CHI HA RUBATO RABELAIS? di Giorgio Soavi

CHI HA RUBATO RABELAIS? CHI HA RUBATO RABELAIS? Davies, un «giallo universitario» Rivela Giorgio Soavi: «Ho dato un nuovo manoscritto, l'avventura di un quadro e di un pittore sconosciuto, il bolognese Wolfango, a uno dei tre editori che mi hanno rifiutato Passioni. Vedremo». Questa volta l'editore accetterà. Perché la vicenda legata a Passioni, tre racconti appena pubblicati da Camunia, è «speciale». Il racconto clou del libro, intitolato «Il professore d'inglese» e giudicato splendido dai non molti che hanno avuto il «coraggio» di parlarne apertamente (ultimo Rugarli sul Corriere), si riferisce allo scritto re sapientissimo, all'intellettuale tra i più inattaccabili del nostro mondo letterario tra i Trenta e i Sessanta nonché all'uomo perseguitato dalla più planetaria fama di jettatore del secolo: Mario Praz. «L'ho fatto per provargli il mio amore» spiega Soavi senza tremori. Di due dei tre editori che chiusero le loro porte di fronte a questa «provocazione», l'autore dice solo che sono milanesi. Il ter zo fu Einaudi. «Un giorno del '92 venne da me il giovane redattore di via Biancamano con il quale ero in contatto. Mi disse: "Ci spiace, ma questo lavoro non pa re all'altezza tua consueta: è l'o pinione di Gelli"». Oddio. L'anno appena finito è stato proprio il più felice, per Gelli?... [m. app.] voretti e di piccole stoccate agli antichi compagni che hanno fatto carriera. L'interesse del libro non sta tanto nel mistero del manoscritto scomparso, al quale l'autore non attribuisce poi tanta importanza - benché proprio quando ci rassegnavamo a non avere più sorprese su quel fronte, egli ci colga in contropiede con un delitto inatteso e alquanto raccapricciante - quanto nell'estrosa erudizione e nelle descrizioni di personaggi interessanti (tutti, cosa non comune, eccezionalmente colti e intelligenti) grazie a cui l'attenzione resta viva fino alla fine. Il grande tema occulto della vicenda è la sopravvivenza nella nostra epoca del Medioevo con le sue credenze, le sue conoscenze, le sue superstizioni: sopravvivenza ironicamente simboleggiata negli studi del membro più prestigioso dell'Univer¬ noscritto di Rabelais, contenente forse delle rivelazioni sui rapporti fra lo scrittore e le correnti di pensiero più audaci del suo tempo. Il furto è quasi impossibile da dimostrare, l'indiziato comunque è un professore di storia del Rinascimento, grottescamente fiero della propria discendenza da un aristocratico scozzese traduttore, appunto, di Rabelais; il suo principale antagonista è un professore di paleopsicologia, ovvero di storia delle credenze umane, che vorrebbe far studiare il manoscritto alla sua allieva prediletta. Il terzo fiduciario, che racconta parte della storia, è un pingue ecclesiastico anglicano, insegnante di lingue classiche; e nello sfondo si aggira a mo' di chierico vagante un ex brillante allievo dell'ateneo, in origine filosofo, poi fattosi monaco e quindi spretato. Costui ora vive sordidamente di la¬

Persone citate: Davies, Einaudi, Gelli, Mario Praz, Rabelais, Rugarli, Soavi