Veleni sulla campagna elettorale di Giampiero Paviolo

Bossi (Lega Nord) attacca il dissidente Pioli: «Sei un pallone gonfiato» Bossi (Lega Nord) attacca il dissidente Pioli: «Sei un pallone gonfiato» Veleni sulla campagna elettorale Oggi Benvenuto e Occhetto La Corte di Cassazione ha stabilito che uno dei 10 referendum, quello sugli enti locali, è superato dalla legge elettorale varata alcune settimane fa. A meno di ripensamenti del governo, Torino voterà il 6 giugno (primo turno) e il 20 giugno (ballottaggio). Alle urne andranno 823 mila torinesi. Sono 823.207 gli abilitati al voto per il referendum (388.784 maschi e 434.423 donne), ma questo numero cambierà per effetto dell'ultima verifica elettorale, prevista dopo la consultazione del 18 aprile. Il prossimo sindaco sarà votato dalla gente, resterà in carica 4 anni e potrà contare sull'appoggio di 8 assessori esterni al Consiglio. Il quale sarà ridotto da 80 a 50 membri. Diminuiranno anche le assemblee di circoscrizione (da 32 a 20 membri). Tuttavia la legge sui «piccoli Consigli» è poco chiara. Da un lato precisa che «si applicano le norme per l'elezione dei Consigli nei Comuni superiori ai 15 mila abitanti». Dall'altro non precisa se anche i presidenti di quartiere dovranno essere eletti direttamente in due turni, con il ballottaggio. Dopo un colloquio tra il pidiessino Carpanini e il commissario Malpica (che oggi chiederà lumi al ministero), il senatore della Quercia Gianotti ha presentato un quesito a Spadolini. Problemi di interpretazione a parte, i partiti si muovono alla ricerca di un candidato. Oggi ne discutono con i dirigenti torinesi tanto il neo-segretario socialista Benvenuto che il segretario pds Occhetto. Ieri mattina blitz di Umberto Bossi alla Lega Nord. Di passaggio per Asti, il Senatur ha avuto un lungo colloquio con Gipo Farassino. Con quali risultati, segretario? «Nessuno, abbiamo parlato del tempo». Via, ■ non ci crede nessuno. Avete un candidato-sindaco? «Non ancora, lo troveremo e sarà una sorpresa». Intanto l'altra Lega, quella di Pioli, si prepara alla battaglia. «Ci attendiamo liste di disturbo. Pioli? E' un palloncino gonfiato a capo di gente senz'arte né parte». Gianni Pavera, a Torino come sponsor del «sì» ai referendum, «dribbla» le domande sulla de: «Non ne sono mai uscito, anche perché non ne sono mai entrato. Sono stato eletto come indipendente e oggi, a maggior ragione tale rimango». Sulle elezioni amministrative non si sbilancia, lascia la parola a Sergio Gaiotti che assicura: «Stiamo preparando il programma sentendo la gente. Ogni martedì siamo nei quartieri». Avete un candidato sindaco? «Non ancora, faremo elezioni primarie il 18 aprile in concomitanza con i refenrendum. Comunque cerchiamo alleanze». I popolari di Mariotto Segni contestano la de dall'esterno. Ma anche dall'interno c'è chi non vuol più sentir parlare della vecchia «nomenclatura» torinese. Si tratta di un gruppo che si autodefinisce «forza del cambiamento», del quale fanno parte aderenti al manifesto di Marti- nazzoli: da Giorgio Agagliati a Piero Damosso, da Bruno Fantino a Antonio Saitta. Oggi s'incontrano al Salone «Beato Allamano» per un dibattito al quale partecipano Bodrato, Morgando e il prof. Mario Chiavario, il garante che ha anticipato la regola (accolta dal Consiglio nazionale) di sospendere gli inquisiti dalle attività di partito. Contestazioni pure tra i giovani del psi: un gruppo chiede di cambiare politica e classe dirigente. Di conseguenza - dopo averlo detto al direttivo di martedì scorso - oggi ripete a Franco Tigani, segretario riconfermato dopo le dimissioni, di andarsene. Mentre i partiti tradizionali li¬ tigano, una pattuglia di intellettuali ha deciso di prendere l'iniziativa per indicare entro il 13 aprile i nomi di un candidatosindaco e della squadra che lo affiancherà. Tranfaglia, Zich, Traniello, Bagnasco, Vattimo, Rusconi, Perone e Manghi stanno consultando «la società civile» alla ricerca di un candidato-sindaco «che non sia espressione diretta di un partito e si richiami al nuovo bisogno di politica che si è affermato ultimamente in città». Al termine lo proporranno, assieme a giunta e programma, ai partiti disponibili a sostenerlo. Giampiero Paviolo Giuseppe Sangiorgio Umberto Bossi (a sinistra) ieri ha attaccato il leader della Lega per Torino Claudio Pioli

Luoghi citati: Asti, Torino