«Chiamatela mamma anche a 16 anni»

Madri-bambine, una proposta di legge Madri-bambine, una proposta di legge «Chiamatela mamma anche a 16 anni» «Riconoscere i figli deve diventare un diritto anche per le minorenni» ROMA. Madri a 16 anni, con il diritto (non il dovere) di riconoscere il proprio bambino. Euna delle novità della proposta di disegno di legge preparata da un gruppo d'esperti del «Centro studi e formazione sociale Zancan», coordinati dal professor Alfredo Carlo Moro, ex presidente del Tribunale per i minori di Roma, docente di diritto minorile e magistrato di Cassazione. La proposta, presentata in Parlamento il 17 marzo scorso, è stata illustrata ieri alle associazioni, laiche e cattolicheche si occupano «sul campo» dei problemi dei minorenni. In 150 articoli, il disegno prevede modifiche dei codici penale e civile, «con particolare riguardo alla tutela della personalità del minore», e «aggiustamenti» alla legge sull'affidamento e l'adozione (184/83) che valorizzino l'affido familiare. «Aggiustamenti»? Un eufemismo per dire che la 184 è da buttare? Il professor Moro è categorico: «Assolutamente no» dice. E spiega: «L'impianto della 184 resta validissimo. Abbiamo soltanto approfondito alcuni aspetti che ci sembravano carenti. Dal punto di vista della tutela dei bambini, per esempio, pensiamo a un unico organismo, a un giudice solo per tutti i provvedimenti che riguardano loro e la famiglia. Il rischio sono proprio i provvedimenti settoriali». Ma quali sono le carenze più gravi della legge in vigore, professor Moro«Credo che soprattutto carentsia la capacità di applicare nela vita quotidiana i principi chquella legge stabilisce. I minorenni hanno diritti declamati riconosciuti, ma non concretamente goduti. Per questo mpreoccupano eventuali leggdelega: il Parlamento ne potrebbe approvare i principi, mla stesura sarebbe demandata organismi non meglio identifcati, chiusi nelle stanze di uministero, senza contatti con lesigenze della realtà». Bordata polemica? Il professor Moro non è esplicito, ma sa che il ministro per gli Affasociali Bompiani ha in cantieruno «statuto per i minorenniE si sa anche che il Coordinamento delle associazioni che occupano a vario titolo di problemi e assistenza ai minori quell'idea di statuto ha già contrapposto un «no» vigoroso«Sarebbe un passo indietro rispetto alla 184», «riproporrebbe la logica contrattuale dell'ali professor A arlo Moro dozione consensuale», «sancirebbe adozioni di fatto, nell'ottica del bambino-oggetto». Professore, allora? E' allo statuto di Bompiani che si riferisce? Alfredo Carlo Moro sceglie toni cauti: «Dal poco che ne so, sembrerebbe proprio una legge delega. E come tale mi preoccupa, rischia di far passare bei principi che nella realtà poi non sono applicabili. Vuole un esempio? Si continua a dire che bisognerebbe obbligare le madri a riconoscere i figli, senza pensare che l'obbligo al riconoscimento aumenterebbe il numero di noenati abbandonati nei cassonetti dell'immondizia, o il numero di aborti. Ecco quindi un bel discorso astratto che mira alla tutela dei bambini e rischia di trasformarsi in boomerang. Ma queste cose soltanto chi ha esperienze sul campo le capisce, non si intuiscono tra le pareti di una stanza». Diversa è invece l'ipotesi della «possibilità del riconoscimento», anche a 16 anni. Spiega ancora il professor Moro: «Se la legge attribuisce alle ragazze al di sotto dei 16 anni una sufficiente maturità per scegliere di interrompere la gravidanza, deve attribuire loro anche il diritto opposto: quello di riconoscere il proprio figlio. Invece questo, oggi, è vietato a una giovane madre». Però, professore, non è detto che il bimbo di una ragazzina sotto i 16 anni venga dichiarato adottabile: il caso della dodicenne che vive in comunità con il suo bambino lo dimostra. «Vero, ma questo dipende dalla discrezionalità dei giudici. Siamo noi magistrati che spesso, se ci sono i requisiti "ambientali", dilatiamo la sospensione dell'adozione per consentire che, raggiunta l'età "legale", una madre-bambina possa riconoscere suo figlio. Credo che questo debba invece diventare un diritto. Anche perché ne gode il maschio diciottenne: può riconoscere subito il figlio, e poi opporsi al riconoscimento della madre. Mi pare che le penalizzazioni per le ragazze, oggi, siano troppo pesanti». Professor Moro, a che punto è l'iter del disegno? «Ci è stato detto che si sta formando un gruppo interpartitico in Parlamento per esaminarlo. Se tutti fossero d'accordo, più forze potrebberlo presentarlo insieme». I tempi? «Imprevedibili, si sa». Eva Ferrerò li professor A. Carlo Moro

Persone citate: Alfredo Carlo Moro, Carlo Moro, Zancan

Luoghi citati: Roma