Nazista di ferro contro Hitler

Svelato dopo 60 anni il progetto politico dell'uomo che organizzò il putsch Nazista di ferro contro Hitler Fùhrer Rohm, il sogno di una grande Europa Svelato dopo 60 anni il progetto politico dell'uomo che organizzò il putsch BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quando, alla fine del 1929, Adolf Hitler richiamò dalla Bolivia il vecchio compagno di lotta Ernst Rohm per riorganizzare le SA in crisi - i Reparti d'assalto che «il capitano di Monaco» avrebbe comandato fino al '34, quando fu ucciso per ordine del Fùhrer - non immaginava certo che in soli due anni quell'uomo «tozzo e dagli occhi porcini, la faccia sfregiata e il collo taurino» sarebbe diventato il suo maggior oppositore all'interno del partito nazionalsocialista, l'Nsdap. Il solo, come rivelano materiali finora inediti, in grado di organizzare un «progetto alternativo all'hitlerismo»; l'unico a cercare appoggi e finanziamenti consistenti all'estero, soprattutto in Inghilterra e in Francia, ma anche nell'ambito della Società delle Nazioni, per salire al vertice del partito e del Reich dopo essersi sbarazzato di Hitler. Fra quanti si dichiararono disposti ad aiutarlo c'era anche il magnate inglese del petrolio Sir Henry Deterding, l'uomo che fuse l'olandese «Dutch Petroleum Company» con la britannica «Shell» e creò la «Royal Dutch-Shell»: dopo essere salito al potere, Rohm era disposto a concedergli «una posizione di predominio» nel mercato tedesco. La «sensazione storica» di cui parla il direttore dello Spiegel Rudolf Augstein a proposito del libro, appena uscito, che contiene queste rivelazioni (Geheim Akte Gerlich-Bell, Ròhms Piane fur ein Reich ohne Hitler, Ludwig Verlag), è alimentata da due documenti scoperti negli archivi tedeschi dagli autori, Hans Gùnter Ricardi e Klaus Schumann. Mostrano, ed è una sorpresa, che Rohm non era una persona incapace di impadronirsi del potere, come finora si è sempre ritenuto. E ufi govèrno' del Reich sotto il suo comando, nota ancora Augstein, era davvero pensabile e possibile. La sua Germania, certamente, si sarebbe schierata con l'Occidente e non avrebbe cer- cato una guerra su due fronti. E forse, come è stato osservato, sotto la guida dell'omosessuale Rohm, anch'egli membro di una minoranza discriminata, il Reich non sarebbe neppure diventato un nemico fanatico e perverso degli ebrei. Dai documenti - il progetto di politica estera del «Fùhrer Rohm», e un resoconto sui contatti con i sostenitori stranieri emerge che il suo piano «alternativo», poi sfociato nel fallito tentativo di putsch il primo luglio 1934, non era un esercizio fantasioso. In quel materiale che vede la luce soltanto oggi, dopo oltre sessant'anni, c'erano al contrario precise indicazioni sul futuro orientamento internazionale del Reich, e i suoi presupposti operativi: come trovare, all'estero, nel governo e nel partito, gli appoggi politici e finanziari indispensabili alla cacciata di Adolf Hitler e alla presa del potere. A questo scopo, Rohm si preoccupa anche di accreditare un'immagine «alternativa» delle Sturmabteilung, le truppe d'assalto fonda- te nel 1920 e diventate, nell'ultima fase della Repubblica di Weimar e fino alla dissoluzione, uno strumento di terrorismo politico contro gìi avversari del nazismo. «Il partito politico più giovane è stato finora costretto a rispondere agli attacchi degli oppositori - scrive Rohm in una direttiva destinata ai sostenitori stranieri il 23 aprile 1931 -; soltanto queste condizioni negative hanno reso necessaria la creazione di formazioni di questo tipo, ma non ci si deve riferire alle SA come a una truppa militare, e pertanto èsse"" diventeranno in seguito superflue. Le SA non sono una armata di vendetta, hanno soltanto lo scopo di difendere il partito