Sorpresa nel crack Camerano
Sorpresa nel crack Camerano Sorpresa nel crack Camerano Ex sindacalista creditore di 3 miliardi Un ex sindacalista della Uil è il creditore numero uno del crack miliardario di Maurizio Camerano. Il suo nome è emerso a margine dell'indagine che il pm Sandrelli sta conducendo su presunte irregolarità nell'informatizzazione degli archivi dell'Inps: un accordo concluso dalla Olivetti a metà degli Anni 80 grazie all'intermediazione di Maurizio Camerano, cinquantenne commercialista torinese, dichiarato fallito nel '90 e in carcere dal novembre scorso per bancarotta e falso in bilancio. Camerano deve rispondere di un crack di 16 miliardi, dieci in proprio e altri sei delle società che controllava, la Helios e la Selene. Indagando su questi fatti, il pm Sandrelli avrebbe chiesto chiarimenti a Camerano sul ruolo da lui svolto nell'accordo Olivetti-Inps. Camerano, difeso dagli avvocati Bronzini e Giaimo, non avrebbe avuto difficoltà ad ammettere il suo interessamento: «E' vero - avrebbe detto - ma è tutto regolare e fatturato. Ho ricevuto 300 milioni per l'intermediazione». Camerano avrebbe cioè messo a frutto i suoi contatti in casa Olivetti e nel sindacato (che partecipa alla gestione dell'Istituto di previdenza) per far andare a buon fine l'accordo. Allo stato dei fatti, dunque, l'unico aspetto sconcertante è che l'Inps abbia dovuto fare ricorso ad un intermediario per collaborare con l'Olivetti. In ogni caso, la scorsa settimana la Guardia di Finanza avrebbe anche sentito su questi fatti Teodoro Cresta, l'ex-socio di Camerano nella Helios. Cresta sarebbe stato il «contatto» del finanziere fallito nella Olivetti. Al sindacato avrebbe invece provveduto lo stesso Camerano. Sulla base di quali conoscenze non si sa. C'è però un fatto curioso. Tra tutti i creditori di Camerano quello che risulta essere il più danneggiato è Mauro Scarpellini che, fino all'88, faceva parte della segreteria generale della confederazione e, si diceva, vicinissimo al leader Giorgio Benvenuto, attuale segretario del psi. Scarpellini pretende da Camerano la restituzione di ben due miliardi 608 milioni da con¬ siderarsi tutti suoi risparmi. Scarpellini fu uno degli ultimi a insinuarsi nel fallimento Camerano. Un paio di anni fa, accompagnato dall'avvocato Assunta Confente, si presentò al giudice Nosengo, chiedendo di essere ammesso all'elenco dei creditori del finanziere fallito. Il sindacalista raccontò di aver consegnato il denaro a Camerano in contanti e chiuso in una valigetta 24 ore. Come prova della bontà di quanto affermava, mostrò al giudice assegni e titoli consegnatigli da Camerano in garanzia. La circostanza fu oggetto di qualche ironia da parte del legale che più si era battuto contro Camerano, l'avvocato Coticoni: «Ben pressati, due miliardi e mezzo possono anche starci in una 24 ore, certo che è un modo di comportarsi quantomeno originale». Mauro Scarpellini, nell'83, venne anche coinvolto nella vicenda di Loris Scricciolo, il sindacalista Uil finito in carcere per spionaggio politico-militare per conto dei servizi segreti bulgari. Una vicenda oscura che gettò più ombre sulla Uil.
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