Pechino a lezione da yuppie

L'ex Città Proibita dell'ideologia maoista forma i nuovi manager del socialismo di mercato L'ex Città Proibita dell'ideologia maoista forma i nuovi manager del socialismo di mercato Pechino, a lezione da yuppie La scuola delpartito insegna business VIAGGIO NELL'ERESIA DI DENG PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Ultimo bastione dell'ideologia o business school? Da seminario di apparatciki e nomenklaturisti a college per futuri yuppies? La scuola centrale di partito, di cui è da anni a capo Qiao Shi, la grande eminenza grigia, a lungo responsabile anche della sicurezza, sta rivedendo tutti i suoi programmi di insegnamento per adeguarsi a una Cina pienamente lanciata in economia di mercato e metodi capitalistici. Il suo direttore e vice presidente, professor Su Xing, lo ha annunciato all'Assemblea politico consultiva appena conclusasi, e ora, nella cittadella exideologica, spiega i cambiamenti. Borsa, alta finanza, tecniche manageriali rimpiazzeranno in buona parte il marxismo-leninismo. Al Mao-pensiero si affiancherà lo studio intensivo delle teorie di Deng Xiaoping per il «socialismo dalle caratteristiche cinesi e per l'economia di mercato socialista». La cittadella dei gran sacerdoti è dalle parti del Palazzo d'Estate. Dal salone in cui si svolge l'incontro si gode una delle più belle vedute dell'ultima realizzazione architettonica imperiale. Vi si arriva attraversando una Pechino pulsante di traffici, frenetica. Tutto intorno, botteghe e ristoranti privati per i turisti, ma anche laboratori e negozi dì elettronica: è la Silicon Valley pechinese. Un filo invisibile sembra correre tra l'ultima testimonianza imperiale e la cittadella di un credo in cui non crede più nessuno, i suoi sacerdoti per primi. Il professor Su, 67 anni, che ha avuto tra i predecessori Mao, dirige la Scuola dall'88, dopo aver guidato l'organo ideologco del partito, «Bandiera Rossa», chiuso perché divenuto anacronistico. Illustra la situazione. Tre differenti corsi a seconda dei tipi di «quadri» selezionati per l'ammissione: intensivo di 3 mesi per quadri ministeriali e a livello di province (in genere sui 60 anni); avanzato, pure di 3 mesi, per funzionari più giovani (poco oltre i 40 anni); teorico, di un anno, per funzionari sotto i 40 anni, destinati ad alte posizioni. In tutto, 600 professori per 1.200 allievi. L'anno scorso, in questo tempio senza più religione, tenne un discorso uno dei principali riformatori, nel pieno dell'attacco degli stalinisti dogmatici alle zone economiche speciali nelle quali si sono adottate tecniche capitalistiche. «Per questi ultrasinistri - affermò l'oratore - bisognerebbe costituire zone economiche speciali secondo i loro sogni: zone nelle quali si vada in giro mal vestiti, si facciano code con razionamenti per tutto, e si patisca la fame come prima». Come fu accolto quel dìscorso dai quadri-studenti? Il professore ride: «Molto bene. Hanno voglia di apprendere le cose nuove che scaturiscono dalla nuova linea. Il nostro maggior sforzo è rafforzare il partito nella nuova realtà di economia di mercato socialista e di proprietà pubblica e privata. Ci sono molti problemi inediti da capire: il mercato finanziario, il mercato del lavoro, tecniche di borsa, management, tutta la complessa economia moderna. Ma il marxismo rimane materia importante, sia pur in luce diversa». Ma nessuno prende più sul serio il marxismo nel mondo. Non è ora di mollarlo? Avete filosofi migliori in Cina. «Marx è stato la nostra guida, ma non lo teniamo più come dogma, bensì come metodo. E riconosciamo che ci sono oggi problemi che egli non aveva considerato. Studiamo Mao, che lo ha adattato alla Cina, e soprattutto Deng Xiaoping, specie in questa fase di costruzione economica, che ci impone di studiare il mercato e le tecniche finanziarie». Di che cosa discute coi figli in casa? La criticano perché insegna marxismoleninismo? Scoppia a ridere di nuovo. «Ho quattro figli. Alcuni credono in Marx, altri no. Io non li obbligo. I giovani non sono interessati a Marx. Alcuni non capiscono ciò che ha detto, altri pensano che la realtà dell'attuale successo economico non coincide con ciò che lui dice». Come spiegate agli studenti che la Cina è sulla strada del capitalismo? «Ma noi adottiamo tecniche del capitalismo, non i suoi principi. Noi teniamo alta la bandiera del partito, non vogliamo un sistema multipartitico» Fernando Mozzetti I nostalgici? Mandarli in zone speciali dove si faccia la fame, come prima Un'immagine della nuova Cina opulenta Lo slogan è: arricchitevi restando socialisti In alto il premie Li Peng ìier

Persone citate: Deng Xiaoping, Fernando Mozzetti I, Mao, Marx, Qiao Shi, Xing

Luoghi citati: Cina, Pechino