Gli imprenditori hanno deciso di buttare a mare i politici

36 Confronto Gilardi-Annoni e tra l'imprenditore Borini e il de Astore, uomo di Bonsignore Gli imprenditori hanno deciso di buttare a mare i politici Ormai è scontro: gli imprenditori hanno deciso di buttare a mare i politici, che per anni, dicono, li hanno costretti a pagare tangenti. I politici, o meglio i personaggi indicati come i loro cassieri, non hanno alcuna intenzione di cedere. Nello scontro questi ultimi sombrano destinati ad avere la peggio: le accuse degli imprenditori trovano riscontro nelle dichiarazioni di altri imputati. Ieri mattina nel carcere delle Vallette il pm Corsi ha messo a confronto prima il costruttore Giuseppe Gilardi con l'avvocato romano Marco Armoni, poi l'imprenditore Marco Borini con l'ex vicepresidente della Provincia, il de Ezio Astore. Il primo faccia a faccia è cominciato alle 9. Gilardi, che è stato per qualche tempo agli arresti domiciliari, non aveva mai varcato la soglia delle Vallette ed è apparso un po' teso. Nella sala colloqui, messa a disposizione dalla direzione, dopo qualche titubanza iniziale, non ha avuto incertezze. Sicuro e preciso, ha ricostruito gli episodi che hanno portato in carcere l'avvocato romano: «Per l'appalto della nuova sede dell'Istituto Galileo Ferraris ho pagato una tangente di 250 milioni. I primi 60 li ho consegnati personalmente ad Annoni nel suo studio romano. Gli altri 190 sono stati portati alle segretarie di Annoni dal direttore tecnico della mia azienda, Luigi Marengo». Ha replicato Annoni: «Io non ho incassato una lira. Non capisco perché Gilardi voglia tirarmi in ballo». Gilardi ha rincarato la dose: «Sono stato costretto a pagare, altrimenti non avrei mai vinto la gara. Gli accordi prevedevano che Annoni consegnasse il denaro alla Edilpro, la concessionaria di Stato che aveva ottenuto i finanziamenti dal Fio (Fondo investimenti occupazione, gestito dal ministero del Bilancio) per il Galileo Ferraris». Annoni ha cercato di parare il colpo: «Perché mai avrei dovu¬ to fare da tramite? Gilardi poteva consegnare direttamente il denaro alla Edilpro». A mettere nei guai l'avvocato romano, indicato come uno degli elemosinieri della de, ci sarebbero anche le dichiarazioni di altri imputati: uno di questi è l'architetto Antonio Savoino, grande manovratore degli appalti della sanità in Piemonte. Il confronto Borini-Astore ha avuto momenti drammatici. Marco Borini, che a differenza di Gilardi ha fatto l'amara esperienza del carcere, anche se per pochi giorni, è stato ancora più deciso: «Sull'ospedale di Asti, che la mia cordata si era aggiudicato, era già stata concordata una tangente di 6 miliardi destinata a de e psi. Poi intervenne Vito Bonsignore e pretese per la sua corrente un miliardo e mezzo, garantendo che avrebbe tenuto lontano da Asti la Grassetto di Salvatore Ligresti». Di Astore ha detto: «Non ho mai incontrato Bonsignore, ma sapevo che Astore era il suo cassiere. Con Astore ci siamo visti due volte. Nel primo colloquio, lui si limitò a dirmi che "si sarebbe informato". Nel secon¬ do cambiò tono e mi chiese senza tanti giri di parole un miliardo e mezzo. Risposi che ero disposto a versarne soltanto uno e su quella cifra ci accordammo». La replica di Astore: «Non c'è stata nessuna trattativa con Borini. Sapevo soltanto che lui era disposto a venirci incontro. Ho lasciato aperto il discorso, ma poi non mi sono più interessato della faccenda». Con i confronti di questi giorni (oggi è previsto quello tra l'ex assessore regionale Eugenio Maccari e Bianca Dessimone, ex presidente del comitato di gestione dell'Usi di Asti), il procuratore aggiunto Maddalena e il pm Corsi intendono chiudere due dei principali filoni dell'inchiesta: quello sull'ospedale di Asti e sull'Istituto Galileo Ferraris. Con la scarcerazione dell'avvocato Mario Fimiani e di Domenico Russo, coinvolti nelle tangenti allo lacp, si avvia a conclusione anche questa vicenda. Altre inchieste invece stanno partendo. Ieri il pm Corsi ha sentito tre testimoni sull'appalto per il nuovo ospedale di Cuorgnè. Da Milano è rimbalzata la notizia che i due supertestimoni di Vercelli, gli ex de Radaelli e Rosso, che l'altro ieri hanno raccontato al dottor Maddalena i retroscena sulla nuova centrale Enel di Trino, sono stati convocati d'urgenza dal giudice milanese Gherardo Colombo. Claudio Cerasuolo Brunella Giovara Accuse precise sulle tangenti versate alle correnti «Altrimenti non avremmo mai vinto un appalto» Mario Fimiani, ex presidente lacp, si era costituito il 23 gennaio scorso dopo due settimane di latitanza trascorse sulla Costa Azzurra Domenico Russo (qui sotto) era finito in carcere il 12 gennaio con l'accusa di concussione Di fianco Bianca Dessimone, fedelissima di Goria, alle Nuove dal 17 febbraio Accusata di corruzione, doveva garantire a livello locale il «patto» dc-psi

Luoghi citati: Asti, Piemonte, Trino, Vercelli