Referendum una bussola per il voto

Guida alla consultazione popolare del 18 aprile che proporrà agli elettori dieci quesiti Guida alla consultazione popolare del 18 aprile che proporrà agli elettori dieci quesiti Referendum, una bussola per il voto Ecco che cosa succede se vincono i Sì o prevalgono i No Mancano sedici giorni al voto ma i tabelloni di propaganda elettorale sono ancora semivuoti mmmmm LA SCHEDA VOTO SENATO VOTO COMUNI (in forse) IL QUESITO Il referendum vuole abrogare la legge che regola il sistema elettorale del Senato. In base a questa norma finora si è votato cosi: su un totale di 315 senatori, 238 seggi vengono attribuiti con il sistema maggioritario: passa chi ottiene, nel proprio collegio, almeno II 65 % dei voti. I restanti 77 candidati vengono eletti con il sistema proporzionale. Va detto però che quasi nessun candidato riesce ad ottenere il «quorum» del 65% e cosi tutti i senatori finiscono per essere eletti con metodo proporzionale. Il referendum «Segni» si propone di abolire il '-quorum» del 65% introducendo un sistema in cui in ogni collegio vince il candidato che riceve più voti. Il Parlamento ha approvato pochi giorni fa la riforma del voto nelle amministrazioni locali. Teoricamente il referendum promosso dal Corel potrebbe decadere. L'ultima parola spetta alla Corte di Cassazione. Il referendum chiede l'abrogazione del sistema proporzionale per i Comuni con più di 5000 abitanti (e quindi anche per le grandi città). A tutte le amministrazioni verrebbe esteso il metodo di voto maggioritario in vigore nelle muncipalità con meno di 5000 abitanti. SE VINCE ILSI# Viene abolita la soglia del 65 per cento dei consensi. Tre quarti del Senato (238 parlamentari) verranno eletti con il sistema maggioritario uninominale a un turno. Il candidato che arriva primo in ogni collegio verrà eletto. I restanti 77 seggi saranno assegnati con il vecchio sistema proporzionale. Le conseguenze? In pratica dovrebbero scomparire tutti i piccoli partiti, e resteranno sulla scena tre quattro grandi aggregazioni politiche. La riforma elettorale non toccherebbe la Camera, ma sicuramente si renderà necessaria una legge che renda omogenei i sistemi d'elezione dei due rami del Parlamento. Cambia il meccanismo d'elezione di sindaco e consiglieri comunali. La lista che arriva prima (maggioranza semplice dei voti) ottiene la maggioranza assoluta dei consiglieri comunali (quattro quinti) ed elegge il sindaco (il capolista). Ai perdenti resta un quinto dei consiglieri. Questo sistema favorisce le aggregazioni e una maggiore'stabilità, ma cancella i partiti. SE VINCE IL NO Resta in vigore il sistema attuale. In pratica quasi tutti i senatori verranno eletti con sistema proporzionale e non saranno più necessarie aggregazioni fra partiti. I piccoli partiti tirerebbero un sospiro di sollievo, la loro identità non sarebbe più minacciata. Resta in vigore l'attuale sistema proporzionale per i Comuni con popolazione superiore ai quindicimila abitanti. Il referendum vuole abolire il potere di nomina governativo di presidenti e vicepresidenti dei consigli d'amministrazione delle Casse di Risparmio. In pratica si vuole limitare la lottizzazione e il controllo politico sui vertici bancari. La norma fu voluta da Mussolini. Il referendum promosso dall'associazione ambientalista Amici della Terra vuole abrogare alcuni articoli della riforma sanitaria che affidano ai presidi multizonali delle Usi i controlli e la prevenzione dell'inquinamento ambientale, la tutela della salute e dell'igiene nei luoghi di lavoro. Il referendum vuole abolire l'intervento straordinario nel Mezzogiorno mantenendo in vita solo quegli articoli della legge che tutelano gli incentivi e le agevolazioni alle attività produttive. Promosso dal comitato Giannini il referendum punta alla soppressione del ministero delle Partecipazioni Statali, di fatto già scomparso di scena. Il governo ha emanato un decreto-legge in cui le sue residue competenze vengono affidate al nuovo ministero delle Privatizzazioni. Dunque questo referendum rischia di essere annullato dalla Corte di Cassazione. Trentino, Umbria, Piemonte, Toscana, Val d'Aosta, Lombardia, Marche, Emilia Romagna e Veneto hanno chiesto l'abolizione del ministero dell'Agricoltura. Le Regioni chiedono totale autonomia di gestione per quel che riguarda l'Agricoltura. Trentino, Umbria, Piemonte, Toscana, Val d'Aosta, Lombardia, Marche, Emilia Romagna e Veneto vogliono abolire il ministero del Turismo e dello Spettacolo. Le Regioni vogliono appropriarsi solo delle competenze nel settore turistico. I partiti non incasseranno più una lira dallo Stato per finanziare la propria attività ordinarla ma conservano il diritto ad un rimborso delle spese sostenute in campagna elettorale. Il Parlamento sta cercando di approvare una nuova legge per regolare diversamente i contributi statali. Viene reintrodotta la «modica quantità», chi fa uso di droghe non andrà in prigione ma sarà punito con altre sanzioni e riceverà le cure necessarie. In prigione finiranno soltanto gli spacciatori. L'amministrazione della Giustizia