Aldo e la Gialappa's è guerra allo sprint di Curzio Maltese

Sport TV É SPORT Aldo e la Gialappa's è guerra allo sprint PER la seconda settimana «Mai dire gol» ha battuto il «Processo» di Biscardi. Stavolta la corsa si è decisa sul filo, per appena cinquemila spettatori: 2 milioni 92 mila per i tre della Gialappa's, due milioni 87 mila per il gialappo singolo di Raitre, retrocesso in seconda serata dalle cronache di Tangentopoli. E' tempo di clamorosi sorpassi in televisione. Il Tg5 di Mentana ha appena infranto il primato quarantennale del Tgl. Perfino il Karaoke canterino si lascia alle spalle il Tg2 di La Volpe, già orfano di Bettino Craxi. E' un'improvvisa, febbrile voglia di nuovo che arma i telecomandi. La ricerca di una televisione che non c'è ma potrebbe esserci un giorno. La noia per riti televisivi consumati da tempo, come i tiggì di Stato e le tribune di chiacchiera pallonara, ai quali il pubblico non crede più, neanche quando, di rado, fanno sul serio. Non si spiega altrimenti il successo tardivo di «Mai dire gol», che aveva toccato i suoi vertici di divertimento un paio d'anni fa. Ancora oggi, risulta assai più azzeccata l'edizione mignon della domenica, in coda a Pressing, ancorata alla realtà del giorno: un fulmineo Blob puntato sullo stupidario domenicale. Il lunedì, Taranto, Santin e Gherarducci allungano il brodo come ormai fanno di mestiere (vedi anche «Mai dire Tv») - con rubriche ormai risapute e le gags dei commercialisti della satira Gnocchi e Teocoli. L'intuizione principale della coppia consiste nel riportare alla ribalta l'antico teatrino da commedia dell'arte smesso da Novantesimo minuto. Al posto di Carino e Necco, Giannini e Vasino, ecco le macchiette «vere» di Caccamo e Vettorello, Rummgaldier e Ninetta De Cesari, faziose e grottesche I maschere del tifo provinciaI le propagandato per anni dalla tv di Stato e poi imitato dalle cento antenne locali. E' un meccanismo collaudato, come ridacchiare degli anacoluti di Trapattoni o sghignazzare all'ennesimo inciampo di Raducioiu. Pare più originale Blob quando immortala i «seri» Nesti o La Sorsa, veri totem del luogo comune sportivo. Ma tant'è, anche la comicità facile è un genere rispettabile oltre che fortunato. Soprattutto nell'Italia degli Anni Novanta, dove il massimo della satira televisiva è «Saluti e Baci» (vent'anni fa, l'inglese Bbc aveva i Monthy Python). Sempre meglio comunque ridere alle battute della Gialappa's che piangere al Processo di Biscardi, che ormai pare Gloria Swanson in «Viale del tramonto». Tornerà mai in prima serata? Più che da Aldo il rosso, i tre della Gialappa's dovranno in futuro guardarsi da un altro formidabile trio di comici. Si tratta di Pasquale Bruno, Sebastiano Rossi e Sandro Melli, ospiti domenica sera a Pressing. Ai tre pedatori satiristi Vianello ha affidato il compito di commentare la moviola e quelli ne hanno sparate di tutti i colori, come ha ben rilevato Antonello Capone sulla «rosea». Così Rossi, che di mestiere farebbe il portiere del Milan, ha spiegato serio che se un difensore ferma la palla con le mani in area, come ha fatto Kohler ad Ancona, non è rigore perché «tanto il tiro di Agostini non era diretto in porta». Bruno e Melli hanno invece dimostrato di non conoscere semplicemente la regola del fuorigioco. Il tutto ridacchiando e sfottendo i poveri arbitri che devono sopportare ogni settimana, oltre alle ire tifose, anche l'ignoranza di calciatori miliardari. E la famosa professionalità? Aspettiamo, ne risentiremo parlare tra poco, il calcio mercato deve ancora cominciare. Curzio Maltese «e^J

Luoghi citati: Ancona, Italia, Mentana, Taranto