Annoni porlo «Davo le mazzette all'In»

L'avvocato romano, fiduciario Edilpro e grande elemosiniere de, chiama in causa Zamorani L'avvocato romano, fiduciario Edilpro e grande elemosiniere de, chiama in causa Zamorani Annoili porlo: «Davo le mazzette all'In» Per il Galileo Ferraris 250 milioni, 50per il Politecnico «Ma non so chi fosse l'ultimo destinatario delle tangenti» «Ho dato i soldi a Mario Alberto Zamorani, era lui il mio referente». Marco Arnioni, uno dei «grandi elemosinieri» della de, ha deciso di parlare, e l'inchiesta sulle tangenti, grazie alla sua collaborazione, potrebbe ricevere un impulso decisivo. Il primo nome che ha fatto è quello dell'ex vicedirettore generale dell'Iri-Italstat, arrestato a Milano dai giudici di Mani pulite, come Annoni inquisito per l'appalto di Malpensa 2000. Un manager, Zamorani, che è entrato nella storia di Tangentopoli grazie a una sua dichiarazione profetica, resa all'uscita di San Vittore, dopo due mesi di detenzione: «Se i magistrati vanno avanti, con quello che sanno arresteranno mille persone». Annoni, in carcere da fine febbraio, all'inizio della settimana aveva chiesto al gip Sorbello ancora qualche giorno per riflettere. Sapeva che la sua posizione era diventata critica, che i magistrati lo avevano messo con le spalle al muro, ma sapeva anche che una sua collaborazione avrebbe potuto aprire quel fronte d'indagine sulle concessionarie di Stato, che i magistrati considerano uno dei grandi collettori di tangenti per i partiti. Ieri Annoni non ha deluso le attese. Per due ore, alla presenza dell'avvocato Roberto Bronzini, ha spiegato il suo ruolo nelle due vicende torinesi in cui è coinvolto: Galileo Ferraris e Politecnico. L'appalto per la nuova sede del Galileo Ferraris era finito sotto inchiesta in seguito alle rivelazioni dell'architetto Antonio Savoino prima, e poi di Giuseppe Gilardi, titolare dell'omonima impresa di costruzioni: «Se non avessi pagato la mazzetta non avrei mai vinto la gara», disse l'imprenditore ai magistrati. Il dottor Maddalena e il pm Corsi concentrarono la loro attenzione sulla Edilpro (gruppo Iri-Italstat), concessionaria dell'opera, che l'aveva affidata in costruzione alla Gilardi. Annoni era il segretario della commissione nominata dalla Edilpro, che doveva giudicare i progetti presentati dalle imprese. Era lui il fiduciario della concessionaria, il cassiere incaricato di riscuotere le tangenti. Annoni venne arrestato a Roma, due giorni dopo finì in carcere Francesco Di Mattia, amministratore delegato Edilpro. Per entrambi, l'accusa era di corruzione. Ieri Annoni avrebbe raccontato: «Mario Alberto Zamorani mi telefonò e mi disse che sarebbe passato da me un imprenditore per consegnarmi 250 milioni. Era Giuseppe Gilardi, che si era appena aggiudicato con quella tangente l'appalto per la nuova sede del Galileo Ferraris. Quel denaro lo consegnai allo stesso Zamorani». E poi? «Non so a quale uomo politico erano infine destinati quei soldi. Io ero solo l'intermediario. Questa domanda rivolgetela a Zamorani». Il Galileo Ferraris era un'opera realizzata con finanziamenti Fio del ministero del Bilancio, all'epoca retto dal de Cirino Pomici - no. «Non so niente di Pomicino ha detto Annoni -. Non so se il denaro andava a lui». Marco Annoni è accusato anche di aver preteso due tangenti di 50 e di 60 milioni su due lotti di lavori per l'ampliamento del Politecnico, in corso Duca degli Abruzzi. La prima mazzetta l'avrebbe presa dall'impresa Cerasi di Roma: 60 milioni. La consegna sarebbe avvenuta «nel solito modo»: Zamorani avrebbe telefonato ad Annoni per annunciargli la visita di un imprenditore. «Anche quella volta - avrebbe detto Annoni - consegnai i soldi a Zamorani». Per il secondo lotto invece Annoni ha respinto ogni accusa: «E' vero che ho preso del denaro, ma era un pagamento delle mie prestazioni professionali. Sono un avvocato, ero stato contattato per una consulenza». Secondo l'accusa, i titolari delle ditte Cerasi e Guerrini di Torino gli avrebbero pagato 25 milioni ciascuno. Nei prossimi giorni Annoni sarà messo a confronto con Guerrini e Cerasi. Ieri pomeriggio il procuratore aggiunto Maddalena ha interrogato tre segretarie della Sagat, la società che gestisce l'aeroporto di Caselle. Dalle tre donne voleva avere informazioni sulle abitudini dell'ex presidente Maurizio Bordon, socialista, in carcere con l'accusa di concussione: i viaggi, le amicizie, gli uomini politici che andavano a trovarlo nel suo ufficio. Tutti elementi che serviranno a definire il ruolo di Bordon. Brunella Giovara Nino Pietropinto Per l'inchiesta sull'aeroporto sentite le segretarie di Bordon Chi riceveva, dove si recava in viaggio il presidente? A destra, l'aw. Marco Annoni. Sotto, Mario Alberto Zamorani Il costruttore Giuseppe Gilardi (sopra) consegnò 250 milioni ad Annoni

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino