Salvador liberi i killer dei gesuiti
Quattro anni fa assassinarono sei religiosi sospettati di simpatie per i guerriglieri Quattro anni fa assassinarono sei religiosi sospettati di simpatie per i guerriglieri Salvador, liberi i killer dei gesuiti Amnistia per i militari responsabili della strage Sono rimasti in carcere meno di due anni. Ieri, un'amnistia li ha rimessi in libertà. Si chiamano Guillermo Alfredo Bena vides e Yusshy Rene Mendoza. Prima di essere arrestati, facevano parte dell'esercito salvadoregno, rispettivamente con i gradi di colonnello e di tenente. Nel settembre del 1991, dopo un processo durato tre gior- ni, erano stati condannati a trent'anni di detenzione. I giudici li avevano riconosciuti colpevoli di una delle più clamorose stragi compiute durante la «guerra sporca» nel Salvador. In una notte di novembre del 1989 avevano preparato e diretto un raid delle squadre speciali antiguerriglia nel campus universitario di San Salvador. Il loro obiettivo erano sei padri gesuiti, sospettati di essere «ideologi dei ribelli». I loro corpi furono rinvenuti il giorno dopo, crivellati da raffiche di mitra. La furia delle squadre speciali infierì anche contro la cuoca dei gesuiti e sua figlia, responsabili di aver assistito al massacro. Otto vittime fra le migliaia provocate dalla guerra che per decenni ha insanguinato il Paese centro-americano. Ma erano vittime «eccellenti». Lo sdegno causato in tutto il mondo da quella strage indusse il governo degli Stati Uniti ad attenuare il sostegno che fino ad allora aveva accordato al regime militare. Indirettamente, dunque, quel massacro contribuì al raggiungimento degli accordi di pace, che vennero firmati nel gennaio dello scorso anno. E ora, per «garantire quella pace», per dare «un colpo di spugna al passato», gli assassini dei gesuiti sono stati rimessi in libertà. Il presidente Alfredo Cristiani, infatti, ha proclamato un'amnistia in favore dei detenuti «responsabili di crimini di guerra». Secondo il quarto tribunale penale di San Salvador, incaricato di decidere sulla strage avvenuta nel campus, il colonnello Benavides e il tenente Mendoza si sono comportati «in base alla logica dello scontro in atto in quel momento». E' per questo che ieri le loro celle sono state aperte. Dall'amnistia vengono esclusi, su esplicita richiesta di Washington, i guerriglieri di sinistra che durante il conflitto hanno ucciso militari americani. Il fatto che il colonnello Benavides e il tenente Mendoza facessero parte di una unità antiguerriglia addestrata dagli Stati Uniti, non ha nessuna rilevanza. Così come non conta assolutamente nulla il fatto che, sul banco degli imputati, non sia mai salito il ministro della Difesa Rene Emilio Ponce, cioè l'uomo che gestì in prima persona la strategia delle stragi. Silvano Costanzo
Persone citate: Alfredo Cristiani, Guillermo Alfredo Bena, Mendoza, Rene Emilio Ponce, Rene Mendoza, Silvano Costanzo
Luoghi citati: Salvador, San Salvador, Stati Uniti, Washington
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