Conso: codice da rivedere

Conso: codice da rivedere Conso: codice da rivedere I difetti della procedura penale Avviso di garanzia: riflettiamo ROMA. Sull'istituto dell'avviso di garanzia «tutti siamo impegnati a riflettere». Il ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Conso, ha parlato ieri alla Camera su problemi giudiziari, sollecitato da una decina di interrogazioni, ma sull'accesa polemica tuttora aperta per l'uso distorto dell'avviso di garanzia non si è soffermato. Né dopo la seduta ha ceduto alle sollecitazioni dei giornalisti su questo scottante argomento, sollevato l'altro ieri dallo stesso Presidente della Repubblica che ne aveva denunciato l'uso distorto: da atto che tutela, «garantisce», un cittadino avvertendolo che si sta indagando su di lui, ad atto di condanna, con lo stesso impatto che avrebbe una sentenza di colpevolezza. E ieri, nella riunione del governo, il ministro Vitalone ha avanzato la proposta di abolirlo. Il Guardasigilli ha parlato invece a lungo, in un'aula semideserta, del nuovo codice di procedura penale. «Riconosco, e non posso non riconoscere, che la prima fase di applicazione del nuovo codice è stata deludente. Io ne ho sofferto come uomo e come studioso», ha detto il ministro Conso. «Una rilettura e un rinnovamento del codice si rendono necessari - ha ripetuto più volte - e ogni norma va rimeditata alla luce di quanto è avvenuto negli ultimi tempi». Sulla necessità di accelerare i processi penali - ricordata dal presidente Scalfaro al Csm, giovedì - Conso ha affermato che «la civiltà di un Paese si misura anche con la capacità di dare giustizia pronta e, naturalmente, giusta». [r. i.J Ai lettori A causa dello sciopero generale di ieri, al quale hanno aderito i lavoratori poligrafici, «La Stampa» esce oggi senza le edizioni provinciali.

Persone citate: Conso, Giovanni Conso, Scalfaro, Vitalone

Luoghi citati: Roma