finanziava il traffico d'auto rubate

Sei in manette per ricettazione e falso: un giro d'affari di decine di milioni Sei in manette per ricettazione e falso: un giro d'affari di decine di milioni finanziava il traffico cTauto rubate Nega l'ex direttore di banca. «Accuse infondate» Quando il magistrato gli ha contestato l'accusa Enrico Merlo, 59 anni, pensionato, ex direttore di banca, ex amministratore delegato di una finanziaria, è sbiancato in volto: «Dottore, davvero lei crede che io abbia finanziato un traffico di auto rubate?». Il nome di Merlo compare in un rapporto della polizia stradale consegnato nei giorni scorsi ai giudici Rinaudo e Barberini. In quelle pagine gli agenti parlano di un'indagine iniziata a dicembre. Sei le persone arrestate e accusate di ricettazione e falso. Secondo la polizia i sei, con ruoli e responsabilità diverse, riciclavano auto rubate, usando targhe e libretti di circolazione di vetture analoghe, sinistrate. Un giro di decine di milioni. Una ventina le vetture recuperate dagli agenti: Renault Clio, Audi, Alfa 164, Bmw, Golf. Era la vigilia di Natale, lo scorso anno. Una pattuglia fermò una «Clio». Vettura recente, con un anno di vita. Aveva il numero del telaio manomesso. Il proprietario disse di averla comperata pochi giorni prima, di se- conda mano. Dove? Presso un'officina meccanica, a Collegno, in via Macedonia 23. L'officina è di Diego Gatta, 49 anni. Gli agenti l'hanno controllata per settimane poi, ai primi di febbraio, perquisita. E hanno trovato riscontri ai loro sospetti: «C'erano sei vetture con il numero di telaio contraffatto». Tutte rubate, con targhe e libretti di circolazione appartenenti ad auto sinistrate e comperate per quattro soldi. Tecnica vecchia. Un esempio. Si acquista per 2 milioni una Clio sinistrata, poi viene demolita clandestinamente. Targhe e libretto di circolazione passano su un'altra Clio rubata (500 mila lire al ladro). Bisogna contraffare il numero di telaio: è la cosa più difficile. L'auto è poi venduta per 10 milioni. Un guadagno di 7 milioni: un business. Con Gatta è stato arrestato Raffaele Fera, 35 anni che lavora nell'officina di Collegno. In car- cere sono finiti anche Antonio Colazzo, 50 anni; Renzo Giovando 41 anni; Ezio Bonino, 30 anni. Secondo l'accusa tutti avevano un preciso ruolo nell'organizzazione. Gatta e Fera falsificavano i numero di telai; a volte li aiutava Bonino, ex benzinaio. Colazzo teneva i collegamenti con i ladri ordinando i modelli da rubare. Giovando, commerciante di auto presso una concessionaria torinese, portava clienti all'officina di Collegno. Enrico Merlo, ex direttore di banca, avrebbe dato soldi a Gatta per pagare - ipotizzano gli inquirenti - le vetture rubate e quelle sinistrate. Questa l'accusa. I sei si dicono innocenti. Morra, l'avvocato dell'ex direttore di banca, invita alla prudenza: «Sì, Merlo ha dato del denaro al meccanico; ma si tratta di un regolare finanziamento alla sua attività». Merlo aveva una Peugeot e una Golf contraffatte: «Me le ha date Gatta, a parziale rimborso dei prestiti». Ezio Mascarìno L'ex direttore Enrico Merio (da sinistra) e Diego Gatta

Luoghi citati: Collegno