«Una via crucis segnata dai bollini»

«V fì Roma, esplode la protesta davanti ai banconi dei medicinali: «E al ministro non crediamo più» «Una via crucis segnala dai bollini» «Risparmi» e paure degli anziani in farmacia SE LA SALUTE E' UN LUSSO ROMA EL sole impietoso del mezzogiorno, l'anziano cliente si aggiusta sulle spalle un po' curve il cappotto di ottimo taglio e dà una spolveratina al colletto lucido, liso, di velluto. Dice al farmacista che sta manovrando con fustelli e tagliandi: «No, questi medicinali no. Non li prendo». Sono una scatola di espettorante, uno sciroppo per la tosse, una confezione di fiale per la ricostituzione della flora batterica, quattro compresse di antibiotico. Li dovrebbe pagare in contanti, oltre cinquantamila lire. Spiega, laconico: «Costano troppo. Per ora, continuo con l'aspirina. Consumare i bollini per un'influenza - per quanto brutta, con febbre e tutto il resto - mi sembra rischioso. Meglio conservarli per una malattia più grave, per farmaci più costosi e una cura più prolungata». Paga in contanti il pacchetto che ritira. Aggiunge: «Sono un invalido di guerra». Il farmacista allora osserva: «Guardi che per gli invalidi esistono tre categorie. Ha visto? Sulla vetrina è esposta la tabella. Porti la sua documentazione. Può essere che lei rientri in quella che può godere di più benefici. Io le lascio tutto da parte. Ritorni con la sua autocertificazione». Il signore col colletto di velluto liso riflette in silenzio, fa un leggero inchino con il capo e si dirige verso la porta. Prima di uscire, si gira di nuovo. Cerca le parole, levando alto il capo. «Certo - dice -, tutto per noi è diventato più difficile. Mia moglie aveva bisogno di una visita specialistica. Ma alla nostra Usi gli specialisti non ci sono più. Resta l'ospedale, dove andrà appena si sentirà in grado di affrontare la distanza, l'attesa, la conquista della prenotazione. Anche lei ha avuto una bruttissima influenza, e il medico aveva prescritto gli antibiotici. Troppo costosi, abbiamo osservato. Allora lui, che è una persona molto sensata e conosce bene la sua clientela, ha scelto non quelli dell'ultima generazione, che sono sì i più efficaci ma anche i più costosi. E' andato a ripescare quelli diciamo vecchio tipo, che hanno un costo più accessibile. Però non hanno funzionato, perché - evidentemente - l'organismo era già assuefatto. Intanto, con il tempo che si era perso e la febbre che aveva continuato a divorarla, lei si era ridotta malissimo. Allora l'abbiamo ricoverata in ospedale. Lì, finalmente, ha potuto avere le cure del caso. Ora è guarita ed è tornata a casa. Un anno fa tutta questa via crucis ci sarebbe stata risparmiata. Una semplice influenza, per quanto brutta, non avrebbe avuto tutto queste ripercussioni. Pensi se i nostri ospedali hanno bisogno di ulteriori ingorghi, di ingorghi prodotti dalle malattie di stagione». Siamo nel quartiere Prati, dove la maggioranza della popolazione è anziana, pensionati dello Stato, ex generali, ex alti funzionari. L'emergenza sanità assume qui un rilievo che non è quello drammatico e penoso dell'estrema periferia. «Ma il pacchetto di questi bollini, a un mese dell'entrata in vigore della nuova normativa, sta creando problemi gravissimi» osserva il farmacista. Un'anziana signora, anche lei vestita molto bene e per niente intimidita, si avvicina e racconta: «Prima che ci trovassimo a dover amministrare i nostri bollini, io e mio marito abbiamo fatto un po' di provviste per tutti gli acciacchi di cui soffriamo. Ma non è stato poi tanto facile. Qui, in questo quartiere, i medici non hanno la ricetta facile. E' successo anche con altri nostri amici. Le scarse provviste infatti le stiamo già finendo. Allora abbiamo deciso di comportarci così: paghiamo tutto quando la medicina non è carissima, teniamo da parte i bollini per le eventualità peggiori, non compriamo le medicine di cui - per l'immediato - non ci risulti essere una vera urgenza. Il futu¬ ro ci preoccupa moltissimo. Costa, il nuovo ministro della Sanità, ha detto che aumenterà il numero dei bollini. Ma come possiamo fidarci? E perché mai dovremmo credergli?». La cosiddetta riforma sanitaria si è trasformata prima in un oscuro rompicapo, poi in una questione spinosissima che appassiona utenti e medici e farmacisti, tutti chiamati a fronteggiare scelte che umiliano la professionalità degli uni e il diritto alla salute degli altri. Ma è anche un tema che assume intonazioni diverse nelle diverse pieghe della città. Nell'estrema periferia, nei quartieri-ghetto della capitale, le vendite di farmaci sono crollate. In una grande farmacia di Acilia, fra Roma e Ostia, l'aria è meno soffice e composta che in Prati, i discorsi sono più scomposti ed esagitati. Tutti gli anziani che stanno facendo la coda, con le loro autocertificazio- ni e con i preziosi bollini centellinati parsimoniosamente fra le mani, sono fuori di sé. Molti vivono con la pensione sociale. Di soldi qui ne circolano davvero pochi. E la prospettiva di ricorrere all'ospedale per le cure che si possono fare a casa li esaspera. La farmacista ricuce tutti i tasselli del grande malumore che in tanti rivoli le scorre intorno. Dice: «Qui il reddito medio è basso. La gente entra, si informa, chiede, riparte. Il bollino è un bene prezioso, da tenere da conto per i tempi peggiori. Succede così che la gente non si cura più per una serie di mali di cui non palpa per l'immediato le conseguenze. Rinuncia alle medicine per la circolazione sanguigna, per la pressione, contro il colesterolo, per l'equilibrio dei sali minerali e del calcio in particolare: Tutto quello che non sembra urgente e viene considerato rinviabile, è accantonato. Si interrompono terapie che duravano da anni. Si diminuiscono dosi che il medico aveva fissato secondo giusto criterio. Non parliamo poi della prevenzione. Ci siamo riempiti la bocca di questa parola per anni, e adesso è diventata una bestemmia soltanto a nominarla. Ora c'è la malattia, che non viene più curata. Marzo è un mese delicato, per i bambini e le persone anziane. Ma, dal nostro osservatorio, sembra che i malanni di stagione abbiano saltato questa volta la città. Siccome sappiamo che non è vero, sappiamo che lo stato di salute delle persone sta peggiorando. Ed è appena l'inizio». Liliana Madeo «Rinuncio agli antibiotici e ai ricostituenti Mi curerò l'influenza soltanto con l'aspirina» «Molti di noi hanno fatto provviste prima che passasse la nuova legge Ma ora stanno finendo» Idècdb «V fì Anziani in coda per i bollini, per risparmiarne molti di loro rinunciano all'acquisto di medicinali Il giro d'affari delle farmacie si è ridotto a causa dell'emergenza bollini

Persone citate: Liliana Madeo, Marzo

Luoghi citati: Roma