sarà sgravata da migliaia di processi. Presidenti e vicepresidenti verrebbero eletti direttamente dai consigli d'amministrazione. Secondo i promotori del referendum (comitato Giannini) sarebbe la fine della lottizzazione selvaggia degli istituti di credito. Finirebbe anche lo scandalo della proroga dei vertici bancari tenuti in vita fino a quando i partiti non hanno trovato un accordo. I controlli ambientali vengono tolti alle Usi e nelle intenzioni dei promotori del referendum affidati al ministero dell'Ambiente che dovrebbe creare un'apposita struttura (l'Agenzia per l'Ambiente) per coordinare i 105 presidi. Scomparirà la struttura burocratica che ha sorretto l'intervento straordinario nel Sud che i promotori del referendum giudicano una sacca di clientelismo. Non vengono cancellati gli aiuti che poro vengono destinati solo al sostegno delle attività produttive. Il ministero viene definitivamente smantellato anche se il decreto-legge governativo non dovesse venire convertito in legge. Le competenze passeranno alle Regioni. Il Governo però punta all'approvazione da parte del Parlamento di un disegno di legge che concede 11 deleghe in più alle Regioni e affida al ministero soltanto il compito di controllare e coordinare la politica agricola nazionale soprattutto nei suoi rapporti con la Cee e nelle altre sedi intemazionali. Competenze e fondi (circa 1100 miliardi) andranno alle Regioni, ma il governo sta cercando di approvare una legge con cui assegna tutti i fondi alle Regioni ma lascia al ministero il compito di coordinare l'attività turistica a livello nazionale. Resterà in vigore l'attuale sistema che eroga circa 80 miliardi all'anno ai partiti. Un sistema che con Tangentopoli ha mostrato tutte le sue crepe. Fino a quando il Parlamento non approverà il disegno di legge del governo (che prevede di triplicare i limiti di possesso di droga che fanno la differenza fra consumatore e spacciatore) il tossicodipendente sarà soggetto a sanzioni penali e al carcere. Le nomine bancarie resterebbero di competenza del ministro del Tesoro. Il governo Amato, però, ha elaborato un disegno di legge che affida il compito ai consigli d'amministrazione. I controlli rimarranno di competenza delle Usi. Il ministero della Sanità, però, con un recente decreto ha stabilito che le Regioni siano tenute a coordinare l'attività dei presidi multizonali. L'intervento straordinario resta in piedi. Il decreto-legge governativo segna comunque il passaggio delle competenze al ministero delle Privatizzazioni. Il ministero dlfAgricoltura continuerà ad esistere cosi com'è a meno che il Parlamento non approvi il progetto di riforma presentato dall'ex ministro Gianni Fontana. Soldi e competenze resteranno in mano al governo. Ma il ministro Margherita Boniver ha annunciato che in ogni caso procederà alla riforma del settore. COSI' I PER IL SI' de, pds, psi, Lega Nord, pri, pli, psdi, lista Pannella, Verdi (minoranza) PER IL NO Rete, Rifondazione Comunista, Verdi (maggioranza), minoranza ingraiana del pds, msi PER IL SI' de, pds, psi, Lega Nord, pri, pli, psdi, lista Pannella, Verdi (minoranza) PER IL NO Rete, Rifondazione Comunista, Verdi (maggioranza), msi PER IL SI' tutti i partiti vogliono l'abolizione dell'attuale sistema di finanziamento. PER IL SI' pds, verdi, psdi, pri (orientamento di maggioranza), Rifondazione Comunista, Rete, lista Pannella PER IL NO de, msi LIBERTA' DI VOTO : psi, Lega Nord, pli PER IL SI' de, pds, psi, Lega Nord, psdi, pli, pri, Rete, verdi, msi, Lista Pannella LIBERTA'DI VOTO Rifondazione Comunista PER IL SI' de, psi, pri, psdi, msi, Verdi, Rete, msi, lista Pannella PER IL NO pds, Rifondazione Comunista, pli LIBERTA'DI VOTO Lega Nord PER IL SI' de, pds, psi, pli, pri, psdi, Lega Nord, Verdi, Rete LIBERTA'DI VOTO Rifondazione Comunista PER IL SI' de, pds, psi, Lega Nord, psdi, pli, pri, Rete, verdi, msi, Lista Pannella LIBERTA'DI VOTO Rifondazione Comunista PER IL SI' pds, psi, psdi, pri, Verdi, Rete, Lega Nord, lista Pannella PER li NO de, msi, pli LIBERTA'DI VOTO Rifondazione Comunista PER IL SI' de, pds, psi, psdi, pri, pli, verdi, Rete, Lega Nord, Lista Pannella PER IL NO msi LIBERTA'DI VOTO Rifondazione Comunista PARTITI Si chiede l'abrogazione di alcuni articoli della legge sul finanziamento pubblico ai partiti in particolare di quelle norme che stabiliscono la somma da erogare e la percentuale del contributo pubblico che i gruppi parlamentari sono tenuti a versare ai rispettivi partiti. Il quesito referendario non cancella le sanzioni penali per chi viola la legge sui soldi ai partiti. Lo stesso referendum fu promosso nel 1978 dai radicali e fu sconfitto. Chiede l'abolizione della carcerazione per i tossicodipendenti ma non produce la legalizzazione delle droghe. Si punta ad abolire la dose media giornaliera di droga stabilita dalla legge Jervolino-Vassaiji. In questo,, modo verrebbero eliminate le san-' zioni penali per chi fa uso di sostanze stupefacenti. SOLDI Al PARTITI LEGGE DROGA MINISTERO PPSS (in forse) MINISTERO AGRICOLTURA MINISTERO TURISMO IZ. NOMINE BANCHE CONTROLLI AMBIENTALI SOLDI AL SUD