Napoli Artali in carcere di Fulvio Milone

Napoli, Aitali in carcere Napoli, Aitali in carcere «Dalla Sme sessanta milioni alpsi» NAPOLI. L'ultimo arresto deciso dai giudici di «Mani pulite» di Napoli è quello di Mario Artali, amministratore delegato della Sme, il gruppo agroalimentare che fa capò all'Iri. Artali* è stato ammanettato ieri a Roma dalla Digos, su disposizione dei sostituti procuratori Francesco Menditto e Vincenzo Piscitelli, con l'accusa di violazione della legge sul finanziamento dei partiti: avrebbe versato 60 milioni al psi per una Festa dell'«Avanti!» a Napoli. La cattura dell'amministratore della Sme è stata ordinata dalla procura circondariale che indaga da tempo sulla compravendita dei voti alle ultime elezioni politiche. Il nome di Artali sarebbe stato fatto da un testimone in un interrogatorio. Ammistratore delegato della Sme dal 17 luglio 1990, Mario Artali ha 54 anni ed ha svolto la sua carriera, oltre che nel settore alimentare, anche nell'industria chimica. Fin dal 1981 ha svolto in Enichem diverse funzioni partecipando alla sua ristrutturazione. E' stato in seguito responsabile degli affari generali della Chimica Augusta, della Enichem Tecnoresine, della direzione generale tecnico commerciale. Dal 1988 è stato vicepresidente di Enichem con responsabilità per le attività commerciali, gli approvvigionamenti strategici e le iniziative internazionali. Intanto nel palazzo di giustizia napoletano, qualcuno comincia a -recitare il mea culpa dopo che due giudici sono stati messi sotto inchiesta dal Csm per presunte collusioni con la camorra. In una saletta al primo piano di Castelcapuano, l'ex membro del Csm Umberto Marconi ricorda fatti e misfatti della Procura della Repubblica negli Anni 80, e dice che probabilmente molti dei mali della giustizia partenopea partono proprio da lì. Rammenta ancora con ama¬ rezza la vicenda di un gruppo di suoi colleghi pagati dalla Regione per collaudare le opere della ricostruzione sulle quali avrebbero poi. dovuto indagare. «Davanti alla torta delle migliaia di miliardi piovuti in Campania dopo il terremoto bisognava fare arrivare qualche briciola ai magistrati che contavano. Lo abbiamo detto in passato e lo ripetiamo oggi: in quel modo i giudici si sono fatti comprare. Anche un bambino avrebbe capito che gli incarichi extragiudiziari non erano altro che un'elargizione del potere politico che aveva bisogno di copertura». La fase più critica dell'amministrazione della giustizia a Napoli risale alla seconda metà degli Anni 80. A quell'epoca il capo della procura era Alfredo Sant'Elia, e Armando Cono Lancuba, uno dei due giudici finiti sotto inchiesta, era uno dei sostituti più influenti. Erano tempi in cui, come dice Marconi, «si aveva l'impressione di trovarsi davanti ad una magistratura forte con i deboli e debole con i forti». Il Csm si trovò alle prese con vicende spinose come il «caso della doppia requistoria»: un sostituto procuratore che aveva chiesto al giudice istruttore di mandare sotto processo un gruppo di amministratori fu smentito dal suo capo, che propose il proscioglimento per tutti. «Alla fine il Csm si spaccò e per pochi voti non diede un giudizio pesantemente negativo sulla gestione». Ma il capitolo più triste è certamente quello sulla ricostruzione del dopoterremoto. «Nell'84, in questa stessa aula, vi fu un'assemblea dell'associazione di Napoli presieduta proprio da Lancuba, che faceva parte del gruppo dei collaudatori. Fu uno scontro duro, ma l'avemmo vinta e il Csm non concesse più autorizzazioni. Ma i collaudatori partirono al contrattacco: si riunirono a casa di Lancuba, e fecero ricorso al Tar». Ma ora, dice Marconi, è il momento di guardare avanti. «Con tutto quello che bolle in pentola, la magistratura napoletana dimostra di voler fare sul serio dice -. Vi sono misteri ancora irrisolti come il caso Cirillo e il rapimento del figlio del senatore De Martino... Forse è giunto il momento di gettare un po' di luce anche su queste vicende. Anni fa era impensabile: il giudice istruttore Carlo Alemi, che indagava sul sequestro Cirillo, fu messo sotto inchiesta dal Csm». Fulvio Milone Mario Artali, amministratore delegato della Sme Sarebbe accusato di violazione della legge sul finanziamento ai partiti per un versamento a favore di una festa dell'Avariti!

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