l'Italia «rampa di lancio» dell'Onu
La «no fly zone» in Bosnia sarà fatta rispettare da aerei della Nato con basi nel Friuli La «no fly zone» in Bosnia sarà fatta rispettare da aerei della Nato con basi nel Friuli l'Italia «rampa di lancio» dell'Orni I serbi: volete la ni guerra mondiale BRUXELLES. Gli Stati Uniti e gli alleati Nato hanno iniziato a mettere a punto i piani per far rispettare con la forza la «no fly zone» sulla Bosnia Erzegovina, come prevede la risoluzione approvata mercoledì sera dal Consiglio di sicurezza dell'Orni. Fonti ufficiali hanno riferito che gli ambasciatori dei 16 Paesi dell'Alleanza si incontreranno forse già oggi stesso per dare l'approvazione definitiva ai piani per l'invio nella regione balcanica di 50-100 aerei da caccia, più aerei radar, aerei cisterna e aerei adibiti al disturbo elettronico dei radar serbi. «Siamo pronti - ha detto un funzionario a Bruxelles -, abbiamo già pianificato l'operazione». Probabilmente saranno Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Olanda i Paesi che forniranno la copertura aerea. L'Italia dovrebbe fornire le basi (nei giorni scorsi si è parlato in particolare di quella di Aviano, nel Friuli). In Germania, dove si dibatte ancora sulla legittimità di un intervento militare fuori dai confini Nato e su come emendare la Costituzione fortemente limitativa in tal senso, è già alle viste burrasca nel governo. Secondo i piani che sono stati preparati, la direzione operativa - sotto la supervisione dell'Onu e in contatto con il comando dei Caschi blu in Bosnia - vedrà in primo piano il generale italiano Giuseppe Degli Innocenti, comandante, con sede a Vicenza, della quinta Ataf (forza aerea tattica) della Nato. All'operazione parteciperanno, oltre agli intercettori - una parte dei quali potrà venire da portaerei americane - gli aerei di sorveglianza radar Awacs della Nato. Anche la Francia, che non fa parte della struttura militare integrata atlantica, metterà a disposizione un suo Awacs. La decisione adottata dal Consiglio di sicurezza mira soprattutto ad aumentare la pressione sui serbi bosniaci perché accondiscendano al piano di pace già approvato dalle altre due parti in lotta, musulmani e croati. A questo fine, è stato predisposto un altro progetto di risoluzione che minaccia sanzioni più severe se i serbi bosniaci entro 15 giorni non firmeranno la pace e non cesseranno gli attacchi. Le reazione da parte dei serbo-bosniaci non si sono fatte attendere. «L'autorizzazione del Consiglio di sicurezza a usare la forza potrebbe avere conseguenze a lungo termine per la pace nella ex Jugoslavia, nei Balcani e in Europa» ha scritto ieri il quotidiano di Belgrado «Politika». Il giornale sottolinea il pericolo di «incidenti suscettibili di causare gravi sviluppi». Il leader dei serbi di Bosnia Radovan Karadzic ha rincarato la dose: «Se da questo conflitto comincerà la terza guerra mondiale, questa risoluzione dell'Onu ne sarà la causa. L'uso della forza potrebbe accentuare l'opposizione dei serbi ad un piano di pace per la ex Jugoslavia». Il Parlamento dell'autoproclamata repubblica serba di Bosnia si riunirà oggi a Bileca per discutere la firma del piano di pace. Karadzic ha sottolineato che la decisione del Consiglio di sicurezza potrebbe indurre il Parlamento a «cancellare ulteriori gesti di collaborazione con quelli che agiscono con pregiudizi in questo conflitto». Per quanto riguarda la mediazione internazionale sulla vicenda bosniaca, ieri è stato annunciato che il ministro degli Esteri norvegese Thorvald Stoltenberg è stato chiamato a so- stituire Cyrus Vance alla copresidenza della Conferenza di pace. Stoltenberg era stato alto commissario dell'Orni per i rifugiati nel 1990. Vance, 76 anni, ex segretario di Stato Usa, aveva espresso qualche settimana fa l'intenzione di abbandonare il ruolo di mediatore «a tempo pieno». Sempre ieri si è aperto davanti all'Alta corte di giustizia dell'Aia il processo intentato dal governo bosniaco contro la Serbia accusata di genocidio per la «pulizia etnica» che le autorità di Belgrado starebbero compiendo ai danni dei musulmani. E' la prima volta che un governo viene denunciato al tribunale internazionale in base alla Convenzione sul genocidio firmata a Parigi nel 1948. La Bosnia-Erzegovina chiede in via urgente ai giudici che riconoscano legittimo ricorrere all'intervento militare esterno per proteggere la sua popolazione. [e. st.] Polemiche a Bonn sull'ipotesi di un intervento tedesco Vance si dimette da presidente della conferenza per la pace m j : " - Joan Baez, concerti a Sarajevo SARAJEVO. La cantante americana Joan Baez arriverà il 10 aprile nella capitale bosniaca per tenere dei concerti i cui profitti saranno devoluti a favore dei profughi bosniaci. Joan Baez arriverà a Sarajevo insieme a Lionel Rosenblatt, presidente dell'organizzazione umanitaria «Refugees International». [Ansai
Persone citate: Cyrus Vance, Giuseppe Degli Innocenti, Joan Baez, Karadzic, Lionel Rosenblatt, Radovan Karadzic, Stoltenberg, Thorvald Stoltenberg
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