Torna la mania del complotto «Vogliono affossare l'Italia» di Augusto Minzolini

Torna la mania del complotto «Vogliono affossare l'Italia» Torna la mania del complotto «Vogliono affossare l'Italia» L'ALLARME DEI POLITICI IROMA N pubblico Giulio Andreotti delle sue riflessioni sul perché è finito sul banco degli imputati, non parla affatto. Al massimo butta lì qualche frase senza spiegarla: «Attraversiamo un momento difficile - dice - con messaggi violenti e fatti sconvolgenti che danno all'estero l'impressione di una nazione che rischia di andare'alla deriva... C'è nell'aria qualcosa di più conflittuale che non può essere sottovalutato». In privato, però, le sue riflessioni e le sue ipotesi su quell'accusa di associazione mafiosa che lo ha colpito, si fanno più precise e, in un certo senso, più inquietanti. Ad esempio, martedì scorso, ad Alberto Alessi, deputato siciliano della de, figlio di quel Giuseppe Alessi anche lui deputato democristiano amico di don Sturzo, Andreotti ha tracciato uno scenario particolare: «Il presidente - racconta lo stesso Alessi - crede che l'accusa che gli viene rivolta è solo lo strumento, capisce che i giudici vanno avanti sulle cose che gli vengono fornite. Ma ha un grosso dubbio. Lui spesso fa ragionamenti di questo tipo: "C'è qualcosa che non mi convince... c'è qualcosa di poco chiaro... è tutto troppo complesso e troppo grande per ridurlo ad un unico discorso e soprattutto è evidente o no che c'è un tentativo di destabilizzazione dell'Italia?". Quando gli ho chiesto chi - va avanti Alessi -, lui mi ha risposto che a un obiettivo del genere possono essere interessati, ad esempio, ambienti della finanza americana o tedesca, quegli stessi che hanno sempre ostacolato il processo di unificazione europea». Così, all'improvviso, torna a riaffacciarsi l'ipotesi del complotto internazionale, del grande scontro di potere che vuole ridurre l'Italia ad un lumicino, facendola precipitare dall'Europa all'area mediorientale. Ne paria oggi Andreotti e ne ha parlato in passato lo stesso Craxi tirando in mezzo la gran de finanza internazionale interessata a rendere il Paese inoffensivo sul piano internaziona le e ad accaparrarsi a prezzo zero le proprietà dello Stato. Si dirà che sono le solite eie cubrazioni dei potenti sotto ac cusa, le paranoie di politici sul viale del tramonto, il solito polverone sollevato da un regi me in agonia. E' probabile. Ma questo non toglie che questi discorsi vengono fatti da gente che, pur colpita oggi da avvisi di garanzia, in passato è stata per lungo tempo dentro la stanza dei bottoni. Queste teorie, queste congetture vengono tirate fuori e poi rimangono sospese nell'aria. E, ogni tanto, riaffiorano nelle parole di persone diverse, unite nella disgrazia ma anche nel fatto che fino a sei mesi fa erano al timone di questo Paese. Così i discorsi di Giulio Andreotti, di Bettino Craxi ritornano anche nelle parole di Arnaldo Forlani. L'ex presidente del Consiglio ed ex segretario della de ne, parla, qgn calma nella barberia della Camera: «Non so - spiega - se Andreotti dice queste cose, ma questa è un'opihione condivisa'da molti nel nostro Paese. Certo non si può affermare che sia qualcosa di organico, visto che la finanza internazionale è fatta da tanti gruppi che si combattono tra loro. Ma certe cose sono davvero strane: come quell'articolo sul New York Times che per primo, un mese fa, diede la notizia che Andreotti era accusato di essere un mafioso. Già. E' difficile capire il perché. Ed ancora: la simultaneità con cui dei pentiti accusano in un lasso di tempo brevissimo degli esponenti della de di avere legami con la 'ndrangheta, con la mafia e con la camorra. Anche questo non mi direte che non è strano?». Quella domanda Forlani la lascia aleggiare per un momento e poi continua con una contestazione: «... Tanto più - dice - che oggi per far fuori un politico, di fatto, basta un avviso di garanzia e per farlo partire basta che qualcuno che è in carcere lanci contro il bersaglio un'accusa. Su, una trama credo che ci sia davvero. Non so se è una trama internazionale o interna, ma quello di cui sono convinto è che sicuramente c'è». Allora per Arnaldo Forlani «la trama» c'è, eccome. E discorsi di questo tipo, che danno una dimensione internazionale a quello che avviene in Italia, si ritrovano nelle parole di molti esponenti della de. Uno che ha sempre visto nero in questi mesi è l'ex ministro Calogero Mannino, ormai assalito da un vero pessimismo cosmico: «Io ai miei compagni di partito nei mesi scorsi l'ho detto in tutte le salse. Gli ho parlato, ho tentato di spiegargli quello che stava avvenendo in Sicilia, ma non solo in Sicilia visto che la mafia non agisce solo lì. Più di una volta, ad esempio, sono andato da Forlani, che allora era segretario, a metterlo in guardia. L'ho avvertito anche che la mafia stava infiltrandosi nei servizi segreti. Lui mi ha guardato scettico e scuotendo la testa mi ha risposto: "Sembra un romanzo di Le Carré". E ades so, invece, siamo andati oltre la mia fantasia». A ben vedere in Italia in questo periodo è davvero successo di tutto e si è ipotizzato di tut to. C'è una classe dirigente alla sbarra, si è parlato e si parla di complotti e qualcuno ha visto anche un golpe dietro l'angolo Forse sarà tutto da ridere, forse saranno solo «escamotage» difensivi di chi è sotto scacco Ma questo modo di vedere le cose, di dare un'interpretazione che legga i fatti anche in controluce, tentando di trovare una spiegazione nascosta, ormai appartiene a tutti quelli che hanno avuto o che hanno un ruolo di primo piano. Anche al Quirinale, ad esempio, ci si è chiesti nei giorni scorsi, di fronte al rimbalzare di voci, se qualcuno avesse intenzione di tirare in ballo anche il Capo dello Stato. E sicuramente qualcuno lassù deve aver pensato di sì, se il consigliere del presidente, Michele Zolla, in diverse occasioni ha confermato questa impressione. «Ci hanno provato - ha detto - tre volte». Zolla lo ha detto anche a Guido Bodrato, ma si è sentito rispondere: «Ma se pensate che sia davvero così perché non cercate di saperne di più dai servizi? Altrimenti ditemi, questi servizi a cosa servono?». Augusto Minzolini Andreotti accusa la «finanza estera» Forlani parla di «trame oscure» m ite Sopra, Giulio Andreotti A fianco l'ex segretario della de Arnaldo Forlani e sotto l'ex ministro Mannino

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