e garantirne il lavoro». Al di là di questo rassicurante messaggio per i potenziali so¬ stenitori dell'«alternativa a Hitler», Rohm disegna un «progetto politico per la Germania». L'obiettivo principale è «il rafforzamento dell'Europa»: «La guerra, e soprattutto il dopoguerra, hanno mostrato come nessun altro periodo prima d'ora che il benessere di un popolo non dipende tanto dalla sua effettiva consistenza, quanto piuttosto dai rapporti che que¬ sto popolo mantiene con gli altri Stati». «Condizione indispensabile» non solo per il benessere della Germania, ma anche «per l'interesse dell'Europa», è dunque che «gli Stati europei si riuniscano in qualche modo in una coalizione». E secondo Rohm, il «partner ideale» del Reich in questa rinnovata Europa delle alleanze «è il Regno britannico». Nessun avvicinamento all'Urss, dunque, neppure tattico. E «nessun accordo» con gli Stati Uniti. Al centro degli interessi di «una Germania forte» c'è l'Europa, soprattutto. E accanto all'alleanza privilegiata con l'Inghilterra, anche un avvicinamento alla Francia viene considerato utile da Rohm, che pensa a realizzare il suo progetto «molto velocemente». Ma.per questo è necessario «un forte sostegno finanziario»: è quanto dovrà cercare di ottenere un collaboratore del capo delle SA, il giornalista Georg Bell, un bavarese con buone relazioni in molti Paesi occidentali. Già nel maggio 1931 Bell avvia la sua missione, cominciando dalla Società delle Nazioni, a Ginevra («per attirare l'attenzione dei politici presenti»), e dagli ambienti diplomatici e finanziari di Berna e di Zurigo. Qui, come più tardi a Parigi e a Genova, Bell prende contatto con «importanti consorzi francesi e inglesi», che «assicurano ogni appoggio a Rohm» a condizione che salga al potere entro pochi mesi, porti la stampa nazionalsocialista sotto l'influenza inglese, e costituisca un Ufficio responsabile per la politica militare, «in un senso ancora da fissare». Rohm accetta le condizioni e assicura che «cercherà di soddisfarle». Più tardi, a partire dall'anno successivo, Bell ha una serie di «incontri confidenziali» a Berlino con avversari di Rohm all'interno del partito. Con alcuni di loro riesce a raggiungere degli accordi che «lo rafforzano» e gli danno «il sostegno necessario» per tradurre in pratica il suo progetto. Stringe una nuova alleanza con i Tedeschi nazionalisti e con il gruppo dell'«Elmo d'acciaio». Ma a questo punto il meccanismo che sembrava perfetto s'inceppa: anche in quell'occasione, il Fùhrer dimostrò di essere superiore a tutti i suoi avversari, almeno nella presa del potere. Quando Hitler fu certo che il suo ex compagno di lotta voleva sostituirlo al vertice del partito e del Reich, lo eliminò. Alle due del mattino del 30 giugno, Rohm dormiva all'albergo Hanslbauer di Wiesse, sul Tegernsee, in Baviera. Hitler ci sarebbe arrivato poche ore dopo, ma non sarebbe stato lui a uccidere, materialmente, l'ex compagno di battaglia. Furono due ufficiali delle SS a sparargli, come avrebbe testimioniato al processo celebrato a Monaco 25 anni dopo, nel 1957, un tenente di polizia presente. Il 13 luglio, al Rèichstag, Hitler lo avrebbe così «commemorato»: «Tutti devono sapere, una volta per tutte, che la morte sarà il destino certo.per chi alza una mano contro lo Stato». mmm Circondati dagli avvocati e dai dieci imputati, si riconoscono il tenente colonnello Kriebel, Ludendorff e Adolf Hiler Qui a fianco Rudolf Hess. A sinistra Ernst Rohm con il Fùhrer, che nel 79 lo richiamò in patria dalla Bolivia per riorganizzare le SA in crisi Contro Stati Uniti e Urss una «Germania forte» vicina a Londra e Parigi Un posto di blocco a Monaco presenti Hess, Streiker e Himmler Emanuele Novazio Tramò a lungo con industriali e generali. Il dittatore lo fece eliminare