Il governo alla Cassazione No alla scheda sui sindaci di Maurizio Tropeano
Il governo alla Cassazione No alla scheda sui sindaci Il governo alla Cassazione No alla scheda sui sindaci ROMA. Dall'arcobaleno . delle | schede : referendarie rischia di scomparire un colore, quello verde. Il Governo infatti ha chiesto alla Corte di Cassazione di bloccare il referendum sull'elezione dei consigli comunali. Lo ha fatto con una memoria in cui si sostiene che la recente legge sull'elezione dei sindaci «modifica sostanzialmente i principi ispiratori della complessa disciplina preesistente della elezione degli organi delle amministrazioni comunale e provinciale». Se la Cassazione darà una risposta affermativa scomparirà dal voto del 18 aprile la scheda verde, quella che contiene il quesito più lungo, 972 parole per 90 secondi di lettura, e il più complicato. La nuova legge elettorale per Comuni e Province estende il sistema maggioritario ai Comuni con 15 mila abitanti e prevede l'elezione diretta di sindaco e presidente della Provincia. Un'innovazione sufficiente, secondo il Governo, per evitare il referendum. Una tesi che anche il relatore della legge in Parlamento, il democristiano Adriano Ciaffi appoggia: «Le modifi- cazioni introdotte configurano una innovazione ordinamentale di portata tale da rendere difficilmente proponibile un trasferimento dei quesiti referendari riguardanti la vecchia legislazione alle nuove norme in materia elettorale». Ma l'invio della memoria ha provocato la rivolta del Comitato per le riforme elettorali. Secondo il repubblicano Enzo Bianco della presidenza del Corel e «fuori luogo che qualcuno abbia voluto far avere all'Avvocatura dello Stato e, per questo tramite, alla Corte di Cassazione, un documento interno della Camera dei Deputati». Un attacco neanche tanto velato al presidente della Camera, Giorgio Napolitano, che ha subito replicato: «Ho trasmesso il 31 marzo all'Avvocato generale dello Stato, Giorgio Azzariti, astenendomi da alcun commento, il documento inviatomi dal presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, onorevole Adriano Ciaffi. Non ho trasmesso tale documento all'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione». Ma la precisazione sembra , .«ut f, m* ■• ■■■■■<; f> non soddisfare Bianco che lancia un allarme: «Ogni intervento mi sembra francamente qualcosa che assomiglia ad una interferenza. Non riesco ad immaginare in quale modo la Camera possa essere parte in causa in una decisione che i giudici della Suprema Corte devono adottare in assoluta serenità e solitudine». Aggiunge il radicale Peppino Calderisi: «La decisione di far tenere o meno il referendum spetta alla Cassazione e solo alla Cassazione». E la scelta della Cassazione avrà anche ripercussioni sul costo economico della consultazione popolare. Ogni referendum in meno infatti fa risparmiare allo Stato circa otto miliardi di lire. In tutto i ministeri dell'Interno, della Giustizia e del Tesoro hanno stanziato 787 miliardi e 146 milioni. Ma a questo bisogna aggiungere le spese a carico dei ministeri delle Poste, dei Trasporti e della Difesa. Un costo difficile da quantificare ma che alla fine dovrebbero portare il costo complessivo sui mille miliardi. Maurizio Tropeano
Persone citate: Adriano Ciaffi, Enzo Bianco, Giorgio Azzariti, Giorgio Napolitano, Peppino Calderisi
Luoghi citati: Roma
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