preannunciato in tempi brevi un congresso dei cattolici democratici. Fin qui il segretario. Ancora più decisi, invece, nella difesa dell'«esposto» sono stati gli autori materiali dell'iniziativa che hanno polemizzato a più riprese con Achille Occhetto. «Quelli che dicono che abbiamo perduto la testa - ha spiegato, ad esempio, Gerardo Bianco, capogruppo dei deputati -, mostrano di non averla affatto e non capiscono che quando noi difendiamo il nostro movimento politico, difendiamo anche gli altri partiti che con noi hanno costruito questa Repubblica». Ed ancora: «Noi con l'esposto abbiamo fatto un atto di fiducia nei confronti della magistratura a cui abbiamo chiesto di fare chiarezza su aspetti inquietanti delle affermazioni dei pentiti... quello che ha detto Occhetto è senza senso. Non so ha perduto la capacità di distinguere e di intendere o se proprio non vuole capire. Comunque la de difenderà la sua storia in tutte le sedi, non escluse quelle giudiziarie». Stesso concetto è venuto da Giuseppe Gargani, altro estensore del documento: «Noi ha detto - non abbiamo parlato di complotti, chiediamo chiarezza e verità sulla nostra storia che poi è quella del nostro Paese. Invece, Occhetto non ha capito la nostra squisita sensibilità nel non voler fare ossessivamente la storia del pei di cui Occhetto è figlio». Così, sia pure precisata e spiegata, la difesa della storia della de da un tentativo di cri¬ minalizzazione, come sostengono a piazza del Gesù, è diventata la «linea del Piave» democristiana. Nel vertice de c'è, infatti, davvero la convinzione che sulla scia delle ultime inchieste sia in atto nel Paese un «tentativo - come ha spiegato Bodrato di sostituire la de» nello scenario politico italiano. Questa tesi, condivisa da Martinazzoli, come da Andreotti, Gava e Forlani, probabilmente condizionerà le prossime mosse del partito, anche se Rognoni ieri sera si è dichiarato «poco convinto» dell'espostodenuncia. E' difficile, infatti, che il vertice de torni indietro nella polemica con i giudici. Come è difficile che da piazza del Gesù venga un «sì» ad un governo con il pds, se l'atteggiamento di Occhetto e dei suoi sulle inchieste giudiziarie non si modificherà. Ma proprio perché questa posizione potrebbe diventare impopolare, Martinazzoli è sempre più deciso nella volontà di accelerare il rinnovamento del partito: e l'idea di un congresso di rifondazione dei cattolici democratici lanciata a Ravenna da tenersi in tempi brevi, nasce proprio da questa esigenza. f—1 A sinistra, il segretario della de Mino Martinazzoli Sopra, Giuseppe Gargani: «Chiediamo solo chiarezza»

Luoghi citati: Ravenna, Roma