Suspense sul referendum a Mosca di Cesare Martinetti

I collaboratori tentano di convincere il leader a rinunciare alla consultazione parallela I collaboratori tentano di convincere il leader a rinunciare alla consultazione parallela Suspense sul referendum a Mosca Eltsin presenta ricorso alla Corte Costituzionale MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Boris Eltsin non ha ancora deciso se organizzare il suo referendum alternativo alla consultazione-trappola approvata lunedì dal Congresso dei deputati del popolo. L'unica notizia certa è che il Presidente farà ricorso alla Corte Costituzionale per ottenere l'annullamento della seconda domanda decisa dal Congresso, quella che chiede di approvare o no la politica sociale ed economica condotta dal '92 a oggi. Ieri al Cremlino Eltsin si è incontrato con un centinaio di deputati democratici. Ha detto che il Congresso ha mancato il suo obbiettivo: destituire il Presidente e provocare una separazione tra Cremlino e governo. «Al contrario - ha detto Eltsin la cooperazione con l'esecutivo si è rafforzata». A conferma si è avuta ieri notizia di un lungo colloquio tra il Presidente e il premier Cernomyrdin nel quale sarebbero state discusse «importanti questioni di governo». Con i deputati democratici Eltsin ha discusso anche la questione dell'eventualità di un referendum con domande alternative e con un conteggio diverso da quello previsto dal Congresso secondo cui per ottenere la fiducia il Presidente dovrebbe raccogliere il sì del 50 più uno per cento dell'elettorato, una per¬ centuale praticamente impossibile. Eltsin propone invece la maggioranza di chi partecipa al voto, com'è nelle elezioni presidenziali. Secondo il deputato Arzhannikov, però, la «schiacciante» maggioranza dei deputati democratici si sono pronunciati contro il referendum alternativo che prevederebbe anche la domanda sui principi della nuova Costituzione. Secondo lo stesso deputato, Eltsin non è intervenuto alla fine della riunione. Resta dunque tutto in sospeso. Tra i collaboratori del Presidente il vicepremier Shakhrai ha confermato che l'eventualità di un referendum alternativo c'è, ma che non è stato ancora deciso nulla. Il costituzionalista dell'entourage presidenziale Sliva ha detto invece che una consultazione parallela è «quasi inevitabile». Il portavoce Kostikov, facendo finta di parlare d'altro, ha aggiunto che in questo momento è importante «tenere sotto controllo quei gruppi di militari che potrebbero sfuggire». E' molto probabile però che Boris Eltsin non faccia altre mosse prima del vertice con il presidente americano Clinton in programma sabato e domenica a Vancouver, confidando di trovare all'estero quella forza politica che gli è venuta a mancare in Russia. Cesare Martinetti RUSSIA

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